Con una mezza lacrima che solca il viso e la voce rotta dall’emozione, la polizia di New York annuncia la decisione di voler rimandare a Boston Dynamics il cane robot Spot, essere meccanico ormai già amichevolmente ribattezzato “DigiDog”. Dal tono adoperato dalle autorità è evidente che la separazione sia estremamente sofferta, che non avrebbero effettivamente voluto fare a meno del costoso drone terrestre.
Il vicecommissario per l’intelligence e il controterrorismo, John Miller, è arrivato a lamentare situazioni che rasentano il cyberbullismo internettiano. “Le persone hanno trovato il modo di creare tormentoni e di formare una narrativa che faccia sembrare [l’uso di DigiDog] una cosa malvagia”, ha infatti confessato l’uomo al The New York Post.
Nessuno sembra aver capito i pregi e i vantaggi dello strumento, quella mezza dozzina di volte che è stato collaudato per strada i cittadini non hanno fatto che offenderlo, prenderlo in giro o reagire con terrore e scandalo. O almeno questo è lo scenario per come lo ha descritto il commissariato. La situazione è un filo più complessa, anche se è innegabile che il feedback sia stato estremamente negativo.
Alcuni hanno lamentato che Spot venisse adoperato dalla polizia esclusivamente nelle aree abitate dalle minoranze etniche, altri ancora hanno sottolineato come il firmare un contratto da 94.000 dollari per un simile giocattolo sia uno sperpero di soldi pubblici, nonché l’esempio per antonomasia di come la polizia USA non sia capace di gestire le ingenti risorse che ottiene dallo Stato.
A prescindere dal cosa alimentasse il loro scontento, molti cittadini newyorkesi si stanno trovando ora a festeggiare la notizia celebrando l'”abbattimento” del drone di terra. La speranza, per quanto remota, è che le risorse così risparmiate possano essere trasferite su progetti sociali capaci di consolidare un rapporto più umano tra autorità e abitanti del territorio.
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