Joe Biden minaccia il pugno di ferro sulla finanza. L’imposizione sui capital gain – la plusvalenza alla vendita di un asset – potrebbe passare dal 23,8% al 43.4%. L’obiettivo? Chiedere che i ricchi facciano la loro parte. Specie negli USA, gli ultimi due anni abbiano visto un’impennata della partecipazione al mercato azionario dei cosiddetti investitori retail.
Non i grandi fondi, ma i piccoli risparmiatori, spesso giovanissimi. Una ‘democraticizzatine’ della finanza permessa da app che non prevedono grosse commissioni, come Robinhood, e spinta ulteriormente da fenomeni social come WallStreetBets. Vi ricordate il caso GameStop?
La proposta di Joe Biden, fortunatamente, aumenterebbe l’imposizione esclusivamente su chi dichiara un reddito superiore al milione di dollari.
La proposta di Biden rischia di essere un autentico salasso per chi ha scommesso sui Bitcoin e sulle criptovalute, scrive poi La Repubblica. In particolare, le leggi tributarie americane prevede che venga tassata la plusvalenza sulla vendita di criptovalute a patto che queste siano state detenute per oltre un anno. Il quotidiano procede con un semplice esempio: una persona che ha acquistato Bitcoin ad aprile del 2019 si troverebbe oggi con un ritorno dell’800%. Su ogni dollaro di profitto dalla vendita, oltre 43 centesimi andrebbero al fisco americano.
Quella degli USA non sarebbe l’unica stretta rilevante al mercato delle criptovalute. Solamente pochi giorni fa la Turchia ha deciso di rendere illegale gli acquisti in criptovalute (e non solo). Ve ne abbiamo parlato qua.
Notizie come queste rischiano di controbilanciare l’effetto positivo dell’interesse d’investitori istituzionali (come JP Morgan, Mastercard e Visa) sulle criptovalute. Non stupisce allora che proprio oggi il Bitcoin abbia perso oltre il 12% del suo valore, scivolando per un momento sotto ai 40.000€.