Dopo l’incredibile finale del quarto, cominciamo la recensione del quinto episodio di The Falcon and The Winter Soldier con la consapevolezza che qualcosa è cambiato per sempre nel MCU. La serie creata da Malcolm Spellman e magnificamente diretta da Kari Skogland ce lo aveva fatto intuire fin dalla première, ma ora ne abbiamo la certezza: la storia di Falcon e Winter Soldier ha segnato il passaggio dall’adolescenza alla maturità per gli eroi Marvel cinematografici.

 

 

Non si tratta soltanto di inserire nel racconto temi più difficili, come razzismo e crisi economica, ma di una ricerca di complessità a tutto tondo. Ogni simbolo ha il suo peso. Lo scudo è quello al centro di questi sei episodi. Tutto ciò in cui credeva Steve Rogers è in quell’oggetto di cuoio e vibranio: desiderio di giustizia, fare ciò che è meglio per il bene degli altri, sapere da dove si viene e chi si è. Pensava di saperlo John Walker (un Wyatt Russell sempre più bravo) e invece in quel riflesso ha visto un’immagine distorta, orribile. Tanto da perderci il senno.

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Se lo sono chiesti a lungo anche i protagonisti Sam e Bucky. E ora è il momento della verità. Se per Winter Soldier ritrovare se stesso vuol dire distaccarsi sempre di più dal soldato in cui è stato trasformato, per Falcon significa fermarsi a riflettere, tornare a casa, aiutare la sorella a ricostruire il peschereccio di famiglia.

Non puoi capire dove stai andando se non sai da dove sei venuto.

Il nocciolo di questo quinto episodio è tutto qui: nel ritrovare la propria storia.

 

Perché me lo fai fare?

L’inizio di questo quinto episodio, “La verità”, comincia come una tragedia greca: John Walker, sconvolto dal suo stesso gesto, si rifugia in un hangar che sembra quasi un palcoscenico. Si inginocchia con lo scudo ancora sporco di sangue in mano, tubi e strutture metalliche a fargli da cornice. Irrompono sulla scena Sam e Bucky, intenzionati a riprendersi l’oggetto. Se prima non avevano il coraggio quasi di toccarlo, ora non possono sopportare l’idea di averlo lasciato nelle mani di tutto ciò contro cui hanno sempre combattuto. In quello che è un “triello” degno degli spaghetti western di Sergio Leone, la lotta per il simbolo dell’America non esclude colpi. Walker è letteralmente trasfigurato: sembra quasi Gollum di Il Signore degli Anelli quando reclama lo scudo per sé: “È mio!”. “Io sono Captain America!”. La sete di potere lo ha completamente accecato. Sam invece sembra aver perso le sue ali: non riesce più a vedere chiaramente.

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Per comprendere davvero cosa lo ha frenato in tutto questo tempo ha bisogno di parlare con l’unica persona che forse può davvero capirlo: Isaiah Bradley (Carl Lumbly).

 

Pensi che i tempi siano diversi?

A Baltimora Sam ha quasi l’impressione di incontrare un fantasma. E in un certo senso Isaiah lo è: imprigionato dopo aver preso il siero del super soldato, su di lui sono stati fatti esperimenti per 30 anni. Un’infermiera ne ha avuto pietà e lo ha fatto scappare dichiarandolo morto. L’uomo è l’ombra di se stesso: gli hanno tolto la speranza, la vita, la famiglia, il suo corpo, la sua storia. Lo hanno cancellato e con lui la sua storia. Esattamente come è successo agli Afroamericani per 500 anni. Eccola lì la paura di Sam, personificata: l’America non vorrà mai un Captain America nero. Né allora, né oggi, né mai. È questo che doveva sentire Falcon: adesso sa che è ora di dire basta e cambiare le cose, visto che ha la possibilità di farlo.

 

Come fratelli

In questa recensione del quinto episodio di The Falcon and The Winter Soldier c’è spazio anche per un altro sentimento fondamentale: la fratellanza. Sam ha perso un amico, quasi un fratello maggiore, con l’addio di Steve. E lo stesso è stato per Bucky. Nel dover fronteggiare l’assenza di questa figura così importante (e ingombrante) si sono scoperti fratelli a loro volta. Soltanto un fratello aiuterebbe un altro a ricostruire le sue certezze.

Ed è quello che si fanno a vicenda: la barca non è soltanto un oggetto inanimato. È tutto il loro bagaglio di emozioni, esperienze, incertezze. Davanti allo scudo di Steve si scambiano la promessa di smettere di dare il permesso agli altri di dire loro chi sono. Lo sanno chi sono. L’hanno scoperto sul campo, affrontando la morte mille volte, non tirandosi mai indietro di fronte all’ingiustizia, negli occhi dell’altro e soprattutto affrontando ciò di cui avevano più paura: il loro riflesso in quello scudo.

 

Sokovia, Wakanda e New York

In The Falcon and The Winter Soldier il mondo, nel Marvel Cinematic Universe, non è mai sembrato così lontano e allo stesso tempo vicino. Baltimora, Wakanda, Sokovia, Washington, New York: tutto è collegato. Se Bucky è pronto a dire addio a una figura che lo ha ossessionato a lungo (ma siamo sicuri che la rivedremo presto), una nuova, vestita di nero, si avvicina a John Walker. Oscura come la sua anima, sembra molto interessata a ciò in cui si è trasformato l’ex ragazzo splendente d’America. Non è forse un caso che questo nuovo personaggio (che rivedremo in Black Widow) abbia il volto di un’interprete che in USA è una faccia di casa.

Walker non è però l’unico a essere passato al lato oscuro: ci sono almeno altri due personaggi che hanno deciso di abbracciare la linea dura e senza scrupoli. Una è Karli (Erin Kellyman): con molti dei suoi arrestati e uccisi, non si arrende e trasforma la propria voglia legittima di giustizia in estremismo. Siamo sempre lì: il potere amplifica chi sei, o il potere ti cambia? Forse entrambe le cose. In attesa di sapere cosa succederà nell’ultimo episodio, che potrebbe portare diverse sorprese, una cosa è sicura: se volete tuffarvi davvero nella tana del Bianconiglio per vedere cosa c’è in fondo guardate tutti i (bellissimi) titoli di coda.

Ad aspettarvi c’è una scena post-credit che anticipa una tempesta in arrivo.

 

 

The Falcon and The Winter Soldier è disponibile su Disney Plus dal 19 marzo

80
The Falcon and The Winter Soldier
Recensione di Valentina Ariete

Come scritto nella recensione del quinto episodio di The Falcon and The Winter Soldier, la serie segna definitivamente il passaggio dall'adolescenza all'età adulta per il Marvel Cinematic Universe. Dopo lo sconvolgente episodio precedente, in questo si lascia il tempo ai personaggi di riflettere su loro stessi e riscoprire le proprie radici. In attesa di un finale che potrebbe essere esplosivo.

ME GUSTA
  • Il triello iniziale è magnifico.
  • Il confronto con Isaiah Bradley.
  • Il John Walker di Wyatt Russell è un personaggio sempre più interessante.
  • I dialoghi tra Sam e Bucky.
FAIL
  • I momenti di riflessione di questo episodio potrebbe non piacere a chi voleva ancora più azione.