Nuova sconfitta per quei sviluppatori che stanno cercando ostinatamente di infrangere il monopolio di App Store e Google Play: la causa che Epic Games aveva intentato contro Apple in Arizona si è arenata incerimoniosamente, scomparendo di fatto nel nulla.
Facciamo un passo indietro: sono passati ormai otto mesi da che Epic Games, azienda meglio nota per il suo Fortnite, ha dato il via a una battaglia priva di esclusione di colpi contro le Big Tech che detengono le redini del mondo mobile, Apple in primis.
L’ambizione è quella di poter ritrattare le percentuali trattenute dalla cosiddetta “Apple Tax“, ovvero la commissione del 30 per cento che l’azienda di Cupertino si ritaglia su ogni acquisto effettuato in-app. La diatriba ha assunto immediatamente tinte sgradevoli – e anche un filo infantili -, arrivando velocemente all’attenzione dei tribunali.
Non riuscendo ad aprirsi una breccia attraverso le sedi giuridiche sovranazionali, Epic Games ha iniziato a muovere la sua attenzione sui singoli Stati degli USA, sperando di riuscire a trovarne almeno uno che, con i giusti incentivi, gli avrebbe potuto dare manforte.
Ecco dunque entrare in scena l’Arizona, Paese in cui Epic ha oliato gli ingranaggi quanto basta per fare arrivare la sua proposta di legge al Senato. Il problema? Al momento di votare la suddetta legge, i carteggi non sono neppure stati presentati e la cosa è scomparsa nel nulla.
Molti dei politici che si erano detti favorevoli ad appoggiare la norma si sono infatti strategicamente dati all’assenteismo e i promotori della legge hanno pensato bene di non portare avanti i loro intenti, evitandosi così una sicura bocciatura.
Non è dato sapere se la bozza verrà riproposta in futuro o se è stata ormai seppellita nella torba, tuttavia persone vicine alla faccenda hanno riferito che non se ne riparlerà almeno fino al 2022.
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