Epic agisce nell’ombra nel Nord Dakota, improvvisandosi lobby per fregare gli interessi dell’App Store e di Google Play.

La battaglia per contro le policy monopolistiche delle Big Tech a stelle e strisce si sposta su scala locale, con alcune aziende che si agganciano alle leggi nazionali pur di dar fastidio ai mastodonti della categoria.

Nel caso specifico, il senatore Kyle Davison era impegnato a formalizzare delle proposte di legge che avrebbero censito le nascite tra i senzatetto e promosso un fondo per l’alfabetizzazione, quando è stato raggiunto da una lobbysta.

Costei lo ha convinto che azzerare le commissioni di Amazon e Google avrebbe permesso alle piccole aziende locali di prosperare, sfuggendo dalle grinfie dei vampiri in salsa tech. L’uomo, sessantenne, ha prestato orecchio al consiglio, non rendendosi conto di cosa una simile manovra legislativa avrebbe veramente significato.

Mi ha detto che questa cosa sarebbe stata grossa, ma dal mio punto di vista “grossa” vuol dire essere immortalati dalle macchine fotografiche dei giornali locali. Non direi il vero se affermassi che questa reazione fosse prevista,

ha ammesso candidamente il politico.

Davison ha riferito di aver ricevuto la bozza di legge direttamente da Lacee Bjork Anderson, agente della lobby Odney Public Affairs in Bismarck che ha confessato senza problemi di essere stata assunta da Epic Games, Spotify e altre aziende minori.

Altro che piccole aziende, dunque, si tratta solamente dell’ennesimo passo della sfida aperta tra Epic e Apple, quella per cui una grande azienda digitale vorrebbe fare le scarpe a un’altra azienda digitale.

Apple è corsa immediatamente ai ripari e sta intensificando a sua volta le su ingerenze sulla politica, contattando attraverso Zoom i diplomatici così da “sensibilizzarli” alla sua causa.

Nella remota possibilità che la legge venisse approvata, molte aziende tecnologiche finirebbero con il trasferirsi in Nord Dakota, così da evitare di dover cedere il 30 per cento dei loro introiti a Apple. I danni per l’azienda fondata da Steve Jobs sarebbero imprevedibili.

Le preoccupazioni, tuttavia, non sono limitate alla singola nazione. Questa proposta di legge non è altra che un precedente e le Big Tech sanno che è solo questione di tempo prima che Epic o omologhe decidano di testare la medesima strategia in altre aree del Paese.

 

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