Twitter ha proposto ai suoi utenti un sondaggio per valutare la possibilità di introdurre le emoticon come potenziali reazioni alle storie postate, una strategia già largamente esplorata da altri social quali Facebook e LinkedIn. “Stiamo valutando percorsi aggiuntivi con cui le persone possano esprimersi all’interno delle conversazioni che avvengono su Twitter”, recita il modulo.

Le proposte sono, fondamentalmente, quelle tradizionali già digerite dal pubblico su portali omologhi, con emoticon che includono cuoricini (piace), faccine sorridenti (diverte), espressione pensierosa (interessa) e volto in lacrime (rattrista).

Nel testare il terreno, Twitter ha proposto per ogni sentimento molteplici versioni di emoticon, creando di fatto dei set con cui consolidare un immaginario stilistico, ora soppesato dal giudizio del pubblico. Un commento ultrapositivo, ora come ora, può quindi essere interpretato con un’emoji scioccata o con una fiammella ardente.

Più interessante – e decisamente più controverso – è il fatto che la Big Tech stia valutando di inserire anche la possibilità di lasciare delle reazioni negative, a prescindere che queste prendano la forma di un pollice verso o una freccia che punta verso il basso.

L’argomento è spinoso e Twitter sta avanzando con i piedi di piombo, sondando come le persone reagirebbero nel subire un “downvote“, secondo quali canoni lo utilizzerebbero e, eventualmente, se queste critiche debbano o meno essere visibili al pubblico.

Sebbene si tratti di un’analisi meramente esplorativa, l’approccio dell’azienda e dei suoi dipendenti danno a intendere che l’evoluzione delle risposte reattive sia praticamente cosa fatta, l’unica cosa da definire è il come queste si presenteranno.

 

Potrebbe anche interessarti: