Diventata famosa in tutto il mondo per aver partecipato all’invasione del sistema di telecamere di sicurezza gestite da Verkada, l’hacker ventunenne Tillie Kottmann è ora messa sotto accusa dagli USA per frode e furto d’identità. La giovane ha chiesto l’assistenza legale di Marcel Bosonnet, in passato avvocato di Edward Snowden.

Le accuse non fanno riferimento al crimine recente, bensì a un episodio del 2019 in cui il gruppo di “hacktivisti” di cui Kottmann fa parte è riuscita a saccheggiare e pubblicare i dati di 100 diverse aziende sul sito git.rip, da tempo oscurato.

Le manovre, giustificate come “atti altruistici”, hanno esposto al mondo della Rete informazioni riservate di giganti quali Microsoft, Intel, Nissan, Nintendo, Disney, AMD, Qualcomm, Motorola, Adobe, Lenovo, Roblox e molti altri. In alcuni casi si trattava di materiali d’archivio, ma in altri ancora erano file attuali che certamente non avranno mancato di danneggiare le aziende proprietarie.

Il panorama offerto della cybercriminale, nota online come “deletescape” e “tillie crimew”, è quello di un gruppo il cui intento era quello di evidenziare le falle di sistema delle aziende, tuttavia questa dimensione civica non sempre seguiva i canali opportuni e spesso le informazioni venivano pubblicate senza prima creare un contatto con le ditte coinvolte.

Da quello che si evince dalle passate interviste, Kottmann agiva perlopiù per noia, divertimento e una “certa dose di anarchia”. Un capriccio che ora potrebbe costarle 20 anni di detenzione negli Stati Uniti, anche perché la parte accusatoria non sembra in alcun modo voler condividere la posizione moralmente flessibile dell’hactivista.

Rubare credenziali e informazioni, quindi pubblicare i codice sorgente e dati sensibili sul web non è una forma di libertà d’espressione – è furto e frode,

ha risposto la Procuratrice Tessa M. Gorman.

 

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