Uragani: mai più nomi di lettere greche

Gli uragani vengono sempre nominati, ma la World Meteorological Association (WMO) ha oggi annunciato via Twitter che tra i nomi papabili non compariranno più le lettere greche, giudicate ormai troppo confusionarie.

A livello meteorologico, i nomi delle tempeste tropicali sono degli “escamotage” con cui tenere facilmente traccia dell’ordine di manifestazione. Tenendo conto dell’iniziale, “Bertha” verrà sicuramente dopo ad “Arthur”, ma molto prima di “Wilfred”.

La gestione di questi nomi è però sorprendentemente complessa: ogni anno è caratterizzato da una lista prefissata di 21 appellativi e questa lista si ripete ogni sei anni. Per intenderci, la lista del 2022 sarà la medesima di quella adoperata nel 2016. Più o meno.

Agli elenchi vanno infatti sostituti tutti i nomi che hanno caratterizzato tempeste tropicali tanto potenti da entrare nella storia – vedi Katrina. Per le lettere greche, la situazione è ancora diversa: fino a oggi, loro entravano in campo quando i 21 nomi canonici non bastavano a coprire tutti gli uragani dell’anno, ovvero quando si rendeva necessario ricominciare l’alfabeto.

Un evento rarissimo, ma che nel 2020 si è presentato due volte per disastri metereologici di grande portata. Il WMO avrebbe dunque dovuto ritirare le lettere Eta e Iota, cosa infattibile senza far saltare tutto il sistema di “back-up” dell’alfabeto greco.

L’idea era quindi quella di identificare le tempeste in questione come Eta 2020 e Iota 2020, ma la cosa avrebbe comunque potuto fomentare confusioni future, in più si è considerato che la cosa sarebbe stata di cattivo gusto nei confronti delle famiglie delle 272 vittime che questi disastri metereologici hanno mietuto.

Se si aggiunge che molte testate giornalistiche abbiano preferito sottolineare quanto fossero rari ed esotici i nomi di origini greca – dimenticandosi di contro di riportare le loro effettive conseguenze -, la decisione dell’associazione è stata semplice: sostituirli con una lista supplementare di nomi comuni.

 

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