Con la transizione verso i veicoli elettrici, le case automobilistiche dovranno lasciare a casa migliaia di lavoratori. A dirlo è Martin Daum della Daimler Truck, ma è vero anche per gli altri brand dell’automotive.

Non esistono molte obiezioni ragionevoli nei confronti della transizione verso le auto elettriche. Eppure esiste almeno un elemento che andrebbe considerato con estrema attenzione. «La transizione verso i veicoli ad emissioni zero richiederà un’importante riduzione della forza lavoro», ha spiegato un dirigente di Daimler Truck nel corso di una conference call con la stampa.

La Daimler, parent company di Mercedes-Benz, rassicura: non sarà un processo repentino e traumatico. «Questa rivoluzione non avverrà dall’oggi al domani, sarà un’evoluzione [graduale]», ha spiegato Martin Daum. L’azienda nel corso degli anni ridurrà la forza lavoro negli stabilimenti di produzione dei veicoli, in alcuni casi il processo avverrà in modo naturale, attraverso i pensionamenti, in altri casi ai dipendenti saranno offerti degli incentivi per dimettersi prima della scadenza dei contratti.

I veicoli elettrici sono radicalmente più semplici di quelli tradizionali. Vi basti pensare che un motore elettrico ha in media solo 20 componenti, contro le oltre 2.000 parti di un motore endotermico. Questo, in linea di massima, non solo semplifica il processo di produzione, ma rende anche più sporadiche e semplici le operazioni di manutenzione.

Parlando della sua azienda, Martin Daum ha sottolineato che la transizione verso i veicoli elettrici imporrà una riduzione della forza lavoro nell’ordine di migliaia di posti di lavoro. Daimler non ha quantificato con precisione quale sarà il costo del passaggio alla produzione di EV. Oggi gli stabilimenti tedeschi di Daimler Trucks danno lavoro a circa 14.000 persone.

Daimler è uno dei primi produttori ad affrontare con massima trasparenza questo argomento, ma non sarà di certo l’unico brand ad avviare questo importante processo di trasformazione. Entro la fine del decennio, le cause automobilistiche saranno costrette a ridimensionare in modo draconiano il numero del loro personale. Oggi l’automotive in offre, direttamente e indirettamente, lavoro ad oltre 13.8 milioni di europei.