Google, Microsoft e Qualcomm sono preoccupate di cosa potrebbe succedere se Nvidia fosse in grado di comprare Arm Ltd.
Più che preoccupate, ostili. Fonti della testata Bloomberg suggeriscono che queste e altre Big Tech stiano vegliando biliosamente sulle manovre dell’azienda del Delaware, intimorite dall’idea che questa possa ottenere il monopolio di una risorsa a loro cara.
Almeno una delle grandi ditte digitali si starebbe anzi opponendo direttamente, seppur in maniera occulta, mentre sarebbe stato deciso coralmente di fare pressioni sull’antitrust statunitense, con la speranza che possa intervenire sulla situazione.
Dal canto suo, Nvidia vuole mettere le mani sull’architettura ARM, processori che funzionano come contraltare agli x86 su cui orbitano Intel e AMD. Per farlo si era detta disposta a sborsare 40 miliardi di dollari. Una somma non indifferente, ma che le garantirebbe di incentrare su di sé una filiera che sfocia, tra le altre, in Apple, Intel Corp., Samsung, Amazon.com Inc. e Huawei.
A oggi, la tecnologia ARM è infatti gestita con un atteggiamento che enfatizza la libera concorrenza, con la proprietaria di Arm Ltd., SoftBank, che concede la licenza dei suoi chip a chiunque abbia voglia di costruirli, atteggiamento che potrebbe essere destinato a cambiare qualora si concretizzasse la vendita.
Nvidia cerca di rassicurare Google, Microsoft, Qualcomm e tutti gli altri, promettendo che non vi sia alcun progetto di alterare l’attuale approccio, tuttavia la garanzia non ha convinto i mastodonti del settore, né ha calmato le acque.
Si tratta innegabilmente di un’operazione mastodontica, che sta finendo in contemporanea sotto i riflettori delle indagini antitrust degli USA, del Regno Unito, dell’Unione Europea e della Cina.
Non solo, l’acquisizione casca in un periodo in cui i Governi di tutto il mondo sono anche particolarmente severi sul giudicare i movimenti delle grandi aziende e in cui gli Stati Uniti hanno espresso una vera e propria antipatia verso gli assorbimenti verticali.
Nvidia dovrà quindi percorrere una strada in salita, cosa tanto evidente che Wall Street ha reagito di conseguenza, facendone calare le azioni del 3,1 per cento in un solo giorno.
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