USA, Tesla “accetta” di ritirare le macchine con il display difettosi

Dopo l’intervento del Governo degli Stati Uniti, Tesla ha deciso “volontariamente” di ritirare 134.000 automobili difettate.

Dopo aver ricevuto pressioni dal National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’organo regolatore per la sicurezza stradale, la nota azienda di veicoli elettrici ha accettato di riportare in magazzino le Model S berlina e Model X SUV afflitte da problemi strutturali che finiscono immancabilmente con l’intaccare il gigantesco schermo di navigazione touch.

Colpevole di questo passo falso sarebbe la flash memory 8GB eMMC NAND adoperata dall’azienda almeno fino al 2018. Il chip ha infatti la tendenza a logorarsi molto velocemente e, quando lo fa, blocca l’intera “media control unit”, rendendo impossibile qualsiasi funzione controllata dallo schermo.

Nell’attesa che si riesca a ritirare tutti i modelli colpiti dal difetto, Tesla ha comunque notificato ai clienti che un nuovo aggiornamento di sistema consentirà loro di riavviare almeno la telecamera posteriore, requisito che ormai è obbligo federale per tutte le nuove autovetture.

La NHTSA aveva iniziato a investigare sulla faccenda l’anno scorso, con Tesla che ha infine ammesso all’agenzia governativa che ogni singola macchina elettrica dotata del chip incriminato “finirà inevitabilmente per rompersi“.

Tesla si è mostrata restia a contattare i proprietari dei veicoli per sostituire loro le parti in questione, quindi la NHTSA ha provveduto a sollecitare un cambio di rotta attraverso la pubblicazione di una lettera aperta, così da sensibilizzare l’opinione pubblica.

L’azienda ha ora segnalato di voler sostituire il chip eMMC gratuitamente, rimpiazzandolo con un più prestante 64GB eMMC. Coloro che si sono già imbattuti nel problema e che hanno pagato per procedere con la dovuta riparazione potranno invece richiedere un rimborso su quanto hanno speso.

 

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