BMW ha deciso di lanciarsi nel futuro, sperimentando quanto siano effettivamente efficienti i “quantum computer”, affidandosi a due modelli della Honeywell.

Con questi, il gigante tedesco del settore automotive vorrebbe trovare le strade migliori per migliorare la filiera dei suoi approvvigionamenti.

L’idea è quella di riuscire a determinare, grazie alla potenza dei computer quantici, quali e quanti componenti, e presso quali rivenditori, per assicurare il mantenimento della schedule di produzione delle fabbriche, ma al contempo risparmiando il più possibile sui costi di listino dei materiali.

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Per far questo, BMW ha “preso in prestito” gli incredibili elaboratori H0 e H1 e facendo loro seguire miriadi di percorsi possibili per le catene di rifornimento, mettendo sulla bilancia costi, qualità, velocità di manifattura e di spedizione, etc. e facendo poi calcolare la miglior condizione possibile di qualità/prezzo.

Tutto per investigare il “potenziale trasformativo” della computazione quantica, a tutto vantaggio della scienza ingegneristica, secondo il capo di BMW Group, Julius Marcea.

Si tratta di uno dei primi usi effettivi della tecnologia quantica, volta a scoprire come ottimizzare il problem solving fornito dai cervelli elettronici: le capacità di calcolo dei computer quantici dovrebbero rendere queste operazioni sempre più veloci ed efficienti. Ad esempio, per trovare le migliori soluzioni ingegneristiche per inserire i pezzi e i componenti all’interno dell’ecosistema tecnico di un veicolo, o i luoghi teoricamente migliori dove inserire le stazioni di ricarica elettrica.