Un segnale di speranza sul futuro dell’innovazione in Italia arriva dai dati relativi all’utilizzo dello SPID, Sistema Pubblico di Identità Digitale, nel 2020.

 

Quando pensiamo alla Pubblica Amministrazione e, più in generale, alla burocrazia in Italia, il ricordo corre inevitabilmente alla scena de “Le dodici fatiche di Asterix” in cui Asterix e Obelix vengono sopraffatti da faldoni infiniti, inefficienze, lungaggini, impiegati oziosi.

Eppure qualcosa si sta muovendo efficacemente nell’ambito del digitale: all’inizio di gennaio 2021 il numero di identità SPID, che permette di interfacciarsi con la Pubblica Amministrazione online in maniera veloce e sicura, hanno raggiunto quota 16 milioni, con una crescita esponenziale negli ultimi mesi.

 

A fine 2018 le identità digitali, in Italia, erano quasi sconosciute, con appena 3 milioni di utenti e un paio che si sono aggiunti nel 2019. Ma il 2020 ha segnato un vero e proprio boom: il 31 luglio erano già 9 milioni per arrivare a capodanno alla cifra di 15.

 

Il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione ha lavorato molto su questo aspetto, anche servendosi di strumenti e iniziative poco ortodosse come il Cashback di Stato, che ha convinto in molti a crearsi un account digitale riconosciuto.

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Questo, naturalmente, ha portato a un incremento nelle operazioni di genere, passate dai 55 milioni del 2019 ai 143 del 2020, numero destinato a salire, come tutti quelli finora riportati.

Il Ministro Paola Pisano ha previsto che 7 miliardi di euro del Recovery Plan verranno investiti in nuovi interventi relativi alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, cominciando da un fondo da un milione di euro volto a incentivare l’utilizzo dello SPID e dall’istituzione del Servizio Civile Digitale, che impiegherà circa 1000 giovani nel ruolo di “facilitatori digitali”.