Facebook aveva sospeso Donald Trump a “tempo indeterminato”, ora il Comitato di controllo deve decidere se riammetterlo sul social.
L’ormai ex-presidente era stato sospeso dal portale il 7 gennaio, il giorno immediatamente seguente ai disordini di Capitol Hill. I suoi post provocatori sono stati considerati da molti come un megafono per i complottisti dell’alt-right e Facebook, come molti altri omologhi, aveva ritenuto opportuno censurare Trump nella speranza di frenare le proteste.
Ieri si é celebrato l’insediamento ufficiale di Joe Biden alla Casa Bianca e Trump é tornato pertanto a essere un “comune” cittadino. Il dubbio é quindi immediato: riammetterlo in quanto non più tanto potente da smuovere le masse o bandirlo per sempre perché ha violato ripetutamente le policy del portale?
Una decisione delicata che la Big Tech ha intenzione di delegare al proprio Comitato di controllo, un organo indipendente che ha iniziato a operare l’autunno passato e che non ha ancora avuto il tempo di compiere alcuna decisione.
Prima di dover deliberare su Trump, il Comitato avrebbe in agenda almeno altri sei punti su cui lavorare, tuttavia non sorprenderebbe se il social network spingesse per fare dell’imprenditore la priorità numero uno.
Nel frattempo, Facebook continua a difendere le sue decisioni con tono aggressivo-passivo, denunciando come questo genere di situazioni scaturisca dai numerosi vuoti normativi che lacerano la Rete.
Molti lamentano che aziende privare quali Facebook non dovrebbero prendere decisioni simili [alla sospensione di un politico]. Siamo d’accordo. […]
Sarebbe meglio se queste decisioni venissero prese su delle basi concordate da legislatori democratici e responsabili. Ma in assenza di simili regole, ci sono decisioni che non possono essere evitate,
recita lo statement pubblicato sul blog dell’azienda.
Una posizione ambigua, se si considera che ogni volta che i Governi si apprestano a introdurre nuove leggi, Facebook sia la prima a remare contro e a fare ostracismo perché sia preservato lo status quo.