Kim Ki-duk, il regista sudcoreano, ci lascia a 59 anni a causa del Covid-19

Kim ki-duk

Il regista sudcoreano Kim Ki-duk, ci ha lasciati all’età di 59 anni per complicazioni derivanti dal Covid-19 mentre si trovava in Lettonia.

Il regista sudcoreano Kim Ki-duk è morto nelle prime ore di questa mattina in un ospedale lettone dove era in cura per il Coronavirus. Si ritiene che si sia recato nel paese baltico con l’intenzione di acquistare una casa per ottenere il permesso di soggiorno. La notizia è stata confermata da Vitaly Mansky, il documentarista russo che vive in Lettonia e gestisce l’ArtDocFest locale, e il ministero degli Affari esteri coreano è stato citato come conferma della morte del regista nei resoconti dei media coreani.

Nato a Bonghwa, in Corea del Sud nel 1960, Kim Ki-duk si è affermato come regista di cinema d’autore di alto livello, spesso oscuro e controverso, ha fatto scalpore nel circuito dei festival internazionali. Il debutto nel lungometraggio del regista è stato il film a basso budget del 1996 Crocodile, che è stato ben accolto in Corea e proiettato ai festival europei.

Il suo film del 2000, L’isola, ha guadagnato notorietà per la sua violenza raccapricciante e il contenuto oscuro – un modello riconosciuto in tutta la sua opera – comprese scene di crudeltà verso gli animali. Il film è stato accolto male in Corea, ma ha suscitato scalpore a livello internazionale, in particolare a Venezia, dove secondo quanto riferito ha causato vomito o svenimento da parte del pubblico. È andato in onda a Toronto e al Sundance e ha ricevuto una distribuzione internazionale, anche se non ha ricevuto la certificazione nel Regno Unito a causa della natura del suo contenuto.

Uno dei suoi film più apprezzati è il film del 2003 Primavera, Estate, Autunno, Inverno … e Primavera, su un monastero buddista che galleggia su un lago in una foresta incontaminata. La fotografia ha ricevuto ottime recensioni e una pubblicazione negli Stati Uniti tramite Sony Pictures Classics. Il suo film Samaritan Girl del 2004 ha vinto un Orso d’argento, mentre nello stesso anno Ferro-3 ha vinto un Leone d’argento a Venezia. Kim ha avuto successo anche a Cannes, proiettando Breath in Competition nel 2007 e poi vincendo il Certain Regard Award con Arirang nel 2011. È tornato a Venezia nel 2012 e in seguito ha vinto l’ambito Leone d’oro per Pietà. L’ultima uscita di Kim Ki-duk è stata il film in lingua russa Dissolve, che ha debuttato a Cannes nel 2019.

 

 

 

Kim Ki-duk: l'enfant terrible del cinema sudcoreano
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