Recensione Seasons: sfide magiche e lotte contro il tempo

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Duelli tra stregoni, potenti magie e fidati famigli, nella nostra recensione di Seasons troverete questo ed altro. Venite a scoprire coi noi un gioco che arriva dal lontanissimo 2012 e finalmente tornato disponibile grazie ad Asmodee

La nostra recensione di Seasons nasce da un fatto abbastanza impressionante Ogni anno vengono pubblicati in media, in tutto il mondo, 3500 nuovi boardgame. È un numero impressionante che rende facilmente conto del fatto che il culto del nuovo sia un fenomeno molto diffuso in questo ambiente e che siamo costantemente sommersi da “prodotti irrinunciabili” che finiscono nel dimenticatoio nel giro di un anno.

Ecco perchè vale la pena fare una recensione di Seasons; pubblicato per la prima volta nel 2012, era arrivato a cifre fuori scala sul mercato secondario dato che mancava una sua ristampa e adesso che Asmodee lo ha riportato sugli scaffali riflettiamo un po’ se valga la pena fermarsi ad assaporare questo gioco d’annata.

 

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Seasons è un gioco di draft di carte e dadi per 2 – 4 giocatori, che dovranno vestire i larghi ed ingombranti panni di un gruppo di maghi pronti a darsi battaglia a suon di magie e famigli.

Il gioco è diviso in due fasi, il Preludio ed il Torneo. La fase del Preludio ci vede impegnati a scegliere quale sarà la strategia per la nostra partita. Ci vengono consegnate 9 carte potere e noi dovremo scegliere tra queste quale vogliamo tenere e passare le altre al giocatore alla nostra sinistra. Faremo lo stesso con le 8 carte che ci passerà il giocatore alla nostra destra e continueremo fino a quando avremo accumulato 9 carte in tutto.

Alla fine del terzo Anno ed incoronerà come vincitore il giocatore che avrà accumulato più Cristalli

Prima di iniziare la fase del Torneo, dovremo dividere le nostre 9 carte in tre mazzetti da 3 carte ciascuno, che si sbloccheranno ciascuno nell’Anno corrispondente. Il torneo che fa da sfondo a Seasons infatti è diviso in tre fasi (gli Anni, ciascuno diviso in 12 mesi), e non vi sarà concesso utilizzare le carte potere messe da parte per gli Anni successivi fino a quando quello attuale non sarà terminato.

 

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Niente dice “autunno” come un mucchio di dadi rossi

 

Forti delle vostre 3 carte che avrete accuratamente scelto per il primo Anno, inizierà il torneo. Sul tavolo, la plancia rotonda terrà conto del passare del tempo. Ogni round i dadi stabiliranno di quanti mesi avanzeremo sul tracciato del tempo, con la partita che terminerà alla fine del terzo Anno ed incoronerà come vincitore il giocatore che avrà accumulato più Cristalli.

La struttura dei round è sempre la stessa: all’inizio di ogni round il primo giocatore lancia i dadi corrispondenti alla stagione in cui ci troviamo. I dadi delle differenti stagioni hanno una distribuzione totalmente diversa dei 4 diversi tipi di Energia che dovremo accumulare per poter giocare le nostre carte potere.

 

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La plancia principale, in questo momento ferma ad Agosto del secondo Anno

 

Oltre a fornire le Energie, le differenti facce dei dadi ci permettono di avere vari effetti come aumentare il numero di carte che possiamo avere in campo, trasformare le Energie che abbiamo raccolto in Cristalli e pescare nuove carte.

A partire dal primo giocatore, ogni giocatore sceglierà un dado e se ne approprierà, lasciando gli altri giocatori a spartirsi quelli che rimangono. Dopo aver scelto il dado, a partire dal primo giocatore i contendenti potranno agire lanciando magie, evocando famigli o usando speciali poteri ad uso singolo che forniranno bonus ma che conteranno come punti negativi a fine partita.

Quando tutti i giocatori si saranno alternati in questa fase, il dado che non sarà stato scelto da nessuno indicherà di quanti mesi il segnalino tempo dovrà spostarsi, portandoci inesorabilmente verso la fine della partita con il concludersi del terzo Anno. Neppure il mago più potente al mondo è in grado di impedire l’inesorabile scorrere del tempo! (o forse no?)

 

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Neppure il tempo scappa alle nostre manipolazioni

 

 

A tempo di magia

L’annuncio della ristampa di Seasons ha creato un certo scompiglio. Escluso chi era giustamente felice della cosa e chi piangeva per non essere riuscito a vendere a 90€ la sua vecchia scatola base, c’erano molte persone che non avevano avuto la possibilità di provarlo erano confuse dall’attenzione data ad una ristampa di un gioco uscito 8 anni prima.

Il motivo di tutta questa fanfara è semplice: Seasons è una gran figata. Sarà il mio debole per il draft dato da anni di Magic ma quello che ci presenta Seasons è una sfida  interessante, dove bilanciare quello che ci serve e quello che vogliamo togliere all’avversario rende ogni scelta importantissima. Non c’è la garanzia che riusciremo a pescare altre carte e non è detto che anche se dovesse succedere queste si incastreranno bene nella strategia che stiamo costruendo, quindi è importantissimo comportarsi come se quelle 9 carte iniziali fossero le uniche che vedremo in tutta la partita e crea un puzzle interessante ed avvincente ad ogni partita.

I dadi poi aggiungono un elemento di imprevedibilità

che però è bilanciato dal fatto che comunque vengono scelti da un pool comune e che nelle diverse stagioni, in media, si vedranno le stesse quantità di energie per ogni tipo. Se scegliere i dadi per primo ha i suoi vantaggi, il fatto che il dado che viene scartato perchè non scelto da nessuno (e l’ultimo dado scelto in un round, di conseguenza) decida di quanti mesi avanzerà il segnalino tempo rimescola di gran lunga le carte in tavola, dando un potere decisionale non indifferente a chi è l’ultimo di mano. Non ci sono momenti inutili o scelte scontate in Seasons, solo decisioni pesanti camuffate da una grafica colorata  e pucciosa.

 

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Puccioso rimane sempre un concetto relativo

 

 

Spazi stretti e magia caotica

La mia grande passione per Seasons però non può farmi chiudere un occhio su una questione decisamente importante. Se a due giocatore il gioco gira perfettamente, quando si tratta di ampliare il numero di avversari Seasons perde lo smalto. Il gioco rimane bello, per carità, ma l’oculata sfida testa a testa che si ha con due giocatori, con più giocatori diventa una caotica baraonda dove la strategia cede il passo alla confusione.

Si perde la possibilità di contro-draftare (non potendo vedere quali carte ha scelto la persona dopo di noi), gli effetti che si attivano sono tanti e ci si trova ad arrancare per pochi cristalli invece di studiare le mosse del’avversario e rispondere colpo su colpo. È facile capire da questa mia recensione di Seasons che io lo consideri un gioco per due giocatori con l’opzione di aggiungerne altri al bisogno.

 

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I famigli hanno personalità da vendere

 

Se avessi avuto il vizio di scrivere ancora nel lontano 2012, l’esito di questa mia recensione di Seasons sarebbe scontato: vi avrei detto che il gioco è bello e merita assolutamente un posto sulla vostra libreria.

Ora però, ad 8 anni di distanza, la domanda che pone questo articolo è: vale la pena comprare Seasons nel 2020, viste le novità uscite negli ultimi 8 anni? la risposta è ancora, indubbiamente un sonoro si.

Seasons è un gioiellino che è stato richiesto a gran voce e tra un gameplay appassionante e ottimi materiali, è indubbiamente un classico che ci accompagnerà negli anni a venire.

Ora non ci resta che attendere la ristampa delle espansioni!

 

 

78
ME GUSTA
  • Meccaniche talvolta complesse ma soddifacenti
  • Lo scontro a testa a testa è davvero appassionante
  • Materiali di gran qualità, specie i dadi
FAIL
  • In 3 e 4 giocatori non rende bene quanto in 2
  • Troppo bookkeping per il tipo di gioco
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