Nel corso dei suoi 4.5 miliardi di esistenza, il pianeta Terra ha dovuto subire diverse calamità: una tra tutte, la possibile esplosione nelle sue vicinanze di una supernova.

Una delle calamità peggiori potrebbe essere  infatti una stella che esplode nelle vicinanze del pianeta Terra, allo stato di supernova. Si tratterebbe nella fattispecie della fase finale di una stella, giunta ormai al termine del suo ciclo vitale, la cui esplosione può protrarsi e illuminare il cielo anche per mesi, illuminando qualsiasi pianeta a esso vicina.
Nel caso poi in cui questo pianeta sia troppo vicino, potrebbe essere addirittura distrutto dalla supernova.

Quando la stella si trova nella sua fase finale, rilascia alcune sostanze chimiche che rimangono nello spazio. Per anni e anni, i ricercatori hanno cercato l’evidenzia dell’esplosione di una supernova nelle vicinanze del pianeta terra, circa 2 milioni e mezzo di anni fa. Ciò sarebbe dovuto in particolare alla concentrazione di Ferro-60, un isotopo del ferro prodotto dalla stessa supernova, trovato ad alti livelli attorno al pianeta Terra.

Ad oggi, un nuovo studio condotto dal ricercatore Gunther Korschinek dell’Università Tecnica di Monaco, presenterebbe un ulteriore evidenza dell’esplosione di una supernova nei pressi della Terra 2 milioni e mezzo di anni fa, in base alla concentrazioine di Manganese-53, un altro radioisotopo (in questo caso del manganese) prodotto dalla stella nella sua esplosione e scovato grazie alla spettrometria di massa con acceleratore. A differenza dell’isotopo del ferro, il Manganese-53 sarebbe prodotto esclusivamente dalle supernova (e non da altre entità come le stelle AGB), confermando a tutti gli effetti l’avvenuta esplosione nei pressi della Terra.