La US Customs and Border Protection ha annunciato trionfalmente di aver sequestrato 2.000 AirPods della Apple contraffatte. Peccato che fossero delle normali cuffiette OnePlus Buds.

Che gaffe, le forze dell’ordine americane hanno sequestrato un carico da oltre 2.000 OnePlus Buds dirette negli Stati Uniti. Poi, sui social: «Abbiamo sequestrato delle AirPods false». Insomma, un errore madornale.

 

 

Le forze dell’ordine amano annunciare con toni trionfali le loro operazioni andate a buon fine, specie se c’è un bottino da mostrare. Spesso gli elenchi delle merci sequestrate alla criminalità finiscono per avere un tono involontariamente grottesco, incontrando l’ironia del web. Succede anche in Italia, dove una pagina come “I tesori dei Carabinieri” su Facebook ha macinato migliaia di like.

Questa volta però non c’entrano le parodie degli utenti dei social, perché sono le stesse autorità americane, così sembra, ad aver commesso un errore madornale. L’US Customs and Border Protection, agenzia statunitense che si occupa di sicurezza alle frontiere, ha annunciato di aver sequestrato oltre 2.000 confezioni di Apple AirPods contraffatte provenienti da Hong Kong, «per un valore di quasi 400.000$». Peccato che quelle negli scatti condivisi dall’agenzia non siano delle cuffiette della Apple, ma delle normalissime OnePlus Buds — sembrano pure perfettamente originali. «Il sequestro di queste cuffie contraffatte prova la costante vigilanza e l’impegno quotidiano degli agenti della CBP», si legge nel post dell’agenzia.

Ora, si chiedono i giornalisti di The Verge, rimane da capire se i prodotti sequestrati dall’agenzia siano effettivamente solo quelli in foto (quindi delle cuffiette della OnePlus pare perfettamente legali) o se nel carico di merce sequestrata ci fossero effettivamente anche delle AirPods false, cosa che derubricherebbe l’accaduto ad un grossolano errore di comunicazione. Immaginando, una terza ipotesi, ossia che si tratti di delle OnePlus Buds, sì, ma contraffatte (o comunque sprovviste delle necessarie autorizzazioni per l’importazione), con un prezzo di mercato di 79$ per unità, andrebbe comunque contestato il valore attribuito alla merce sequestrata, che si fermerebbe a circa 158.000$.

 

 

Nel frattempo OnePlus ha colto la palla al balzo, prendendosi gioco su Twitter dell’errore. In un successivo comunicato, l’agenzia americana ha spiegato che la merce sequestrata violava i brevetti della Apple. Insomma, hanno pensato che le Buds fossero troppo simili alle AirPods.