La nostra recensione del quarto episodio di The Boys 2, che riprende le fila dell’inizio della stagione e inizia a scioglierne nodi e incognite.
Come ho avuto modo di spiegarvi nella recensione di due settimane fa (la trovate sotto), la seconda stagione della serie Amazon parte molto bene e regala una terza puntata a dir poco esplosiva. Per questo ero molto curioso di capire la direzione successiva dello show e quindi arrivare a scrivere la recensione del quarto episodio di The Boys 2.
Il quarto episodio, che arriva oggi 11 settembre su Prime Video e che ho avuto modo di vedere nei giorni scorsi, è qualcosa come l’inizio di un secondo atto, con il primo conclusosi con una delle frazioni più cult dell’intera serie, tra una balena massacrata e una Stormfront in stato di rabbia, finalmente allo scoperto rispetto alla propria indole omicida e razzista.
Sia chiaro, andrò full spoiler su quanto accaduto nei primi tre episodi, ovviamente non sul quarto, che se state leggendo questo pezzo penso proprio dobbiate ancora vedere.
Alla fine del terzo episodio abbiamo scoperto che Stormfront in realtà è molto più facciata che sostanza
Allora, sì, alla fine del terzo episodio abbiamo scoperto che Stormfront in realtà è molto più (subdola) facciata che sostanza, abbiamo intuito che il suo ruolo in tutto questo ampio arco narrativo potrebbe essere più ampio del previsto e che la sua capacità di competere con Homelander potrebbe rimescolare le carte in tavola.
Ebbene, questa puntata non fa che confermare l’importanza di questa new entry all’interno del gruppo dei Sette, allargando la sua ombra su quello che sembra al di fuori dei vari fronzoli il vero succo del discorso, anche tematico, di questa seconda tornata della serie di Eric Kripke.
Se nella prima stagione il protagonista assoluto era Homelander, speculare alla sua nemesi Butcher, qui è chiaro che tutto ruoti intorno alla Stormfront della carismatica e credibile Aya Cash, che estende il culto della celebrità su cui poggia l’intera scrittura per estenderlo oltre alla semplice caricatura della società di consumo.
The Boys non vuole toccarla piano e non si preoccupa di mimetizzare troppo le chiare denunce a quella destra che è stata capace di evolversi nei decenni, quella suprematista, xenofoba, reazionaria e radicale. Quella stessa destra che si muove meschinamente per meme, rabbia e tensione sociale, populismo antisistema, ridicolo cavalcare dei trend del momento e legittimazione di sé stessa attraverso la propagazione social.
Questa declinazione più politica e sociale fa davvero bene allo spessore della produzione
D’altronde la serie Amazon, al di là del suo essere un piacevole, scanzonato e divertente spettacolo di grottesco exploitation, ha sempre raccolto nella sua anima più impegnata la responsabilità di evidenziare a bruciapelo i pericoli e le fragilità di un mondo di apparenze e consumo, e questa declinazione decisamente più politica e sociale fa davvero bene allo spessore della produzione, che ne esce meno fine a sé stessa e più complessa nel discorso portato avanti.
Specie per quanto riguarda la questione razziale negli Stati Uniti, è chiaro che The Boys 2 non possa presentare la stessa brillantezza di qualcosa come, ad esempio, il più recente Watchmen di Lindelof, ma è evidente che l’intreccio abbia tutte le carte in regola per esplodere a dovere entro il termine della stagione. Esplodere non solo ovviamente nel ritmo, ma anche nella costruzione e la portata di certi temi, che ora sono ancora piuttosto soffocati e relativamente accennati.
Archiviata Stormfront, dopotutto questo quarto episodio è a tutti gli effetti l’inizio di un secondo atto, che sceglie di fare reset del climax che ha portato alla morte di Kenji – il fratello di Kimiko – e approfondire le parentesi di diversi personaggi, cogliendo pure l’occasione per dare una nuova direzione ad Homelander – che si troverà a ribadire e razionalizzare la propria leadership – e regalare nel mentre anche qualche sorpresa per il personaggio.
Non temete, il sadismo, la perversione e i complessi sessuali ed egocentrici non mancano mai nell’eroe del bravissimo e terrificante Antony Starr (al solito il migliore del cast senza dubbio), ma aspettatevi qualche twist meno scontato che potrebbe o non potrebbe risolversi in qualche idea malata, degna degli standard più celebri della serie.
Al di fuori di Homelander, tanta attenzione viene data alla coppia Hughie/Annie, che qui ha modo di venire ripresa in mano con forza dallo script, in tandem con un interessante focus sulla figura di Marvin e i suoi limiti, come sul relativo passato familiare, di cui finora avevamo saputo relativamente poco.
I tre si trovano – mossi da varie ragioni – a compiere un lungo viaggio in auto per inseguire un indizio che potenzialmente aprirà alla seconda metà della stagione, e in questo trascorso – in una stagione che si prende sul serio più della precedente – emerge decisamente l’elemento umano di persone allo stremo, chi ridotto all’ossessione del controllo, chi al vivere ogni giornata con una pistola puntata alla testa.
L’universo di The Boys, e questo è chiaro, presuppone dei mastodontici sacrifici e compromessi per ognuno dei giocatori attentatori allo status quo (in realtà pure per chi decide di farne parte), e se sottolineare questo elemento in questo episodio da una parte funziona, dall’altra a tratti il tutto si risolve o si sviluppa troppo sbrigativamente, compresso in un’ora non particolarmente ritmata, ma sicuramente abbastanza densa.
parte di questo problema è pure una delle frazioni più stranianti della puntata
Senza andare nel dettaglio, parte di questo problema è pure una delle frazioni più stranianti della puntata, che apre, forza, liquida e chiude con un battito di ciglia uno dei punti cardine intorno a cui ruotava tutto l’intreccio. Vero pure che probabilmente quel determinato fronte che mi ha scottato verrà riaperto entro il finale di stagione, ma la parabola presentata qui scorre con una velocità così insensata e inverosimile da lasciare davvero abbastanza basiti. E questo senza considerare qualche inciso melodrammatico che oltre un certo punto stona con il tono della serie.
Per quanto riguarda la recensione del quarto episodio di The Boys 2, questo è quanto. Vi ridò appuntamento alla mattina del prossimo venerdì per qualche parola sul quinto episodio; continueremo settimanalmente con la recensione di ogni puntata, fino ad un pezzo di valutazione finale in cui tireremo le somme del lavoro complessivo degli otto episodi.