Nel 2017 John McAfee aveva scommesso che i Bitcoin avrebbero superato il valore unitario di 500.000$ entro luglio del 2020. Non è successo, e la posta in gioco era salatissima.

John McAfee, l’eccentrico imprenditore e creatore dell’omonimo antivirus (con cui non ha più nulla a che fare), è sempre stato uno dei più vivaci sostenitori del Bitcoin. Una tecnologia, quella decentrata e a prova di censura della criptovaluta, che ben si sposa con le idee politiche di McAfee, che negli ultimi anni ha manifestato posizioni sempre più anarcoidi, arrivando  a candidarsi alle primarie del Libertarian Party nel 2016 (arrivò terzo).

 

 

Il 17 luglio del 2017 il bitcoin aveva registrato un piccolo rialzo dopo l’ennesima correzione a ribasso, da qui l’entusiasmo di McAfee che, al suo pubblico di follower su Twitter, aveva detto: «Sul lungo termine bitcoin muoverà 500mila dollari entro tre anni da oggi. Scommettiamo?».

John McAfee non è l’unico a pensare che, presto o tardi, la criptovaluta raggiungerà un valore unitario a cinque zeri; in linea di massima gli evangelisti del bitcoin più entusiasti si danno due possibili scenari: 1) la Bitcoin revolution ha luogo, avviene l’adozione di massa con il collasso del moderno sistema bancario e delle valute, si arriva ad un valore unitario plurimilionario 2) la rivoluzione fallisce, il bitcoin diventa un cimelio privo di qualsiasi valore, la criptovaluta crolla tendendo a zero.

Oggi nessuno dei due scenari è dietro l’angolo, e,a maggior ragione, nel 2017 la ‘premonizione‘ di McAfee era apparsa ai più come inverosimile. Così, un utente perplesso gli aveva chiesto maggiori delucidazioni, e alla domanda il pioniere degli antivirus aveva risposto calcando la mano in modo ancora più imprudente: «Se non succederà, mi mangerò il pene in diretta televisiva».

Oggi un BTC viene scambiato a poco meno di 8.000€. Siamo distanti dai 20mila di dicembre del 2017, ma anche dai tremila scarsi di fine 2018. Siamo indubbiamente lontani anni luce dai 500mila suggeriti da McAfee tre anni fa. Scommessa persa.

 

 

Se l’imprenditore non vorrà dimostrarsi estremamente zelante nell’adempiere a quanto promesso, saremmo tutti estremamente comprensivi. Tutti tranne gli utenti di Twitter, loro sono perfidi per natura.

 

 

Nel frattempo McAfee corre ai ripari e si rimangia tutto, o quasi: «non intendevo luglio, la scadenza era al 31 dicembre del 2020», dice, per poi aggiungere che potrebbe affidare l’ingrato compito ad un volenteroso «contractor».

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