L’Istituto nazionale di statistica (Istat) e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) presentano un’analisi della mortalità totale e dei soggetti positivi al COVID-19 deceduti nel mese di maggio 2020 e un aggiornamento delle analisi relative al periodo gennaio-aprile 2020: vediamo i punti salienti di questo rapporto.

La settimana scorsa è uscito il terzo rapporto prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che presenta un’analisi della mortalità totale e dei soggetti positivi al COVID-19 deceduti nel mese di maggio 2020 e un aggiornamento delle analisi relative al periodo gennaio-aprile 2020, già oggetto del secondo rapporto di cui avevamo già riportato i principali risultati.

I dati di mortalità totale analizzati si riferiscono ai primi cinque mesi del 2020 e riguardano 7.357 comuni (93,1% dei 7.904 complessivi, per una copertura del 95% della popolazione residente in Italia). La base dati è il risultato di un’integrazione, effettuata dall’Istat, dei decessi di fonte anagrafica (ANPR e comuni) con i dati sui deceduti risultanti all’Anagrafe tributaria.

I dati ovviamente sono in continua fase di perfezionamento e la scelta di assumere come riferimento i primi cinque mesi del 2020 consente di effettuare l’analisi dell’impatto dell’epidemia sulla mortalità totale della popolazione residente su una base dati il più
possibile consolidata.

Ecco i principali risultati.

  1. Il numero di casi COVID-19 segnalati in Italia ammonta a 232.639 fino al 31 maggio 2020, raggiunge il massimo nel mese di marzo, con 113.351, e diminuisce progressivamente nei mesi successivi fino a raggiungere 22.893 nel mese di maggio.
  2. Resta invariata la prevalenza di casi femminili (54,2%) e la classe mediana dei casi (60-64 anni rispetto al range 0-100). L’1% dei casi COVID-19 (3.150) è stato diagnosticato nella fascia di età 0-14 anni e il 33% nella fascia di età superiore ai 75 anni: in quest’ultima classe di età le donne sono il 61%, anche in ragione della netta prevalenza femminile in questo segmento di popolazione.
  3. Si conferma la diffusione geografica eterogenea dell’epidemia di Covid-19 che ha portato a raggruppare le province italiane in tre classi (“bassa”, “media” e “alta” diffusione) e analogamente si conferma l’eterogeneità nella diffusione geografica
    dell’epidemia rispetto ai decessi.
  4. La maggioranza dei decessi COVID-19 si registra nelle Province definite a diffusione “alta” (80%), il 14% nelle aree a diffusione “media” e il 6% in quelle a
    diffusione “bassa”.
  5. Si mantiene costante all’1% la quota dei decessi COVID-19 avvenuti in persone di età inferiore ai 50 anni; la classe mediana di età al decesso è quella 80-84 (75-79 per gli uomini e 85-89 per le donne). A differenza dei casi positivi, tra i decessi COVID-19 prevalgono quelli maschili (52%).
  6. Nella maggior parte delle province, anche in quelle ad alta diffusione, i decessi del mese di maggio sono inferiori rispetto alla media 2015-2019. Questo accade anche a Bergamo, provincia simbolo degli effetti drammatici dell’epidemia, a fronte di incrementi dell’ordine del 574% a marzo e del 126% ad aprile.
  7. L’eccesso di mortalità più accentuato nel mese di maggio 2020 si osserva nella provincia di Lecco (20,2%), comunque interessata da una importante diminuzione della mortalità rispetto agli incrementi di marzo (185%) e di aprile (129%).

 

 

L’eccesso di mortalità per età e per genere

Con i seguenti grafici si ha una fotografia di come la pandemia abbia generato un eccesso di mortalità e come questa si sia concentrata sugli uomini e sulle persone anziane, informazione che già conoscevamo, ma che con i dati possiamo far diventare quantitativa.

Eccesso di decessi per gli uomini nelle zone ad alta diffusione.

Nel grafico sottostante è riportato in che misura la pandemia abbia portato un eccesso di mortalità nella zona ad alta diffusione e per gli uomini.

L’evoluzione giornaliera degli scostamenti dei decessi cumulati del 2020 dalla corrispondente media 2015-2019 che è il riferimento su cui sono normalizzati i dati mostra chiaramente come la crescita dei decessi si sia innescata tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo.

 

 

Eccesso di decessi per le donne nelle zone ad alta diffusione.

Ecco gli stessi identici dati ma per le donne che mostrano come, pur con lo stesso andamento temporale, l’incremento della mortalità sia stato più contenuto per tutte le classi di età. I decessi cumulati raggiungono il 26 aprile il 46% in più della media degli anni 2015-2019 per la classe di età 90 e più, che risulta la più colpita dall’eccesso di mortalità. Segue la classe 80-89 anni, con un incremento massimo del 39%. Per le donne di 70-79 anni la tendenza alla diminuzione è anticipata e riscontrabile già dalla prima settimana di aprile, così come per le più giovani (50-59 anni) per cui i decessi cumulati del 2020 superano, a partire dall’ultima settimana di marzo, di 13 punti percentuali quelli della media 2015-2019, mantenendosi stabili fine alla fine di maggio.

 

 

Nelle zone a media e bassa diffusione del virus si osserva come l’eccesso di decessi sia stato più contenuto.

 

 

Per le province a bassa diffusione si osserva un eccesso di decessi solo per le età 90 e più (3% in più al 31 maggio) che persiste per tutto il periodo considerato anche se con lieve intensità.

 

 

Per descrivere l’andamento e le caratteristiche dell’epidemia da COVID-19, è stata predisposta una dashboard online in italiano e in inglese che fornisce un aggiornamento dell’epidemia in Italia sia negli ultimi 30 giorni sia dall’inizio dell’epidemia.

La dashboard è aggiornata quotidianamente ed è disponibile a questo link.