Addebitavano servizi in abbonamento senza il loro consenso, in 11 finiscono in manette per truffa, di questi tre son anche accusati di tentata estorsione. Tra gli indagati anche alcuni manager di Wind-Tre.

Un giro d’affari che ha fatto migliaia di vittime, tutte costrette a pagare servizi che non avevano mai chiesto di arrivare e a trovarsi di fronte al muro di gomma dei servizi d’assistenza per cercare di capire cosa fosse andato storto.

La strategia d’attacco è sempre la stessa: banner pubblicitari malevoli. Bastava finire nel sito sbagliato per venire bombardati dai messaggi dei servizi d’oroscopo e video porno in abbonamento. Una vera piaga, che vedeva a quanto pare un ruolo attivo di alcuni dipendenti delle principali compagnie telefoniche.

Per il momento sono 11 le persone finite in manette con l’accusa di frode informatica ai danni dei consumatori e intrusione abusiva nel sistema telematico. Il nucleo speciale tutela privacy e frodi informatiche ha condotto una serie di sequestri e perquisizioni nelle sedi legali di Wind-Tre, mentre l’Authority per le comunicazioni ha chiesto a Vodafone e Tim di chiarire la loro posizione.

Tre degli indagati sono anche accusati di tentata estorsione contrattuale. Nel frattempo, le autorità hanno sequestrato parte del bottino dei presunti truffatori: si parla di 12 milioni di euro.