Ieri sera siamo rimasti inchiodadi all’evento in streaming di Sony per oltre un’ora. Sono arrivate le esclusive, sono arrivati i “titoloni”, sono arrivate le sorprese ed è arrivata anche la console vera e propria, cosa per niente scontata. Siamo contenti?

Questo è un articolo a più mani dove abbiamo raccolto le opinioni degli editor videogames in Lega Nerd.

Prima di lasciarvi ai nostri editor voglio dire anche io due parole anche sulla presentazione di Playstation 5 di ieri: i contenuti c’erano ed erano davvero molto fighi. Almeno 4/5 titoli super interessanti ed in esclusiva. Il reveal del design della console e addirittura di tutti gli accessori al lancio (prende senso ora il leak di Amazon, sarà immagino un bundle con tutti gli accessori inclusi a 700 bobbe)

Ma…

La forma. Parliamo di un video montato precedentemente e mandato in una finta live. Invece a me è parso che qualcuno avesse la cartella sul desktop “trailer presentazione” e abbia continuato ad infilarci video fino a 10 minuti prima della live, per poi montare tutto linearmente e anche un pochino a caso e far partire la live.

Non c’era un presentatore che raccontasse e desse un minimo di filo unico al tutto. Non è che se sei in lockdown non puoi girare una roba dedicata. Anche questo mi fa pensare che il tutto non fosse stato pensato e progettato prima.

Niente grafiche a corredo se non per degli intermezzi grafici buttati abbastanza lì. Niente testi, spiegazioni, niente progetto.

Niente effetto one more thing.

Tempi completamente a caso, soprattutto nella parte centrale dedicata agli “indie” (possiamo chiamarli doppia A? di indie non hanno ormai niente) con trailer eccessivamente lunghi per titoli minori, io non potevo crederci: non bastava fare un bel trailer unico con tutti gli “indie”, magari spiegati anche un po’, magari con una grafica unica?

Ripeto: siamo tutti contenti di quanto è stato mostrato credo, ma è il *come* che davvero mi ha deluso.

Sembra davvero che in Sony siano tutti a lavorare da casa, che non ci sia stato un coordinamento, una supervisione, una direzione creativa e artistica.

I singoli elementi erano più che buoni, è mancato qualcosa che li mettesse tutti insieme sensatamente, senza che sembrasse di vedere una playlist di video.

Per me è un gran peccato, ma alla fine è chiaro che io faccio più caso di altri a questi aspetti. Ciò non toglie, ricordatelo, che questi aspetti non siano fondamentali quando si vuole comunicare qualcosa.

Vi lascio ora alle opinioni più “gaming-oriented” dei miei colleghi.

 

 

Mario Petillo

Conferenza piena di contenuti quella di Sony per la sua PlayStation 5: c’è la console, in duplice versione, con quella digital che si presenta molto più simmetrica e gradevole da vedere della versione con il supporto fisico, ma non c’è il prezzo, che avrebbe sicuramente dato maggior profondità all’intera argomentazione.

Dal punto di vista dei giochi, Sony presenta circa 25 titoli, ma di questi poco più della metà avrebbe meritato davvero il palcoscenico allestito per il salto di generazione: al di là dell’inizio incerto con l’ennesima riproposizione di GTA V, oramai stremato lui e stremati noi dalle sue infinite mungiture, PlayStation 5 ha saputo sfoderare gli artigli con il remake di Demon’s Souls, il nuovo Ratchet & Clank, Gran Turismo 7, Resident Evil VIII e Horizon II.

Se invece in un primo momento Spider-Man sembrava potesse farci gridare alla sorpresa, le precisazioni riguardanti il suo essere a tutti gli effetti una remastered del titolo già pubblicato su PlayStation 4 con un’espansione verso il mondo di Miles Morales, tra l’altro già mostrato durante le avventure di Peter Parker, smorzano tantissimo l’entusiasmo.

Interessante, tra l’altro, l’attenzione rivolta ai titoli indie, con grande spazio dato ad Annapurna, che si è presa grande spazio con dei titoli ispirati artisticamente, e al ritorno di Abe con il mondo di Oddworld, che si affianca a quei titoli, però, che non spreme a pieno l’hardware della nuova console: effetto nostalgia per chi già all’inizio della presentazione, con il logo della prima PlayStation, ha avuto un fremito di gioia, ma forse il brand di Oddworld oltre quel tuffo nel passato oramai non può offrire altro.

Incuriosisce la scelta di Shinji Mikami di darsi a un action in prima persona con un mix di attacchi melee e a distanza, mentre il suo figlio prediletto, Resident Evil, si mostra con il tanto atteso ottavo capitolo, altalenante nelle scelte stilistiche, affascinante per il suo modo sempre molto crudo di rappresentare la psiche umana. Infine, un cenno anche per Square-Enix, che ha spazzato via qualsiasi tipo di rumor sulla possibilità di un annuncio di Final Fantasy XVI, di Final Fantasy VII Remake – Part II o di un nuovo Kingdom Hearts, mostrando un semplice Project Arthia: il Luminous, che era il motore creato per Final Fantasy XV, c’è, il protagonista è un reskin totale di Noctis, ma il gioco sembra voler ambire a ben altro genere e tematiche.

Grande assente della serata è PlayStation VR, che perde addirittura AstroBoy, il titolo che doveva rappresentare la rinascita della tecnologia e che durante la conferenza si è mostrato in una versione platform molto naïf: nessun titolo presentato per la VR, nemmeno un tentativo. Che sia un segno che ci troviamo dinanzi a un’altra tecnologia fallimentare è possibile, che si possa replicare quanto accaduto col Move prima e con il Kinect dopo, per quanto riguarda Microsoft, è sempre più credibile.

Il medium più innovativo di sempre si dimostra, ancora una volta, il più conservativo di sempre nei confronti dell’evoluzione dell’hardware.

Nota di demerito, infine, per Pragmata e per Hitman III: il secondo non ha dalla sua niente di next gen, né nei contenuti né nella resa tecnica, il primo sarebbe potuto essere accettabile nel caso in cui fosse stato un nuovo gioco di Hideo Kojima, ma così invece non è altro che un tentativo di copia sia nello stile che, molto probabilmente, nelle tematiche.

 

 

 

Roberta Pagnotta

Seppur lontana dai fasti spettacolari e dai ritmi concitati delle conferenze losangeline, il nuovo format digitale di PlayStation funziona e sorprende, rivelandosi come ciò che l’ultimo Inside Xbox non è riuscito ad essere, sia nei contenuti che negli intenti.

Del resto, non potevamo aspettarci nulla di diverso: dopo essersi rifugiata all’ombra di una strategia comunicativa zoppicante ed incerta, era giunto il momento per Sony di tornare a rendere protagoniste le sue storie, nel tentativo di dare rinnovato valore e spessore a quell’iconico slogan che ha accompagnato tutto il ciclo vitale dell’attuale console del colosso nipponico.

Tra annunci telefonati, grandi ritorni e gradite sorprese, Sony dimostra ancora una volta la sua strabiliante ed incessante concretezza, scegliendo di realizzare uno show che, nonostante la mancanza di particolari guizzi lato annunci, non può che esser definito inattaccabile per la qualità e la densità dei contenuti mostrati.

Al di là delle presenze oserei dire quasi scontate, tra cui rientrano assolutamente anche i chiacchierati Horizon Zero Dawn 2, Resident Evil 8 ed il nuovo Spider-Man di Insomniac, tra le prime grandi sorprese di questo reveal va citato senza dubbio il ritorno della celebre serie platform Ratchet & Clank, che al di là dell’impatto nostalgico, mostra per la prima volta le straordinarie potenzialità dell’hardware, con sequenze di gameplay che sfruttano chiaramente la potenza del tanto osannato e velocissimo SSD di PS5.

Seguono poi a ruota l’interessante nuova IP di Capcom, Pragmata, presentata con uno spettacolare trailer cinematografico, capace quasi di richiamare nello stile e nelle atmosfere titoli come Death Stranding, ed il tanto atteso remake di Demon’s souls del team di Bluepoint, già autore del meraviglioso rifacimento di Shadow of the Colossus. Sebbene molto rumoreggiato, il remake di Demon’s Souls resta l’annuncio che ho atteso con maggior entusiasmo, sia per il profondo amore che nutro nei confronti delle opere di Miyazaki e sia per le enormi aspettative che ho riposto sin da principio nel progetto. Se ben ricorderete, Bluepoint ha compiuto un lavoro di restauro immenso nell’approcciarsi al capolavoro di Fumito Ueda, rimodellando ogni singola texture e ridefinendo le atmosfere con una cura ed un rispetto nei riguardi dell’opera originale a dir poco sensazionale. Un esercizio di stile lodevole e appassionato quello di Bluepoint che senza alcun dubbio vedremo replicato con maggior ambizione e cura in questo attesissimo nuovo progetto.

Arriviamo, infine, a parlare della console, svelata totalmente a sorpresa nel corso delle battute finali dell’evento e che come previsto sceglie di optare per un inedito ed accattivante schema di colori bianco e nero che si distacca totalmente con la tradizione monocromatica adottata per le scorse generazioni.

Una scelta coraggiosa ed incisiva che si ripercuote, infine, anche nella volontà di voler proporre la sua nuova ammiraglia in ben due versioni differenti, sulla falsariga di quanto da Microsoft con la sua versione All Digital dell’Xbox One S pensata per offrire ai giocatori la possibilità di optare per un modello più economico e nuove esperienze di gioco ispirate dall’evoluzione delle abitudini di consumo, che virano sempre di più verso la fruizione dei contenuti digitali ed il progressivo abbandono del supporto ottico.

Un vero colpo da maestro da parte di Sony che si dimostra ancora una volta brillante nel seguire l’andamento del mercato e attenta alle esigenze de giocatori. A questo punto resta solo da capire se la versione All-digital avrà una memoria di archiviazione maggiore e quale sarà il prezzo della console, che a questo punto dovrebbe presentare delle differenze sostanziali rispetto alla versione economica.

 

 

 

Filippo Consalvo

Non sarà Los Angeles e non ci sarà più il compiaciuto faccione di Shawn Layden, ma giugno 2020 e PlayStation erano un binomio che nemmeno la cancellazione di E3 avrebbe potuto separare. Dopo il rinvio di settimana scorsa, Sony ha deciso di fare la sua mossa e ancora una volta l’ha fatta con pochissime chiacchiere e una presentazione totalmente rivolta ai giochi, con uno sfoggio di esclusive palese e abbastanza legittimo, essendo state proprio queste a determinare il successo dell’attuale PlayStation 4.
Sin dall’inizio la linea è ben chiara: il primissimo logo Sony e la rassegna delle date di presentazione delle precedenti console Sony fanno capire che PlayStation 5 rappresenta il futuro, ma non bisogna dimenticare il passato, anzi, è cosa buona e giusta sfruttarlo come merita. Non è un caso dunque che i primi titoli a essere presentati dopo l’intramontabile GTA V siano nuovi capitoli di esclusive storiche.

Insomniac, ormai parte della nuova entità che porta il nome di PlayStation Studios, si guadagna le luci dei riflettori con Spiderman Miles Morales, espansione della remaster per PS5 dell’avventura di Peter Parker che ha conquistato i giocatori su PS4, e Ratchet & Clank Rift Apart, il cui gameplay sembra rappresentare lo spot perfetto per PlayStation 5: salti tra dimensioni profondamente diverse e un mondo di gioco vastissimo e ricco di elementi che inondano lo schermo senza alcun limite, rallentamento o caricamento, grazie alla tanto elogiata velocità di lettura del nuovo SSD.

Seguono l’immancabile Gran Turismo 7, con una manciata di secondi di gameplay che però ci mostrano ancora poco, e una carrellata di teaser video che mettono tanta carne al fuoco già per il 2021, con titoloni come Resident Evil Village e Hitman III.

Non sono mancate alcune sorprese interessanti, come Destruction AllStars, a metà tra Destruction Derby e Rocket League, o Project Athia, intrigante nuovo titolo di Square Enix “disegnato per PS5” ma che sarà disponibile anche su PC, realizzato dal team dietro Final Fantasy XV.

Una menzione d’onore invece per Pragmata, nuovo titolo multipiattaforma in arrivo nel 2022 che si presenta con un teaser criptico e visionario tanto da indurre in molti a pensare possa esserci dietro Hideo Kojima, ma il fatto si tratti di una produzione Capcom lo rende praticamente impossibile.

Sackboy a big Adventure sancisce il nuovo tentativo da parte di Sony di realizzare un platform in stile Super Mario, questa volta però con una modalità co-op da non sottovalutare e qualche minuto di gameplay che si è guadagnato la nostra attenzione, mentre Astro’s Playroom rimane sullo schermo il tempo necessario a ricordarci che ancora una volta PlayStation VR rimane relegato ai confini estremi dell’offerta videoludica di Sony.

Un altro titolo degno di nota pare essere l’esclusiva di PlayStation Studios Returnal, una sorta di survival action ispirato a Edge of Tomorrow (o meglio ad All You Need is Kill) dove sembra che il game over sarà parte integrante dell’esperienza di gioco.
Per quanto non vediamo l’ora di essere conquistati da nuove IP, come detto prima Sony non ci pensa due volte ad affidarsi ai titoli che l’hanno resa grande e decide di chiudere l’evento giocandosi la carta Horizon Forbidden West, sequel di Horizon Zero Dawn, il cui trailer ha messo in mostra un livello di dettaglio e una varietà di ambienti che confermano quello che sarà l’andamento della prossima generazione: vastità dei contenuti, fluidità dell’esperienza e nessun limite.

Esaurito il tempo per i giochi, gli ultimi tre minuti dello show mostrano finalmente il design della nuova PlayStation 5, chiaramente bianca come prevedibile dal controller che avevamo già visto, con delle linee snelle che si pongono totalmente all’opposto rispetto al monolite dei rivali di Microsoft.

È uno stile particolare, che punta a far risaltare la presenza della console nel proprio salotto, posizionabile sia in verticale che in orizzontale e con gli immancabili led blu a illuminare gli spigoli interni della scocca bianca. Un design che sa di console per videogiochi.
Interessante anche la scelta di proporre due versioni, una totalmente digital e una più panciuta che ospita anche il lettore Blu Ray, magari utile per molti ma esteticamente meno integrato del resto dei componenti: delle nuove cuffie, una PS Camera completamente ridisegnata, un telecomando per la gestione dei contenuti multimediali e il già noto controller Dualsense, con feedback aptico, tasti dorsali adattivi, porta USB-C e sensore di movimento.

Non si è trattato di un evento mozzafiato e insieme a tanti titoli tripla A e indie di valore ne abbiamo visti altri meno importanti, ma la linea di Sony è chiara ed è quella di continuare a sfruttare le proprie esclusive e soprattutto quei franchise storici che l’hanno resa iconica negli anni.

Senza E3 sarà difficile avere a breve sensazioni di prima mano su tutte le nuove funzionalità di questa generazione, ma la fine dell’anno si avvicina velocemente e questo evento ha decisamente mostrato ai giocatori che ci sono ottimi motivi per non vedere l’ora che arrivi.

 

 

 

Simone Lelli

Il braccio di ferro della Next-Gen sembra non risparmiare colpi di scena: è proprio Sony che in una strana serata di giovedì ha sparato una serie di colpi d’altro calibro. La line up dei prossimi anni si colora subito di brand come Demon’s Souls, Gran Turismo, Horizon e Marvel’s Spider-Man, evidenziando quanto PlayStation sia conscia delle proprie qualità e allo stesso tempo brava a tenersi gli assi nella manica.

Per il resto, una pletora di terze parti, molti gameplay capaci di mostrare le qualità dell’SSD e del Ray Tracing e tante piccole conferme di rumor che ormai urlavano dentro all’internet evidenziano soltanto una cosa: la Next-Gen sta arrivando, e si fa decisamente notare.

Sebbene potremmo parlare per ore dei nuovi giochi annunciati (parliamo di circa 28 titoli diversi), la ciliegina sulla torta è stato il reveal della console: con una forma sinuosa e non troppo sobria, PlayStation 5 sembra essere sicura del suo status di reginetta del ballo, al punto da lanciare non solo due versioni della console (sebbene quella solo digital lascia il tempo che trova), ma anche una serie di accessori come cuffie, telecamera, telecomando e base di ricarica che fanno subito capire la voglia di Sony di partire subito al massimo dei giri.

Tra le tante produzioni, comunque, spicca senza dubbio il gigantesco lavoro fatto da BluePoint Studios su Demon’s Souls: il breve trailer evidenzia all’istante non solo le migliorie grafiche, ma fa intuire dei perfezionamenti tecnici che potranno finalmente dare a quel gioco il lustro che merita.

Rimane comunque nel cuore l’annuncio di Marvel’s Spider-Man Miles Morales: anche se sembra replicare il meccanismo di Infamous: First Light (una sorta di DLC medio-breve standalone), il modo in cui fin dal primo trailer questo Spider-Man mostra i denti (e i suoi poteri diversi da Peter) fa subito saltare all’occhio l’attenzione nel dettaglio. Proprio questa, che nel primo capitolo è riuscita a far vivere l’avventura dei sogni di ogni amante dell’arrampicamuri, ora potrebbe dare il giusto valore a Miles, personaggio che già dal 2011 viveva nella carta stampata ma che solo dopo il film Spider-Man: Un Nuovo Universo ha saputo arrivare al grande pubblico.

Ultimo appunto, ma non per importanza, va dato alle nuove IP: sebbene Returnal e Destruction All Stars siano sembrati ottimi giochi, Project Athia (che segna il ritorno di un titolo esclusivo di Square Enix per PlayStation) potrebbe diventare quello che da una vita l’azienda cerca di fare con Final Fantasy senza successo (a causa dell’ormai consolidata idea dei fan), ovvero produrre un nuovo action RPG con dinamiche e meccaniche tanto innovative quanto spettacolari.

Quello che però ha catturato l’attenzione è stato Pragmata: segno che Capcom non è solo vecchi brand, questo titolo sembra avere in sé un po’ di quella pazzia che Kojima ci ha insegnato ad apprezzare, oltre che delle dinamiche che potrebbero sfociare in un gameplay unico e peculiare.

Ovviamente sono solo supposizioni, visto il solo trailer mostrato fino ad ora, ma se una cosa la PlayStation 5 ce l’ha insegnata, è che la Next-Gen ha il potenziale di fare cose inimmaginabili.

 

 

 

Simone Di Gregorio

Dopo qualche mese di comunicazione a dir poco claudicante, con il design di DualSense svelato random su PlayStation Blog, una conferenza GDC diventata consumer e qualche ingenuità rispetto alla chiarezza della concorrenza, Sony finalmente svela buona parte delle proprie carte, tenendosi in realtà intelligentemente per sé, al di là delle apparenze, le vere informazioni cruciali che potrebbero determinare molto del successo del lancio: prezzo e gestione del salto generazionale della libreria PS4.

Sul prezzo non avevo alcuna speranza e sono fermamente convinto per mille motivi (ma non è questa la sede per illustrarli) che sarà Microsoft a compiere per prima quel passo, mentre invece sinceramente speravo in qualche parola spesa per la retrocompatibilità e in dichiarazioni nette per quanto concerne la mediazione tra generazioni, visto il focus di questo appuntamento sul software. Eppure la convinzione che qualcosa di simile allo smart delivery Xbox esista per Sony non è da mettere in dubbio, in primis perché sarebbe da folli spezzare il mercato terze parti che già lo sta adottando. Penso dunque che sia solo questione di tempo prima che questi nodi vengano al pettine, magari proprio in tandem con il reveal del prezzo.

Fumoso invece e decisamente goffo e gestito male rimane il reveal di Spider-Man Miles Morales, in arrivo a fine anno e ambientato ovviamente dopo gli eventi del primo capitolo, con la natura dell’esperienza rimasta inspiegabilmente non chiarita nell’immediato. Dopo una dichiarazione ben poco chiara e maldestra di un executive di Sony questa mattina, che lo aveva inquadrato come un ibrido tra remastered ed espansione, sembra invece essere un gioco standalone, à la Eredità Perduta di Uncharted, godendo di un’ottimizzazione dell’engine ad hoc per sfruttare al meglio le capacità della nuova console.

Forse un paio di parole in più durante lo stream sarebbero più che bastate a disinnescare il flame sulla questione, ed è abbastanza assurdo pensare che si sia stati così ingenui da non specificare in qualche modo la natura del progetto per evitare possibili fraintendimenti.

Mettendo da parte le polemiche, passiamo alle mille bombe della giornata di ieri. Il design della console, in primis, che sinceramente non mi ha convinto per gusto personale (perché di design non pretendo di capirne qualcosa, ci sono persone più competenti). A mio avviso PlayStation 5 è da una parte anarchica nel panorama console nel suo colore e forma, dall’altra piuttosto anonima presa come oggetto in sé.

La cosa più interessante è in ogni caso a mani basse l’assenza del lettore disco in una delle due versioni della console (a fronte di una differenza di prezzo?), mossa abbastanza incredibile e audace quando vediamo che Microsoft –solitamente disposta ad avere un approccio digital più aggressivo – non ha ancora presentato nulla di simile per Series X.

Esaurito questo argomento, passiamo ai titoli esclusivi, con Sony che ha sganciato la bomba dei suoi studi interni e di vari accordi con terze parti come prevedibile, a mio avviso però con un ritmo della conferenza abbastanza sindacabile: non ho avuto il momento di brivido, né tantomeno quello di eccitazione, complice pure che il 99% di quello che si è visto era già stato ampiamente leakato.

Tra tutti, il nuovo episodio di Ratchet & Clank è di sicuro la gemma più interessante della presentazione, soprattutto per il suo essere essenzialmente una dimostrazione tecnica delle incredibili possibilità di tutto quel sistema di streaming dati che ruota intorno all’SSD di PlayStation 5.

Tralasciando l’evidente upgrade dell’illuminazione globale in ray tracing, fa obiettivamente smascellare la velocità nel cambiare scenario, e il fatto che lo shift dimensionale sia praticamente integrato come una qualsiasi delle meccaniche di gioco è fuori di testa ed è uno di quei classici momenti di epifania in cui ti rendi conto delle assurde capacità reali di una determinata tecnologia.

Per il resto, avendo seguito e perlopiù apprezzato il recente corso della serie di Capcom, sono certamente contento per Resident Evil 8 nel 2021 con di nuovo Ethan Winters protagonista (e il trailer conferma tutti i leak emersi), sebbene il filmato con cui è stato presentato abbia decisamente del discutibile, pur concludendosi con un gran twist. Chissà poi se il gioco essendo in prima persona verrà portato in qualche modo in realtà virtuale come fatto con RE7, magari questa volta con una nuova versione di PlayStation VR.

Horizon The Forbidden West mi ha invece strabiliato per impatto grafico e artistico (magari è la volta buona che gioco Zero Dawn), e Deathloop di Arkane mi è stato già venduto anche solo per il riprendere evidenti elementi del libero e duttile gameplay action stealth di Dishonored, di cui ho adorato entrambi gli episodi, combinandoli con tamarre dinamiche shooter e il twist della trappola di un continuo loop.

Allo stesso modo, Kena: Bridge of Spirits e Little Devil Inside meritano una menzione d’onore essendo due deliziose produzioni minori che non possono non convincere sulla carta, ed arriveranno entrambe come esclusive temporali console per PS5.

Per ultimo, nonostante non sia un grande appassionato di soulslike, penso che darò una chance persino al remake di Demon’s Souls, che dalle prime immagini sembra incredibile, specie se confrontato con l’originale, ribadendo la capacità di Bluepoint di rivoltare opere seminali come un calzino per aggiornarle agli standard moderni, esattamente come fatto egregiamente già con lo Shadow of the Colossus di Ueda.

In conclusione insomma come evidente una conferenza valida e ricca di contenuti, sì, ma almeno per quanto mi riguarda informativa e non particolarmente celebrativa e/o esaltante, come mi aspetterei da un reveal così rilevante.

 

 

Gabriele Atero Di Biase

Non poteva essere una presentazione perfetta quella di Sony, non con tutto quello che è successo nell’ultimo periodo, a partire dalla pandemia che ci ha negato l’E3 fino ad arrivare ai fatti più recenti che hanno portato a spostare l’evento di una settimana.

Il reveal di PS5 è andato avanti tra alti e bassi dunque, ma personalmente mi siedo dalla parte di chi per una volta ha visto il bicchiere mezzo pieno. Probabilmente influisce il fatto che nei primi dieci minuti della presentazione abbiano mostrato Gran Turismo 7 e Ratchet & Clank, due serie che amo alla follia. Il primo lo aspetto da sette anni (GT Sport mi ha soddisfatto a metà), il secondo è stato forse il titolo che più sembrava next-gen tra quelli mostrati.

Entrambi esclusive peraltro, così come Spider-Man: Miles Morales, il nuovo titolo di Square Enix Project Athia, il nuovo Horizon, Demon’s Souls, e ci metto pure il ritorno di Sackboy e Astro’s Playroom (Astro Bot: Rescue Mission per me è uno dei platform più belli degli ultimi anni e uno dei titoli che sfruttano meglio la VR. L’avesse fatto Nintendo staremmo a strapparci i capelli, le vesti e tutto lo stracciabile).

Insomma buono il ritmo, buoni i giochi, buone le esclusive. L’evento in sé invece mi ha lasciato un pochino perplesso. Troppo freddo. Ok il covid e i presentatori a distanza, ma mi è sembrato un compitino un po’ raffazzonato, come se non si fossero preparati abbastanza nonostante appunto il tempo non sia mancato.

Ed è mancato un po’ il dopo, il colpo a sorpresa che lascia gli spettatori a bocca aperta. “In romance, like show business, always leave them wanting more”, in amore come nello show business, devi sempre fare in modo che la gente ne voglia ancora. Lo diceva Howard Wolowitz in The Big Bang Theory, ed è strano che non ci sia arrivata Sony, che ha chiuso la presentazione mostrando ciò che più ha prestato il fianco alle critiche: il design di PS5.

Divisivo, futuristico, difficile da digerire, ma tutto sommato a me è piaciuto.

Niente che faccia gridare al miracolo, e per la verità sa anche un pochino di già visto, ma lo trovo indovinato, e amo la scelta del bianco (ho comprato la variante bianca del Dual Shock su ogni console PlayStation che ho avuto, praticamente), e sono contento anche della versione all-digital.

Non tutti l’hanno pensata così però: destano perplessità le dimensioni, e in generale si tratta di un look che è stato piuttosto criticato. Chiudere così e non con un teaser magari di un brand importante, fosse anche stato un logo buttato lì per pochi secondi, forse non è stato saggio.