Acqua radioattiva: ora si può purificare grazie a un nuovo sorbente

Un sorbente a base di polvere di “bronzo al tungsteno” potrebbe purificare l’acqua radioattiva industriale e potabile da radionuclidi pericolosi, nonché trattare efficacemente i rifiuti radioattivi liquidi.

Gli scienziati della Far Eastern Federal University (FEFU) in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di chimica FEB RAS hanno escogitano una tecnologia intelligente per la sintesi di sorbente a base di una polvere composta di “bronzo al tungsteno” volta a purificare l’acqua radioattiva industriale e potabile da radionuclidi pericolosi cesio (137 Cs) e stronzio (90 Sr), nonché per un trattamento efficace dei rifiuti radioattivi liquidi.

Il nuovo sorbente è appropriato quando la concentrazione di elementi radioattivi pericolosi è estremamente superiore al livello accettabile, vale a dire per il trattamento di scorie radioattive liquide da impianti nucleari e per eliminare le conseguenze di incidenti.

Una bellissima soluzione per gli urgenti problemi urgenti della radioecologia moderna, che consiste nel rimuovere completamente o fino al livello degli standard accettabili l elementi radioattivi pericolosi in grado di accumularsi nel corpo, sostituendo potassio e calcio.

Il sorbente di scarto dovrebbe convertirsi in ceramica ad alta densità con successivo smaltimento sicuro.

Proponiamo due modalità di purificazione dell’acqua radioattiva. Una prima “statica”, i granuli a base di polvere di bronzo al tungsteno possono essere semplicemente introdotti nel volume di corpi idrici contaminati. Una seconda “dinamica”, in cui le compresse di sorbenti possono essere integrati nei filtri di flusso.

ha afferma Arthur Drankov, membro del team e studente post-laurea della FEFU School of Natural Science.

Lo scienziato sottolinea inoltre che, se rigenerato, il sorbente può servire cinque o più cicli. Tuttavia, il riutilizzo di sorbenti “bronzo al tungsteno” non è l’idea principale, dato che le sue capacità di assorbimento rispetto ai radionuclidi 137 Cs e 90 Sr sono ben note.

Il vantaggio proposto dai ricercatori della FEFU School of Natural Science e FEB RAS è di convertire granuli di scarto o compresse di assorbimento in ceramiche ad alta densità per un ulteriore smaltimento sicuro durante l’emivita di elementi radioattivi pericolosi. Per il cesio, questo periodo è di circa 30 anni, per lo stronzio è di circa 29 anni.

Gli scienziati svilupperanno una tecnologia di trasformazione in ceramica nella fase successiva del lavoro supportata da una sovvenzione della Fondazione russa per la ricerca di base.

I ricercatori suggeriscono che il risultato complessivo sarà una tecnologia economica e che garantirà la sicurezza ambientale nello smaltimento di rifiuti radioattivi.

 

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