L’Homo sapiens è apparso in Europa circa 45 mila anni fa, quindi 2 mila anni prima di quanto si pensasse. A confermarlo alcuni parti fossili rinvenute all’interno della Grotta di Bacho Kiro, in Bulgaria, e analizzati dall’Università di Bologna e dall’ETH di Zurigo.
Le parti fossili trovate all’interno della grotta bulgara – sito paleontologico da tempo di grande rilevanza – rappresentano la più antica traccia della nostra specie in Eurasia e apre la forbice temporale durante la quale Sapiens e Neanderthal hanno convissuto prima dell’estinzione di quest’ultimo.
I fossili in questione sono nello specifico un dente e cinque frammenti ossei la cui appartenenza all’Homo sapiens è stata confermata da analisi del DNA mitocondriale. Successivamente l’Università di Bologna e l’ETH di Zurigo hanno stabilità l’età dei reperti umani tramite la tecnica della datazione al radiocarbonio.
Il risultato – pubblicato sulle riviste scientifiche Nature Ecology & Evolution e Nature – è stato che si tratta di fossili risalenti ad oltre 45 mila anni fa, precisamente tra i 45.820 e i 43.650 anni fa. Solo 2 mila anni dopo arrivò quella che fino ad oggi era considerata la prima ondata dell’Homo sapiens, convivendo quindi molto più di tempo di quanto si pensasse con i Neanderthal.
I Neanderthal sono scomparsi dall’Europa occidentale circa 40 mila anni fa, ciò significa che hanno vissuto con i Sapiens per almeno 5-7 mila anni. Precedenti studi sul DNA hanno anche dimostrato che tra di loro si erano anche accoppiati.