Intervista a Pedro Pascal, l’attore dietro l’elmo del Mandaloriano, protagonista di The Mandalorian, serie tv creata da Jon Favreau e Dave Filoni, che espande l’universo di Star Wars. Disponibile su Disney+.
La prima stagione di The Mandalorian si è appena conclusa. Ora che è tutta disponibile su Disney+ possiamo dirlo: la serie, creata da Jon Favreau e Dave Filoni, è (insieme a Rogue One) la cosa migliore accaduta all’universo di Star Wars da quando è nato Star Wars.
Composta da otto episodi, The Mandalorian racconta la storia di il Mandaloriano (Mando per gli amici), cacciatore di taglie incaricato di recuperare una creatura misteriosa, “Il bambino”, che il pubblico ha ribattezzato Baby Yoda. Sotto quel pesante elmo c’è l’attore Pedro Pascal. Noi abbiamo avuto modo di parlarci e farci raccontare qualcosa sul suo personaggio, su questa esperienza e sulla serie TV stessa.
Recitando senza poter utilizzare il volto, Pascal ha dato vita a un personaggio che sembra uscito da un film western, riuscendo a comunicare emozioni e stati d’animo utilizzando soltanto il proprio corpo e la voce. Un lavoro certosino, che per l’attore significa aver realizzato un sogno: “Per me è un sogno che si realizza” ci ha detto, proseguendo: “Non capisco più nulla, è come se fossi sulla Luna. Quando ero giovane sognavo di far parte di questa mitologia e ora ne faccio parte anche io. È meraviglioso.”
Volete sapere che altro ci ha raccontato? Seguiteci allora nella nostra intervista a Pedro Pascal.
The Mandalorian: non il solito Star Wars
L’entusiasmo di Pedro Pascal è comprensibile, anche perché è una storia dai toni diversi:
Per quella che è la mia esperienza della saga, il bene e il male sono definiti in modo molto chiaro. Jon Favreau e Dave Filoni in The Mandalorian hanno invece creato un ballo pericoloso tra questi due opposti.
Ora siamo nei confini più esterni della galassia, in un territorio inesplorato: visitiamo dei mondi che non abbiamo mai visto prima. La posta in gioco è più alta.
Questa serie ha una forte componente western. Lo show è costruito partendo dal mondo di Star Wars che tutti conosciamo, ma visto in un’ottica nuova e tagliente.
Si vede già dal trailer.
Credo che le persone siano state colpite soprattutto dal tono più dark della serie. È un mondo di Star Wars molto più imprevedibile.
Per farvi capire: quando sei dentro la Morte Nera sai di essere nella Morte Nera. Qui mi sembra di stare sempre nei vicoli. Siamo nelle retrovie.
È dark, duro e imprevedibile. È selvaggio: lo adoro.
Le storie di Star Wars affrontano temi universali. Nonostante sia una storia fantasy e di fantascienza, la serie riflette il mondo in cui viviamo, attraverso l’inclusività, la diversità e il conflitto.
Da bambino è stato affascinante arricchire la mia immaginazione grazie a queste storie. Ora che sono adulto è bello riallacciare il mio rapporto con questa saga, in particolare con la trilogia originale.
Sento che The Mandalorian è più vicino alle atmosfere di L’Impero colpisce ancora. È uno Star Wars più crudo.
Il primo incontro con Jon Favreau e Dave Filoni
Creata da Jon Favreau, The Mandalorian vede in Dave Filoni, regista e sceneggiatore, una figura chiave. Come è stato l’incontro con loro?
Ricordo di aver ricevuto una chiamata del mio agente, mi ha detto: “Jon Favreau vuole incontrarti per parlare di un progetto su Star Wars.”
Ho detto immediatamente: “Quando e dove?”: volevo davvero incontrare Jon Favreau.
Non importava cosa volesse farmi fare, non avevo idea di cosa fosse, se un film o una scatola di cereali.
Non sapevo nulla, ma sono andato nell’ufficio di Jon e l’ho trovato in una stanza interamente ricoperta da illustrazioni del progetto su cui stava lavorando. Le pareti erano piene di queste incredibili immagini del Mandaloriano.
Sapevo che si trattava di qualcosa di grosso non appena hanno detto “Star Wars”. Mi hanno detto: “Jon Favreau vorrebbe parlarti di una cosa su Star Wars”.
Quando ricevi un messaggio del genere dici: “Certamente”.
E ci vai in fretta.
È stato un incontro interessante. La prima volta che ho incontrato Jon stavo finendo una telefonata davvero fastidiosa quando è arrivato nel parcheggio a salutarmi.
Mi ha guardato come se mi fossi perso e poi mi ha portato in una stanza dove c’era Dave Filoni. È lì che c’erano gli storyboard.
Erano le immagini più belle di Star Wars che avessi mai visto.
Ho chiesto loro: “Beh, per quale ruolo devo fare l’audizione? Per questa creatura? Questo robot? Non sono un attore da voce narrante…”
Stavo facendo questa tiritera e loro mi guardavano confusi. Mi hanno quindi detto: “Tu sei il Mandaloriano”.
Ho chiamato immediatamente il mio agente. Ero entusiasta: mi stavano chiedendo di far parte di qualcosa di davvero importante.
Non saremmo stati in grado di realizzare The Mandalorian senza Dave Filoni. Ama Star Wars in modo incredibile. Potremmo tutti provare a battere il suo amore per la saga, ma perderemmo.
Diventare il Mandaloriano
Domanda inevitabile: com’è stato indossare per la prima volta l’elmo del Mandaloriano?
Non si vede molto bene con l’elmetto addosso, ma la prima volta che l’ho indossato mi sono emozionato.
Se Sei cresciuto giocando con i giocattoli di Star Wars e guardando i film, quando ti guardi allo specchio e ti vedi nei panni di una creatura uscita direttamente dai sogni della tua infanzia è un momento incredibile.
Ho riguardato tutti i film nell’ordine in cui sono usciti. Prima di immergermi in questo mondo ho voluto tornare ai ricordi della mia infanzia, alla prima volta che ho visto Harrison Ford e Carrie Fisher.
Mi hanno detto di guardare i film di Akira Kurosawa e Sergio Leone, hanno menzionato in particolare Il buono, il brutto, il cattivo.
Il passato di Mando è però un mistero: è intenzionale. Diamo dettagli della sua storia con il contagocce.
Sì, li conosco. C’è molto da scoprire su di lui.
Quando vediamo il personaggio vediamo qualcuno completamente ricoperto da un’armatura: la sua storia è nascosta.
È una persona che si è nascosta nel mistero e questo si vede già dal suo aspetto.
Ovviamente proveremo a smascherarlo in diversi modi.
Lavorare con Gina Carano
Oltre a Baby Yoda, Mando combatte insieme a Cara Dune, mercenaria interpretata da Gina Carano, campionessa di arti marziali. Com’è stato lavorare con lei?
Non potrei essere in mani migliori di quelle di Gina Carano.
Nella prima stagione si crea una squadra di emarginati e lei è l’altro personaggio principale.
Lei è quella più tosta e pericolosa, ma anche la più umana. Anche lei è una sopravvissuta, una solitaria e una reietta.
È un classico, noi emarginati ci attraiamo a vicenda.
Lei però è quella in grado di prendere a calci chiunque.