Strade Aperte, Milano restituirà 35Km di strada a pedoni e ciclisti

Il comune di Milano ha annunciato uno dei più ambiziosi piani di mobilità green d’Europa: questa estate 35 km di strade, oggi dedicate al traffico automobilistico, verranno restituite ai pedoni e ciclisti.

Milano, scrive il The Guardian, ha visto un calo del traffico automobilistico (e relativo inquinamento) compreso tra il 30-75% in questi giorni di lockdown. Ora l’ambizione è quello di mantenere la vivibilità del centro città ai livelli attuali (o quasi) anche dopo la fine dell’epidemia. Il progetto si chiama Strade Aperte.

Il Comune ha annunciato che intende trasformare oltre 35Km di strade oggi adibite al traffico stradale in aree pedonali e piste ciclabili.

Tra le zone che beneficeranno del programma sperimentale anche Corso Buenos Aires. Come è evidente dai primi render, non si tratta solo di creare aree a traffico pedonale, ma anche di rendere, dove possibile, la convivenza tra automobili e pedoni e ciclisti meno brutale per quest’ultimi:

 

 

Il piano Strade Aperte prevede la creazione di nuove piste ciclabili temporanee a basso costo, marciapiedi nuovi e ampliati, limiti di velocità di 30 km/h e strade prioritarie per pedoni e ciclisti. I lavori dovrebbero iniziare a maggio su un tratto di 8 chilometri di Corso Buenos Aires. Nel casto di questo tratto si parla di una pista ciclabile nuove e di un’estensione importante del marciapiede. Così Marco Granelli, Assessore alla mobilità del Comune di Milano:

Se tutti guidano un’auto, non c’è spazio per le persone, non c’è spazio per muoversi. Certo, vogliamo che l’economia riparta, ma pensiamo che dovremmo farlo su una base diversa da prima.

Nel frattempo, il progetto si è guadagnato un’ammiratrice d’eccezione:

La ratio del piano, ad ogni modo, non poggia esclusivamente nella volontà di rendere Milano più “green”. Esistono delle necessità estremamente pragmatiche che impongono alla metropoli di puntare tutto su bici e monopattini elettrici. Durante la Fase 2 Milano dovrà ridurre la capienza massima dei suoi mezzi pubblici. Le conseguenze che il comune di Milano vuole evitare le ha esplicitate in modo estremamente chiaro sempre Granelli:

Vuol dire che si passerà da un milione e 400 mila passeggeri al giorno a 400mila. Non possiamo pensare che diventino un milione di auto

da qui la necessità di creare gli spazi e le infrastrutture che effettivamente possano permettere ai milanesi di passare dai mezzi di trasporto pubblico alle biciclette.

 

Per non farsi trovare impreparati alla nuova mobilità milanese:

 

 

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