Lavarsi le mani: così Google celebra Ignaz Semmelweis

Ignaz Semmelweis è stato il primo medico a individuare l’importanza di lavarsi le mani per bloccare il contagio da virus e batteri: oggi Google lo celebra.

Se vi chiedessero chi vi ha insegnato a lavarvi le mani credo che il primo pensiero possa andare alla mamma mentre pochi, forse pochissimi, direbbero Ignaz Semmelweis.

Invece è stato proprio lui il primo medico a scoprire i benefici medici del lavaggio delle mani e oggi, 20 marzo, Google lo celebra con un Doodle quanto mai attuale.

 

 

Curiosamente esattamente 173 anni fa e cioè il 20 marzo del 1847, Ignaz Semmelweis venne nominato a capo della clinica di maternità dell’Ospedale Generale di Vienna, dove dedusse e dimostrò che una accurata pulizia e disinfezione delle mani poteva ridurre notevolmente i casi di trasmissione delle malattie tra i pazienti che in quegli anni funestavano il suo reparto di maternità.

Ma partiamo dall’inizio della storia

Ignaz Semmelweis nacque a Buda in Ungheria il 1 luglio 1818 da una famiglia agiata che gli permise di completare gli studi medici a Vienna. Proprio nella capitale austriaca entrò in contatto con grandi studiosi e medici dell’epoca e decise di specializzarsi in ostetricia, un campo che all’epoca non godeva di grande prestigio tra i medici.

In quegli anni non c’era alcuna abitudine di lavarsi le mani e, anche se oggigiorno può sembrarci assurdo, nemmeno i medici utilizzavano questa pratica.

Nei reparti di ostetricia di tutta Europa, e ovviamente anche in quello del dott. Semmelweis, una malattia chiamata la “febbre del parto” imperversava in quegli anni e stava facendo innumerevoli vittime tra le puerpere.

Ignaz Semmelweis intuì che il veicolo di trasmissione della febbre del parto erano le mani degli stessi medici

L’intuizione che Ignaz Semmelweis ebbe fu quella che il veicolo di trasmissione di questa febbre, che colpiva solo soggetti particolarmente sensibili e predisposti, fossero le mani dei medici che venivano prima impegnati per effettuare autopsie o altre operazioni. Fu così che prese la decisione di emanare la direttiva obbligatoria di lavarsi le mani tra una visita, o intervento, e l’altro. Sconfiggendo, ahimè in un primo momento solo nella sua clinica, dato lo scetticismo dei colleghi, questa malattia e anticipando di svariati anni quello che fu prassi igienica accettata universalmente.

Non solo l’ostetricia, ma tutta l’infettivologia ritiene che Ignaz Semmelweis sia di fatto il padre del controllo delle infezioni.

Purtroppo, come spesso accade nel mondo scientifico e non, sebbene assolutamente corretta quest’intuizione innovativa non venne presa con entusiasmo dal mondo della medicina dell’epoca, ma anzi, la comunità scientifica ostacolò l’idea che fossero gli stessi medici gli untori primari delle infezioni, nonostante questa pratica avesse dato degli ottimi risultati nella clinica del dott. Semmelweis.

Accadde così che Ignac Semmelweis fu screditato da tutta la comunità scientifica e finì in un manicomio dove morì, ironia della sorte, per setticemia il 13 agosto del 1865.

Solo negli anni successivi i suoi studi furono ripresi in considerazione e anche la sua reputazione al punto da essere poi definito il “salvatore delle madri” e il “padre del lavaggio della mani”.

Le sue ricerche sono state fondamentali per capire come prevenire il contagio all’interno delle sale operatorie e anche per fermare la diffusione di virus e batteri.

Un’esperienza che in questi giorni stiamo conoscendo molto bene e che, anche adesso, rappresenta il modo primario per difenderci dai virus, insidiosi e invisibili nemici.

 

 

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