Il 31 dicembre arriva nei cinema Playmobil: The Movie, film ispirato all’omonima serie di giocattoli tedeschi. Diretto dall’animatore Lino DiSalvo, al suo debutto da regista, il film è un road movie alla (ri)scoperta dell’amore fraterno e di sé stessi.
Era il 1974 quando la società tedesca Geobra Brandstätter presentò alla fiera del giocattolo di Norimberga la sua nuova linea di giocatoli, ovvero i Playmobil. Il successo immediato dei piccoli personaggi di plastica fece divenire la società tedesca il primo produttore di giocattoli della Germania. Un successo quello dei Playmobil dovuto sia alle piccoli dimensioni – 7.5 cm – sia ai dettagli e agli accessori, che negli anni anni sono divenuti sempre più particolareggiati, sia ai molti set disponibili.
Un successo durato oltre 40 anni e che come succede spesso con prodotti di successo ha varcato le soglie del mondo in cui è nato. Perché era prevedibile che i giocattoli arrivassero prima sul piccolo schermo con la serie in CGI Super 4 e successivamente al cinema con Playmobil: The Movie. Una scelta sicuramente coraggiosa, soprattutto dopo i tre successi cinematografici dei due film LEGO e dello spin-off su Batman.
Il 31 dicembre arriva nei cinema Playmobil: The Movie
Diretto da Lino DiSalvo, esperto animatore al suo debutto come regista, il film vede protagonisti Anya Taylor-Joy, Gabriel Bateman, Daniel Radcliffe, Adam Lambert, Kenan Thompson e Meghan Trainor. Dopo non aver convinto il mercato inglese e quello americano, Playmobil: The Movie arriverà nei cinema italiani il 31 dicembre.
Marla e Charlie sono due fratelli molto affiatati. I due giocano sempre insieme e sognano grandi avventure, ma le cose cambieranno inesorabilmente a causa di un incidente. Dopo anni di incomprensioni tra i due, dovuti soprattutto al cambiamento di Marla che ha abbandonato ogni tipo di sogno, Charlie fugge di casa per rifugiarsi al museo del giocattolo dove è allestita un’installazione Playmobil, giocattoli con cui i due fratelli usavano giocare da piccoli.
Raggiunto il fratello all’interno del museo i due verranno magicamente trasportati all’interno del mondo Playmobil, ritrovandosi non solo nel bel mezzo di una battaglia tra vichinghi, ma si ritrovano ad avere le sembianze e le dimensioni degli iconici giocattoli. Separati dopo la battaglia, inizierà per Marla un’avventura all’interno di un mondo sconosciuto alla ricerca di Charlie e anche di sé stessa.
Portare al cinema una storia basata su un marchio di giocattoli, in questo caso i Playmobil, è una scelta sicuramente azzardata, soprattutto perché se non si ha una storia solida il flop è assicurato.
Lo dimostra lo scarso riscontro di pubblico e critica che il film ha avuto nel mercato americano ed inglese, un insuccesso dovuto in gran parte alla storia poco avvincente e “già vista”, con una narrazione priva di colpi di scena degni di nota, dialoghi banali e canzoni dimenticabili. A ciò va aggiunto la presenza di un mondo costruito con superficialità.
Playmobil: The Movie ha una storia poco avvincente e già vista, inoltre presenta un mondo costruito con superficialità.
Un film in cui si intuisce in poco tempo cosa succederà, togliendo quindi del tutto allo spettatore la bellezza della scoperta della storia poco a poco. Un prodotto prevedibile sin dall’inizio e che non riesce a coinvolgere minimamente lo spettatore, che seguirà distrattamente una storia vista e rivista. A tutto ciò vanno aggiunti un villain con manie di grandezza (e nulla di più) a metà tra un cattivo di James Bond e l’imperatore commodo de Il Gladiatore, ma senza il loro carisma, gag ripetute all’infinito che alla fine stancano e un buonismo onnipresente il cui risultato è far venire il diabete.
La verità è che il paragone ed il confronto con i film LEGO viene spontaneo e il film diretto da Lino DiSalvo perde su tutta la linea. Perché se è innegabile che entrambi sono degli enormi spot delle linee di giocattoli, è altrettanto innegabile che i film diretti da Phil Lord e Christopher Miller alla base una storia solida ed avvincente ed un mondo costruito con meticolosità.
Il problema principale di Playmobil: The Movie non è tanto la storia semplice e lineare, quanto l’essere andato fin troppo sul sicuro decidendo di portare sullo schermo una storia già vista innumerevoli volte e raccontata in una maniera tutt’altro che nuova. Purtroppo è la solita solfa vista e rivista. È innegabile che la sceneggiatura scritta a sei mani da Blaise Hemingway, Greg Erb e Jason Oremland non riesce minimamente nel suo intento.
La storia si adagia troppo sugli allori, o meglio decide di affidare il tutto ai buoni sentimenti e all’onnipresente amore fraterno, ma non basta basare una storia sulla riconciliazione tra fratelli e sul viaggio dell’eroe (o qualcosa di simile) se la vicenda in sé non riesce a destare un minimo di cusriosità. Perché è questo forse il problema principale di Playmobil: The Movie, la totale assenza di originalità e l’incapacità di generare un minimo di curiosità nello spettatore.
Il problema principale di Playmobil: The Movie è la totale assenza di originalità e l’incapacità di generare un minimo di curiosità nello spettatore.
Un film in cui la caratterizzazione dei protagonisti è pari a zero, macchiette di personaggi già visti e la cui utilità spesso è nulla o vengono usati come Deus ex Machina più per mancanza di idee che come espediente sorprendente per risolvere la situazione.
Se Marla è la tipica sorella divenuta ipertrotettiva, Charlie è il classico esempio di bambino ribelle che rivorrebbe avere il rapporto speciale che aveva con la sorella. Al loro fianco un’insieme di figure che rappresentano lo stereotipo del cinema, dall’infabbile agente segreto parodia (stantia e poco divertente) di James Bond al traffichino che vive alla giornata, fino ad arrivare al villain con un ego smisurato ma senza un vero piano malvagio.
Un lungo, lunghissimo e noioso spot senza senso del marchio tedesco.
Una pubblicità noiosa e che si fa fatica a seguire perché priva di immaginazione e che non ha nulla da dire. Se non banalità. Perché per quanto ci si sforzi è difficile trovare un messaggio, se non quello di essere sé stessi e di crcare di non perdere il sorriso nonostante le difficoltà. Il problema è che viene detto nel modo più banale possibile.
Non aiuta in questo senso neanche la regia di Lino DiSalvo, al suo debutto da regista dopo anni da animatore. DiSalvo si limita a seguire i personaggi senza veri e propri guizzi, limitandosi a mostrare cosa accade, facendoci restare sulla soglia invece di farci entrare appieno nella storia.
Un film che decide in qualche modo di “ribaltare” l’espediente narrativo dei film LEGO trasformando i protagonisti in giocattoli, ma con un risultato alquanto anonimo. Playmobil: The Movie per quanto piacerà ad un pubblico di piccoli spettatori (per cui è stato pensato) annoiarà i più grandi. Occasione (o meglio dire spot) mancata.
Playmobil: The Movie sarà al cinema dal 31 dicembre.