Missione Euclide: un telescopio spaziale alla scoperta del dark universe

L’ESA si prepara con la missione Euclide ad esplorare lo spazio più profondo alla scoperta della materia oscura e dell’energia oscura. La missione potrebbe individuare alcuni tasselli mancanti per comprendere il funzionamento dell’Universo.

L’universo oscuro, dark universe, è uno degli aspetti più misteriosi del cosmo che da sempre affascina scienziati e non. Esso rappresenta quella parte invisibile costituita da energia oscura e materia oscura che interagisce con la materia visibile. Un vero enigma in quanto l’unica cosa che gli scienziati sanno è che è vasto e che ha modellato l’evoluzione del nostro Universo.

Secondo ESA, l’Universo è composto per circa il 76% di energia oscura, per il 20% di materia oscura e solo per il 4% di materia visibile, o meglio tutto ciò che ci circonda e che possiamo vedere, incluso noi stessi.

L’esistenza della materia oscura è deducibile sulla base all’effetto gravitazionale che insiste sulla materia visibile e la debole interazione tra le particelle potrebbe accertarlo. Inoltre, secondo le teorie basate sempre sulle osservazioni del visibile suggeriscono la presenza di un energia oscura: un altro enigma cosmico.

 

 

Il telescopio spaziale per mappare la geometria dell’universo oscuro scandagliando oltre un terzo dell’intero cielo utilizzerà due diversi strumenti: una telecamera a lunghezza d’onda del visibile e uno spettrometro vicino all’infrarosso.

Gli strumenti permetteranno di osservare e analizzare la forma e lo spostamento verso il rosso di migliaia di milioni di galassie che risalgono a 10 miliardi di anni fa e la mappa in 3D su larga scala così ottenuta consentirà agli scienziati di vedere come l’energia oscura ha avuto un ruolo significativo nell’espansione dell’universo.

Euclide non sarà in grado di vedere direttamente ciò che è oscuro ma cercherà di individuare elementi fisici che ne attestino la presenza: lenti gravitazionali e oscillazioni acustiche barioniche.

Si verificherà la presenza di lenti gravitazionali deboli all’interno delle galassie come indicatore dell’esistenza di materia oscura e ci si baserà, invece, sulle fluttuazioni della densità della materia barionica visibile (materia normale) come metro per misurare l’energia oscura rispetto al tasso di espansione dell’Universo.

 

 

Gli scienziati sono già all’opera anche per ricevere l’enorme mole di dati che sarà trasmessa dal telescopio spaziale. Hanno infatti realizzato il più grande catalogo di galassie attraverso simulazioni di particelle di materia oscura riportando le caratteristiche delle galassie reali come le forme, i colori, la luminosità, gli spettri e le distorsioni della lente gravitazionale.

Il catalogo delle galassie sarà utile per confrontare i dati ricevuti e riconoscere così la materia oscura e l’energia oscura.

 

 

Il collaudo e l’assemblaggio del modulo di volo del telescopio Euclide e del modulo di servizio sono già iniziati presso Tolosa, Francia e al Thales Alenia Space di Torino. I due moduli saranno integrati definitivamente nel 2021 e il satellite completo sarà sottoposto a test finali in preparazione al lancio previsto per il 2022.

 

 

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