Successo per la Japan Aerospace Exploration Agency: anche il secondo tentativo della sonda Hayabusa 2 di prelievo di materiale sull’asteroide Ryugu è andato bene.

L’obiettivo della missione è lo studio dell’asteroide Ryugu (Drago) per comprendere l’origine del Sistema Solare raccogliendo campioni della superficie e del sottosuolo.

L’obiettivo della missione è lo studio dell’asteroide Ryugu (Drago) per comprendere l’origine del Sistema Solare raccogliendo campioni della superficie e del sottosuolo.

Dopo il primo tentativo riuscito dello scorso febbraio, la JAXA aveva deciso di eseguire un secondo atterraggio in un’altra zona prima di tornare sulla Terra con i campioni prelevati.

Successivamente la raccolta dei primi campioni dalla superficie, con il primo touchdown, la sonda si è allontanata nuovamente per lanciare una carica esplosiva così da poter raggiungere il sottosuolo dove raccogliere elementi più puri: non sottoposti a radiazioni solari o a raggi cosmici o a grandi sbalzi di temperatura.

Non è stata una missione facile infatti oltre alle difficoltà dovute alla presenza di rocce sul suolo, la presenza della polvere creatasi con l’esplosione poteva creare problemi di visibilità.

L’enorme distanza poi ha reso impossibile telecomandare Hayabusa 2: l’operazione è infatti stata affidata completamente ai sistemi di bordo. Ulteriore complicazione visto che nel caso in cui la guida automatizzata fosse stata ingannata dalla polvere non si sarebbe potuto intervenire.

 

 

Ieri 11 luglio, in Italia erano le 3:30, il secondo touchdown è avvenuto con successo.

Nonostante i rischi si è deciso di procedere: è la prima volta che una sonda spaziale preleva campioni di un asteroide da due aree diverse.

Ora aspettiamo il suo rientro con la speranza che siano stati raccolti abbastanza campioni per distribuirli nei vari laboratori. L’inizio del rientro è fissato per dicembre 2019 e servirà circa un anno per tornare sulla Terra.