Dragon Quest Builders,l’acclamato sandbox targato Square Enix, torna su Playstation 4 e Nintendo Switch con una storia tutta nuova e meccaniche totalmente inedite.
Quando Dragon Quest Builders approdò per la prima volta sul mercato fu una vera e propria sorpresa. Concepito come un mero esperimento, il particolare sandbox targato Square Enix, riuscì a distinguersi immediatamente da tutti gli titoli appartenenti al genere non solo per il suo inconfondibile tratto stilistico, ma anche e soprattutto per la sua originale natura ibrida che finì per conquistare anche coloro che potevano considerarsi decisamente lontani dall’universo ludico del celebre titolo di Mojang.
L’equilibrato mix tra la componente ruolistica e le tipiche meccaniche di costruzione presenti in Minecraft portarono alla creazione di un’esperienza di gioco molto più coinvolgente e strutturata, che finì per abbattere rapidamente il fattore ripetitività tipico del macro-genere dei sandbox.
A distanza di tre anni dall’uscita del primo capitolo della serie, Dragon Quest Builders 2 promette di essere un titolo molto più ricco ed esteso rispetto al suo predecessore, grazie all’introduzione di alcune novità corpose e meccaniche totalmente inedite. Scopriamole con la nostra recensione.
Vi ricordiamo che Dragon Quest Builders 2 sarà disponibile dal 12 luglio 2019 per Playstation 4 e Nintendo Switch. La versione da noi testata per la recensione è quella per Nintendo Switch.
Dal seme alla pianta
Il titolo è ambientato ben 100 anni dopo gli eventi raccontati nel primo Dragon Quest Builders e segue quindi grossomodo la stessa linea temporale di Dragon Quest II, con opportuni riferimenti al mondo di gioco e ai suoi personaggi.
Dopo un lungo periodo di pace, il regno di Torland si trova a dover fare i conti con nuova e terribile minaccia, decisa più che mai a portare il mondo alla rovina e alla distruzione. Sarà quindi compito del leggendario costruttore e dei suoi fedeli compagni armarsi di spada e martello per riuscire a portare il regno allo splendore e alla prosperità di un tempo.
Essenzialmente Dragon Quest Builders 2 si presenta sul piano strutturale molto simile al primo capitolo, ma con l’aggiunta di alcune novità che arricchiscono l’esperienza di gioco in termini di immediatezza e di divertimento. Innanzitutto, i martelli e le spade sono stati finalmente assegnati a due tasti diversi, rendendo molto più semplice e comodo il passaggio da uno oggetto all’altro. La divisione in capitoli scompare per fare spazio ad una maggiore linearità e libertà di esplorazione e si aggiunge al nostro fianco per la prima volta un compagno d’armi: Marloth, il cui nome suonerà sicuramente molto familiare ai fan più affezionati della celebre serie ideata da Yūji Horii e che fungerà da fedele spalla sia per quanto riguarda il combattimento che la raccolta dei materiali.
Dopo un breve tutorial, mettiamo subito piede nella prima località: la fattoria di Camposolco. Anche stavolta il nostro obiettivo primario sarà quello di ricostruire la base, avendo cura di portare a termine tutti gli incarichi attribuiti dagli abitanti del luogo per renderla più fiorente e funzionale. Se è pur vero che le dinamiche di progressione sono rimaste pressoché invariate, la scelta da parte del team di sviluppo di rendere più profonda e articolata l’interazione con gli NPC rende il tutto decisamente più entusiasmante.
Se nell’avventura precedente, infatti, era soltanto il costruttore l’unico essere in grado di dare vita ad imponenti e straordinarie creazioni, d’ora in poi potremo contare anche sul cospicuo aiuto degli altri abitanti del villaggio che collaboreranno all’unisono per darci una mano a mettere in piedi anche i progetti più complessi. Una graditissima aggiunta che alleggerisce in maniera sostanziale le fasi di crafting e soprattutto quelle dedicate alla creazione, scongiurando in maniera definitiva tutti quei momenti di eccessiva pesantezza riscontrati in passato nel corso delle varie operazioni di riparazione e non solo. Ma non è tutto: ci capiterà di incontrare alcuni personaggi dalle abilità uniche, impossibili da mettere in pratica per dei poveri e semplici costruttori: c’è chi penserà a trasformare il fango in una verde distesa erbosa, chi sarà in grado invece di abbattere enormi mura o chi arerà il campo e di curare il raccolto.
E qui veniamo ad un’altra delle novità particolarmente interessanti di questo nuova produzione: l’introduzione del farming. In Dragon Quest Builders 2 potremo coltivare la terra grazie all’aiuto degli abitanti dell’isola, che si occuperanno di lavorare il terreno per renderlo fertile e pronto per la semina. Potremo davvero coltivare di tutto, dalla lattuga ai pomodori, fino ad arrivare alle zucche e al grano.
Ogni tipologia di pianta o di vegetale andrà protetta dall’attacco dei mostri e curata secondo delle specifiche modalità di coltivazione: il pomodoro, ad esempio, avrà bisogno di un terreno umido e di un bastone di sostegno per poter maturare, mentre la canna da zucchero potrà crescere soltanto su terreni bagnati da abbondante acqua. Una possibilità che sfrutta concretamente il nuovo sistema di gestione della fisica dell’acqua, che consente per la prima volta di costruire fiumi, cascate e nuovi sistemi di irrigazione, che oltre ad arricchire l’esperienza in termini di gameplay, rendono i verdi paesaggi bucolici del titolo ancor più spettacolari da vedere e soprattutto da esplorare.
Dragon Quest Builders 2 si rivela a tutti gli effetti un titolo che amplia enormemente le possibilità creative del giocatore. Dopo aver accolto con estrema attenzione i feedback dell’utenza, il team di sviluppo ha deciso di optare per un aumento della verticalità estendendo il numero di altezza dei blocchi posizionabili da 32 a 96, ed introducendo finalmente una modalità multiplayer sia locale che online.
L’unione fa la forza
La modalità Multicostruttore, infatti, è senza dubbio una delle aggiunte più stuzzicanti e corpose di Dragon Quest Builders 2. Per accedervi basterà essere iscritti al programma Nintendo Swicth Online e aver riparato il portale magico situato nei pressi dell’isola del Risveglio.
Oltrepassando il varco, potremo finalmente visitare i regni degli altri giocatori o persino invitarli nel nostro mondo fino ad un numero massimo di tre utenti per partita. Come funziona in concreto? Essenzialmente tale funzionalità spinge perlopiù il giocatore a sperimentare un’esperienza di gioco condivisa, senza apportare alcun vantaggio o bonus ai fini del raggiungimento degli obiettivi di gioco.
Lo scopo principale è in sostanza quello di collaborare nella ricerca di materiali e nella costruzione in gruppi da quattro giocatori. Potremo ospitare una partita online o partecipare ad un’altra già attiva, aiutando così l’host a portare a termine i suoi obiettivi. Visitando le altre isole non sarà possibile ovviamente portare con sé alcun materiale o oggetto in essa presente (che rimarranno appannaggio esclusivo di chi ospita) ma si potranno visualizzare le informazioni relative ai progetti e trarne così ispirazione per i propri lavori.
In sostanza, la modalità multicostruttore non offre nulla di particolarmente strutturato o interessante. E se da un lato tutto ciò potrebbe risultare condannabile per l’impronta limitativa che a conti fatti fornisce alle possibilità del giocatore, dall’altro resta comprensibile sotto molti punti di vista data la natura un po’ ristretta e decisamente particolare del titolo.
Il portale, infine, non costituirà l’unico elemento tramite il quale potremo metterci in contatto con gli altri giocatori. Estremamente interessante, infatti, risulta anche la funzione offerta dalla bacheca, uno spazio virtuale in cui potremo postare le nostre istantanee preferite – dimenticavo: c’è anche un’appagante modalità fotografica con filtri, saturazione, zoom e tutto il resto – e mostrare così al mondo le nostre capacità di novelli costruttori.
La bacheca include inoltre alcune piacevoli funzionalità social come la possibilità di votare i nostri scatti preferiti, visualizzare le classifiche della settimana e catapultarci – come dicevamo – istantaneamente all’interno dei mondi rappresentati negli scatti.
What a wonderful world
Rispetto ad Alefgard, la mappa del nuovo regno si presenta decisamente più articolata ed estesa. Caratteristiche che rendono ancor più stimolanti le fasi esplorative, complice assolutamente anche la volontà da parte del team di sviluppo di enfatizzare maggiormente l’impronta ruolistica, puntando molto di più sul valore della singola scoperta (con la presenza di un numero maggiore di enigmi ambientali e segreti) e sul grinding.
Si evolve anche il sistema di movimento: da adesso, infatti, sarà possibile spostarsi più rapidamente da una zona all’altra grazie all’introduzione del viaggio rapido e dello sprint, attivabile premendo il tasto dorsale del controller.
Se prima, infatti, era impensabile raggiungere via mare le isole o esplorare da cima a fondo il mondo di gioco, tutto questo è finalmente possibile: potremo infatti andarcene a zonzo per le ricche terre del nuovo regno a bordo di un autovettura, di un vascello, a nuoto o addirittura volando, sul dorso di una creatura alata o trasportati da uno strano mantello che ricorda tantissimo quello già visto in The Legend of Zelda: Breath of the Wild.
Una piacevole commistione che di certo non stupisce: d’altronde non è la prima volta che il particolare sandbox di Square Enix strizza l’occhio alla celebre saga nipponica. Il sistema di combattimento, rimasto pressoché invariato nella forma rispetto al primo capitolo, riprende infatti a pieno quello messo a punto in The Legend of Zelda: The Wind Waker, per quanto riguarda soprattutto animazioni, effetti sonori e meccaniche che risultano in concreto semplici ed essenziali.
Sebbene, però, Dragon Quest Builders 2 dimostri tutte le sue eccellenti qualità sul piano prettamente ludico, è sul fronte tecnico che mostra tutte le sue incertezze. La versione per Nintendo Switch raggiunge in modalità portatile i 720p e i 30fps, mentre in modalità dock raggiunge una risoluzione di soli 900p con cali di frame piuttosto aggressivi riscontrabili in entrambi casi nei momenti di battaglia più concitati o quando compaiono più elementi a schermo.
Ma la scarsa ottimizzazione del comparto tecnico non è l’unico aspetto che va a minare la splendida esperienza di gioco offerta da Dragon Quest Builders 2: la telecamera, infatti, continua a dare non pochi problemi di stabilità all’interno degli ambienti chiusi anche in questa nuova avventura. Inconveniente non da poco, che in parte viene alleggerito dall’introduzione della modalità in prima persona che ci permette di avere finalmente un angolo di visione più ampio e dettagliato e che va a migliorare sensibilmente la gestione e la precisione del sistema di posizionamento dei blocchi.
Al netto di qualche piccola incertezza sul fronte tecnico, Dragon Quest Builders 2 rappresenta senza dubbio la perfetta evoluzione strutturale del primo capitolo.
Il titolo riprende in toto tutte quelle caratteristiche che hanno reso così unica ed appagante l’avventura precedente per riproporle in una formula ancor più profonda e rinnovata.
L’ottimizzazione dell’interfaccia, la nuova modalità multiplayer e le inedite meccaniche di costruzione restano molto più che delle semplici aggiunte, collocandosi come degli elementi che contribuiscono in maniera concreta a rendere l’esperienza di gioco molto più piacevole e intuitiva rispetto al passato.
- Perfetta evoluzione del primo capitolo
- Estremamente ricco e divertente
- Interfaccia ottimizzata
- Interazioni con gli NPC più profonde
- Tecnicamente zoppicante
- La telecamera continua ad essere instabile
- Modalità multiplayer poco strutturata