Era nell’aria e i più informati sapevano che qualcosa era cambiato negli ultimi mesi: ora è ufficiale, Jonathan Ive lascia Apple per fondare un proprio studio di design. Il principale cliente del nuovo studio sarà proprio Apple.
È proprio Tim Cook, il CEO di Apple a chiarire la questione in un comunicato stampa:
Apple will continue to benefit from Jony’s talents by working directly with him on exclusive projects, and through the ongoing work of the brilliant and passionate design team he has built.
Ive ha guidato il design team di Apple fin dal 1996 e il suo rapporto di amore e contrasto con Steve Jobs ci hanno regalato i prodotti più iconici degli ultimi 20 anni, dall’iMac all’iPod, dall’iPhone all’iPad.
Quando Jobs tornò in Apple nel 1997 si mise subito a lavorare a stretto contatto con Ive e il risultato delle loro lunghe discussioni fu una vera rivoluzione nel design in campo informatico, il primo iMac del 1998. Il resto è storia.
La sua ossessione per i materiali e la cura maniacale del dettaglio, la sua passione per un certo tipo di design, minimale, ma fortemente rappresentativo, ha creato l’immagine stessa di Apple, la più importante azienda di tecnologia al mondo.
Il libro “Designed by Apple in California” uscito nel 2016 è il perfetto testamento per la carriera in Apple di Ive:
Cosa succederà ora al design di Apple? Cambierà radicalmente? ci sarà una cura minore del dettaglio e dei materiali? Rispondere in questo momento è impossibile, posso solo fare delle ipotesi guardando al passato e ad altre aziende.
La cura del design dipende unicamente dalla volontà dell’azienda e in particolare del suo CEO, di mettere questo aspetto al centro di ogni strategia. Steve Jobs metteva il design al centro. Da li partiva ogni altra considerazione: economica, strategica, politica, sociale.
Si può dire la stessa cosa di Tim Cook? Purtroppo no. Cook è un ragioniere, uno che mette il profitto e la redditività al primo posto nelle strategie aziendali, uno che considera certamente il design importante (sarebbe un folle a non farlo, soprattutto in Apple) ma che di sicuro non farà mai scelte radicali rischiando di perdere miliardi di dollari solo per inseguire un’ideale legato al design.
Durante la malattia di Steve Jobs molti avevano pensato a Jonathan Ive come il suo successore ideale, ma la discussione è finita quando lo stesso Jobs ha indicato Cook come nuovo CEO di Apple.
Continuo a pensare che Ive sarebbe stato il CEO perfetto per Apple, che con lui oggi avremmo una Apple sicuramente meno ricca, ma più vicina agli ideali che l’hanno contraddistinta nei suoi primi anni di vita.
Ive si è ritrovato incastrato in Apple dopo la morte di Jobs: senza il titolo per guidare l’azienda e senza la forza di fondarne una nuova altrettanto significativa e importante.
Sono passati otto anni: fondare un nuovo studio ora è forse una liberazione per Jonathan Ive e gli permetterà di respirare aria fresca e collaborare con altre aziende, regalandoci altri ottimi prodotti.
In bocca al lupo Jonathan!