Gli studiosi sospettavano da tempo che le parti del corpo potessero operare indipendentemente dal controllo centrale dell’ipotalamo.
Fino ad adesso era solo un’ipotesi, ma ora gli scienziati pubblicano i risultati definitivi (attraverso il periodico Cell) ottenuti dagli esperimenti effettuati sui topi.
Disabilitandone l’intero sistema circadiano (modificando anche la dieta ed esposizione alla luce) e successivamente stimolando gli orologi biologici della pelle e del fegato separatamente, sono stati osservati risultati sorprendenti.
Ad esempio il fegato, nonostante tutti gli altri orologi biologici fossero disabilitati, è riuscito a comprendere che ore fossero della giornata, rispondendo ai cambiamenti di luce e mantenendo le funzioni critiche, preparandosi alla fase di digestione pur essendo isolato dagli stimoli dell’ipotalamo.
In qualche maniera ancora non ben definita, i ritmi circadiani del fegato sono risultati influenzati da segnali ricevuti dagli altri organi, interrompendo completamente le funzioni solo in condizioni di totale oscurità.
Paolo Sassone-Corsi, dell’università della California e co-autore dello studio, espone le implicazioni che queste scoperte avranno:
Le implicazioni future saranno vaste: con i topi possiamo iniziare a decifrare i percorsi metabolici che controllando i nostri ritmi circadiani, i processi di invecchiamento ed il benessere in generale.
A causa dei moderni stili di vita, è infatti facile oggigiorno perdere il corretto allineamento, sviluppando depressioni, allergie, invecchiamento prematuro, cancro ed altri problemi.
Gli studi sui topi aiuteranno a capire come poter riallineare gli orologi biologici interni che regolano i nostri ritmi circadiani.