In media il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) impiega 112 minuti per circumnavigare Marte, a circa 2 miglia al secondo (3,4 chilometri al secondo). Entrato in orbita il 10 marzo del 2006, l’MRO ha raccolto dati della superficie e dell’atmosfera marziana e grazie alla sua potente fotocamera ad alta risoluzione (HiRISE) anche immagini dettagliate.
Il 15 maggio scorso il Mars Reconnaissance Orbiter ha raggiunto un grande obiettivo completando 60.000 giri attorno a Marte.
La sonda spaziale non sta solo comunicando alla terra le sue scoperte, ma rappresenta anche un ponte affidabile che trasmette i dati dei rover e dei lander della NASA presenti su Marte. Entro il prossimo mese un altro obiettivo sarà raggiunto: la sonda MRO avrà trasmesso 1 terabit di dati, in gran parte dal rover Curiosity della NASA.
MRO ha offerto agli scienziati e al pubblico una nuova prospettiva su Marte – ha detto il Project Manager Dan Johnston del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California, che guida la missione – Abbiamo anche supportato la NASA nelle missioni di superficie su Marte, consentendo di inviare le loro immagini e scoperte agli scienziati sulla Terra.
Mentre il rover e il lander possono studiare solo le loro immediate vicinanze, i satelliti come MRO possono vedere vaste aree dell’intero pianeta: grazie alla loro prospettiva aerea, infatti, forniscono agli scienziati la visione di un pianeta dinamico.
Con lo strumento Mars Climate Sounder e la sua fotocamera Mars Color Imager, MRO può anche studiare eventi atmosferici come la massiccia tempesta di sabbia globale che si è rivelata fatale per il rover Opportunity della NASA nel 2018.
Marte è il nostro laboratorio – ha detto la ricercatrice del progetto MRO Leslie Tamppari del JPL – Dopo oltre un decennio, abbiamo raccolto dati sufficienti per formulare e testare ipotesi per vedere come [questi eventi atmosferici] cambiano o resistono nel tempo.
Le sonde spaziali come MRO rappresentano anche potenziali siti di atterraggio per le future missioni, ma non solo, data la difficoltà che ogni atterraggio comporta, questi fungono da scatole nere registrando ogni dettaglio necessario alla progettazione di missioni più sicure e che saranno la chiave per inviare astronauti verso Marte.
Gli atterraggi di successo richiedono grande precisione: entrata con la giusta angolazione nell’atmosfera di Marte, apertura del paracadute al momento giusto e sensori che rilevano la superficie che si avvicina rapidamente.
La raccolta di questi dati è fondamentale per sviluppare missioni che riporteranno gli astronauti sulla superficie della Luna entro il 2024 e all’esplorazione umana del pianeta rosso.
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- Image Credit NASA