Durante i Motor1 Days 2019 che si sono tenuti all’autodromo di Modena, abbiamo avuto modo di vedere in anteprima mondiale i nuovi prototipi DevBot 2.0 e di intervistare Bryn Balcombe, Chief Strategy Officer di Roborace, il campionato motorsport per auto a guida autonoma dove a fare la differenza non è più un vero pilota di auto, ma un team di programmatori. Il futuro del motorsport è molto nerd.
Sono all’autodromo di Modena per i Motor1 Days invitato da Motor1 e ho un solo obbiettivo: vedere in anteprima mondiale i nuovissimi DevBot 2.0 di Roborace, il nuovo campionato motorsport per auto a guida autonoma che seguo da un paio di anni e che sta per entrare in una nuova e importate fase, quella che viene chiamata Season Alpha, la prima vera stagione di prova.
Vi avevo già parlato di Roborace un paio di anni fa durante la mia trasferta a New York per vedere la Formula E: allora c’era solo un primissimo prototipo di auto, il DevBot 1.0, un primo seme di quello che sarebbe diventato un progetto molto più grande e ambizioso che oggi coinvolge più di 70 persone nella sede inglese di Roborace.
La presenza a Modena è molto più significativa: due grandi camion hanno trasportato qua tantissimo materiale e ben tre auto completamente nuove: sono i DevBot 2.0, la nuova piattaforma hardware su cui si baserà tutta la Roborace nei prossimi anni.
Parliamo di auto elettriche da competizione e a guida autonoma: il campionato mette a disposizione lo stesso “hardware” per tutti i team partecipanti, cioè in pratica tutti gareggiano con la stessa identica auto (cambiano solo le livree, bellissime) mentre i singoli team lavorano unicamente sul software che in questo caso è la gestione appunto della guida autonoma in pista, operando su pochissimi parametri durante la gara: unicamente lo sterzo, il gas e il freno.
Le auto come vedete dalle foto sono sia bellissime esteticamente che molto potenti, 0-100 in meno di tre secondi, 250 Km/h di velocità massima e una ventina di minuti di autonomia per la batteria attuale, più che sufficienti per la decina di giri che si fanno nelle prime esibizioni messe in piedi fino ad ora. Il costo a macchina? Oltre 750 mila sterline.
A bordo ogni ben di Dio per chi si occupa di guida autonoma: radar, lidar, sensori di ogni tipo, camere, radio, GPS e chi più ne ha, più ne metta.
La formula, come vi dicevo, prevede dei team che lavorano unicamente al codice per la gestione della guida che viene poi riversato in ogni auto: attualmente sono tre università, tra cui anche la nostra Università di Pisa. La sfida ovviamente è leggere tutti i dati dei tantissimi sensori presenti sull’auto, in tempo reale, ed utilizzarli per arrivare primi in una gara. Semplice da scrivere, terribilmente difficile da realizzare correttamente.
È tutto chiaramente ancora una grandissima sperimentazione e il campionato è più un grande messaggio pubblicitario verso uno dei possibili futuri del motorsport moderno, un futuro davvero molto nerd se dovesse realizzarsi come lo ha in testa Bryn Balcombe, Chief Strategy Officer di Roborace.
Oltre ad ammirare i nuovi prototipi e a scattare un sacco di foto sono qua per intervistare proprio Bryn.
Roborace è nata nel 2015 da un’idea del nostro fondatore per aiutare al massimo lo sviluppo della mobilità elettrica e della guida autonoma: un campionato che pubblicizzi quel tipo di tecnologia al grande pubblico, ne aiuti lo sviluppo diretto e la nascita di nuovi talenti che se ne occupino in futuro.
Quello che pensiamo è che l’intelligenza artificiale sarà ovunque: nei nostri telefoni, nelle nostre case, nelle nostre auto: la domanda è come useremo l’intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza di guida e migliorare la mobilità?
Ci sono due utilizzi pratici di questa tecnologia: uno è quello che prevede la mobilità come servizio (Mobility as a Service) dove le auto semplicemente vi porteranno a destinazione senza che voi dobbiate guidare, ma non è questo il motivo per cui ci si compra un’auto sportiva come quelle che possiamo vedere oggi qua a Modena: per chi vuole una incredibile esperienza di guida l’intelligenza artificiale può essere altrettanto importante, andando appunto a migliorare questa esperienza, grazie ad algoritmi dedicati e pensati proprio per quel particolare uso.
Questo è quello che stiamo facendo in Roborace in pratica: lavorare su come l’intelligenza artificiale possa migliorare l’esperienza di guida sportiva.
No certo, facevo un discorso generale, Roborace è ora una media company come la Formula 1 o la Formula E: da un punto di vista tecnologico noi definiamo dov’è la competizione e nella Roborace la competizione è nel software.
Tutto l’hardware è identico per tutti i team: le auto sono le stesse e hanno gli stessi sistemi e sensori a bordo, l’unica differenza è il software che guida le auto.
Esattamente.
Si, in questo evento di Modena abbiamo la Technical University of Munich (TUM) e l’Università di Pisa, mentre nell’evento precedente avevamo anche un team privato, “Arrival”. Altri team si uniranno nel futuro prossimo, non appena avremo altre auto DevBot 2.0 a disposizione.
La prima stagione di prova, quella che chiamiamo Season Alpha, è iniziata tre settimane fa.
Si, è una competizione di prova, stiamo valutando le prestazioni delle auto e i diversi approcci dei team, è un enorme cantiere.
Le nuove auto che stiamo utilizzando hanno due motori elettrici sulle ruote posteriori (la prima aveva quattro motori NdItomi) fanno da 0 a 100 in meno di tre secondi, hanno ruote stradali e una autonomia a batteria di una ventina di minuti.
Il primo approccio alla pista è dato ancora da un vero pilota che guida queste auto una prima volta e imposta i parametri di guida base su cui si appoggiano poi i team per riuscire a riguidare nella stessa pista con la guida autonoma.
I team qui a Modena hanno già replicato il giro di pista di un vero pilota con uno scarto di solo lo 0,5%: il giro di riferimento per noi è fondamentale ora per valutare come si comportano gli algoritmi di guida sviluppati dai diversi team.
No, abbiamo anche una vera competizione, con le auto che stanno in pista insieme e cercano di superarsi! Abbiamo già fatto tre dimostrazioni di questo tipo.
Beh per ora non ci interessa molto la spettacolarità, quanto valutare il miglior approccio alla guida. Ogni team imposta autonomamente le sue strategie e non è influenzato da Roborace in questi ambiti, ma per ora è possibile superarsi unicamente in aree stabilite della pista (solitamente a fondo rettilineo, NdItomi)
Dobbiamo partire con una interazione sicura tra le auto per ora in questa stagione sperimentale, non possiamo permetterci di distruggere le auto ogni gara…
Nei test fatti a Modena abbiamo avuto i pilota umani che hanno guidato le auto fino a 100Km/h per la pista e poi sono state le IA a prendere il controllo: i piloti sono scesi e le intelligenze artificiali hanno girato da sole, arrivando alla velocità massima di 196Km/h a fine rettilineo questa mattina.
La Robocar è per noi solo una dimostrazione tecnologica per ora, pensala un po’ come se avessimo una Formula 2, con questi DevBot e una Formula 1, con le Robocar, molto più veloci e performanti. Ora stiamo sviluppando i veri algoritmi su questa formula più “facile” e che ci permette di avere anche piloti umani a bordo per impostare dei punti di riferimento per i team.
Arriveremo ad usare anche le Robocar, ma ci serviranno ancora almeno due anni di sviluppo per essere pronti a quell’approccio totalmente senza pilota. Saranno le Season Alpha e Season Beta di Roborace, nel 2019 e nel 2020.
No, per ora gli unici input possibili accettati dalle DevBot 2.0 sono lo sterzo, il gas e il freno, il resto è identico per tutte le auto e non può essere modificato dal team, quindi niente impostazioni personalizzate di assetto o altro di più specifico.
Oltre alla classica gara tra auto abbiamo fatto anche altre dimostrazioni in cui i team dovevano superare dei test specifici, come frenare prima di un ostacolo, passare tra diversi ostacoli correttamente, etc… è una stagione di prova come ho detto…
Avremo anche un evento di hill climbing in Inghilterra il prossimo mese, che metterà i team di fronte ad una sfida completamente nuova.
È il nostro “emotion system”, un sistema basato su schermo e audio che cerca di comunicare l’emozione provata dall’intelligenza artificiale attraverso suoni e una rappresentazione visiva dello stato d’animo, come vedi ora le auto sono felici.
Abbiamo pensato a modi davvero innovativi per coinvolgere i fan durante le nostre gare in futuro. Uno degli aspetti più caratterizzanti delle nostre gare è che ogni auto è guidata dai dati che per ora vengono forniti unicamente dai sensori a bordo, ma sarà possibile in futuro collegare questi dati anche ad un simulatore virtuale, pilotato da un fan o da un pilota di eSport, mettendo quindi virtualmente in pista sia le nostre auto “vere” che quelle virtuali.
Esatto: le nostre auto reali potranno reagire non solo in base alla posizione delle altre auto reali in pista, ma anche in base alla posizione di auto virtuali… e in televisione potrai vedere la gara con sia le auto reali che quelle virtuali, piazzate visivamente in pista insieme.
Non lo sappiamo ora, abbiamo davvero appena cominciato, serviranno almeno altre 4 o 5 anni per vedere qualcosa di definitivo, stiamo scoprendo man mano cosa possiamo fare e come farlo al meglio.
Grazie a voi, stiamo lavorando duro per rendere tutto questo realtà nei prossimi anni, il futuro del motorsport è senz’altro molto nerd secondo noi! (ride)
Insomma, mi sembra davvero tutto molto interessante e cercherò di seguire da vicino gli sviluppi di Roborace nei prossimi anni, tenendovi aggiornati. Sicuramente è tutto molto ambizioso, ma sicuramente tecnicamente fattibile: la sfida mi sembra quella di diventare anche spettacolari e appetibili per il grande pubblico e mi pare che su questo Roborace abbia già le idee piuttosto chiare.
Le nuove Devbot 2.0 sono bellissime da vedere e hanno già una forte personalità che le aiuterà a farsi conoscere dai media prima e dal grande pubblico poi.
Come si arriverà a vere gare, belle da vedere e appassionanti, con team ben definiti per i quali tifare di settimana in settimana, è tutto da vedere e verificare.
Quello che so per ora è che è tutto molto bello ed interessante: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, in tutti i campi possibili, è ormai la parola d’ordine del mondo tecnologico e anche il motorsport, per quanto possa sembrare un ambito non così scontato, è assolutamente in prima fila grazie a Roborace.
- Sito ufficiale Roborace (roborace.com)
All Photos © Antonio Moro / LegaNerd.com