Il Living Planet Symposium è un’ottima occasione per presentare i primi dati acquisiti della missione Prisma, un’eccellenza tutta Italiana.

In orbita dal 22 marzo il satellite Prisma (PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa) è il satellite tutto made in Italy, dotato di sensore ottico iperspettrale progettato per acquisire immagini della superficie terrestre corredate di informazioni sulla composizione chimico-fisica dei materiali. L’occhio di Prisma, infatti, ha la capacità di riconoscere gli oggetti e gli elementi chimici che lo compongono.

L’occhio di Prisma, infatti, ha la capacità di riconoscere gli oggetti e gli elementi chimici che li compongono.

La strumentazione ellettro-ottica è in grado di analizzare le bande spettrali dei materiali, dal visibile al vicino infrarosso, fino all’infrarosso a onde corte, rendendolo capace di riconoscere un oggetto o risalire alle sue caratteristiche chimico-fisiche.

Gli attuali sensori ottici dei satelliti registrano la radiazione solare riflessa della Terra in numero di bande limitato, la strumentazione di Prisma è in grado di acquisire ben 239 bande spettraliL’obiettivo è quello di ottenere informazioni sempre più sofisticate riguardanti le risorse naturali e i principali processi ambientali in atto, come i fenomeni legati al cambiamento climatico.

Il satellite sarà operativo da metà giugno, e, al momento, sono attive tutte le fasi di verifica funzionale e di calibrazione del sistema di osservazione della Terra più avanzato del mondo. Dopo questa presentazione seguirà la prima dimostrazione dei prodotti iperspettrali della missione Prisma al Paris Air Show 2019 di Bourget.

Prisma, satellite dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), è il risultato di competenze scientifiche tutte italiane, è stato realizzato infatti da un “raggruppamento” temporaneo di imprese guidato da Ohb Italia, responsabile della missione e della gestione delle tre fasi, terra, volo, lancio, e Leonardo, che ha realizzato la strumentazione elettro-ottica iperspettrale, oltre a diversi equipaggiamenti di bordo, come i sensori d’assetto e il pannello solare. Si aggiunge poi il lancio realizzato con il vettore Vega, di proprietà Esa ma con un concept tutto italiano.

La missione è il frutto dello sviluppo tecnologico spaziale nazionale.

Sviluppo tecnologico inteso a rafforzare la crescita e la valorizzazione delle eccellenze italiane e la competitività del Paese nello scenario globale delle tecnologie, delle applicazioni e della ricerca in merito all’osservazione della terra.