Iricercatori hanno analizzato le tracce di inquinamento intrappolate negli strati di ghiaccio sulla cima del Dôme du Goûter.
I risultati delle analisi hanno rivelato due picchi di inquinamento atmosferico da metalli pesanti, relativi ad un incremento di antimonio, piombo e argento durante due periodi dell’antichità, legati soprattutto alle attività estrattive e di forgiatura del metallo.
Il primo intervallo, tra il 350 e il 100 A.C., relativo alla prosperità sbocciata durante il periodo repubblicano, ed il secondo, relativo al periodo imperiale tra lo 0 e il 200 D.C.
Michel Legrand, ricercatore dell French National Center for Scientific Research, spiega di come queste attività antropiche dell’antichità incrementarono il livello naturale del piombo in atmosfera di un fattore di 10:
Per comparare questi risultati alle recenti attività umane, in relazione all’utilizzo dei combustibili fossili, in Europa nell’ultimo secolo le emissioni hanno aumentato il livello del piombo atmosferico da un fattore 50 a uno di 100: quindi l’inquinamento dei Romani fu 5-10 volte minore di quello recente.
Sebbene si parli di una quantità di emissioni dilazionata in un periodo maggiore rispetto alle emissioni moderne dell’ultimo secolo,
il risultato permette di evidenziare un discreto inquinamento caratterizzante la società romana, soprattutto in relazione al grado tecnologico, urbanistico e industriale raggiunto all’epoca.