Ci sono voluti alcuni anni, ma le avventure a fumetti del leggendario witcher Geralt di Rivia sono tornate in formato omnibus. Siete pronti ad andare a caccia di mostri? Preparate le vostre spade d’acciaio e d’argento, che il viaggio abbia inizio.

Witcher è una delle saghe fantasy più amate del mondo dei videogames e non ha ormai bisogno di presentazioni, rivaleggiando (e secondo alcuni superando) persino con la longeva serie di The Elder Scrolls.

In particolare il successo del terzo capitolo del videogame, The Wild Hunt del 2015, è stato così trascinante da trasformare il gioco in un vero e proprio caso da studiare, un mix perfetto di trama, avventura, esplorazione e ambientazione azzeccata, che ha fatto incetta di premi e riconoscimenti diventando un must have assoluto per gli amanti del fantasy.

 

Geralt di Rivia è un personaggio impossibile da ignorare.

Capelli completamente bianchi, occhi dai bagliori dorati, misteriose cicatrici, lupo solitario e sciupafemmine incallito; è un witcher, ovvero un umano mutato, geneticamente modificato per essere il perfetto cacciatore di mostri, dotato di eccezionali capacità e poteri ben al di sopra dei comuni mortali. Questo fa di lui una creatura estremamente affascinante da un lato ma anche oggetto del pregiudizio e del razzismo degli altri uomini.

Se lo state pensando anche voi, la risposta è si. In pratica i Witcher non sono poi così distanti dai primi X-Men di Stan Lee e Jack Kirby.

I romanzi di Andrzej Sapkowski che hanno fatto da ispirazione per i 3 videogiochi sviluppati da CD Projekt Red, pubblicati in rivista prima e poi sotto forma di romanzi a partire dal 1990, sono ben presto diventati anche dei fumetti in Polonia, come succede spesso in casi di successo come questi.

I romanzi di Andrzej Sapkowski che hanno fatto da ispirazione per i 3 videogiochi sviluppati da CD Projekt Red, pubblicati in rivista prima e poi sotto forma di romanzi a partire dal 1990, sono ben presto diventati anche dei fumetti in Polonia, come succede spesso in casi di successo come questi.

La proposta evidentemente deve aver funzionato visto che in tempi più recenti l’americana Dark Horse Comics, sempre attentissima nel proporre numerosi tie-in per il mercato americano ed internazionale, non si è fatta sfuggire l’occasione di acquisire i diritti di pubblicazione del personaggio e dell’universo in cui si muove.

Quella che abbiamo per la mani è la corposa raccolta in formato omnibus di 3 mini saghe già pubblicate in precedenza, ovvero La Casa di Vetro e I Figli della Volpe (scritte da Paul Tobin e disegnate da Joe Queiro), La Maledizione dei Corvi (questa volta disegnata da Piotr Kowalski) e il capitolo extra Uccidere Mostri, con i disegni del nostro Max Bertolini.

Le saghe vanno ad approfondire e contestualizzare ulteriormente l’universo di Geralt e la sua personalità, facendogli affrontare di volta in volta avventure diverse che, se fossimo ancora nell’ambiente videoludico, chiameremo normalmente side quest.

Ne La Casa di Vetro Geralt si ritroverà a vagare con Jakob, un cacciatore che ha perso la moglie, ora diventata a suo dire una Bruxa, una strega maligna, fino ad arrivare ad un’abitazione al centro di un bosco che sembra essere circondata da un’aura di magia ed illusione.

 

 

La casa non sarà semplicemente un luogo infestato, ma si farà metafora della triste storia di Marta, la defunta moglie di Jakob e di una Succubus si nome Vara, che si dimostrerà estremamente attratto dal nostro Witcher dai capelli bianchi.

I Figli della Volpe introdurrà una nuova temibile creatura, una Vulpess, un essere metà volpe e metà donna (molto vicino alla tradizionali Kitsune giapponesi), in cerca di vendetta per l’uccisione della propria figlia da parte di una spedizione di cinici e avari mercanti in cui Geralt e il suo amico nano Addario Bach si imbatteranno.

 

 

La loro strada per il ritorno verso Novigrad diventerà una fuga per sfuggire allo spirito vendicativo e alle sue terribili e letali illusioni.

La loro strada per il ritorno verso Novigrad diventerà una fuga per sfuggire allo spirito vendicativo e alle sue terribili e letali illusioni che decimeranno l’equipaggio della Profeta Lebioda.

Nel terzo capitolo farà la sua comparsa anche Ciri, “figlia” adottiva di Geralt e sua compagna di avventure, nonché co-protagonista del terzo capitolo della saga videoludica. I due saranno ingaggiati per affrontare una creatura estremamente pericolosa, una strige, una strega corrotta da una maledizione.

La caccia si farà complessa e pericolosa e abbonderanno i misteri per una trama leggermente più elaborata rispetto le precedenti due con alcuni risvolti interessanti riguardo i personaggi coinvolti.

Nel capitolo extra “Uccidere Mostri” Geralt e Vesemir affronteranno un demone, non prima di essere passati, come spesso accade, tra le spire del pregiudizio della gente comune che vede i Witcher come creature soprannaturali non tanto diverse dai mostri che cacciano.

Il fenomeno delle trasposizioni sono innanzitutto progetti di business legati al successo di un prodotto, di un libro, di un videogioco. Una maniera per assecondare o intercettare i desideri di un pubblico che dopo essersi appassionato ad una determinata saga, ad esempio, chiede sempre di più e a maggior voce prodotti correlati che possano soddisfare la sete di curiosità.

Quando si traspone un’opera come un film, o un libro, in un’opera a fumetti, a causa del rischio di impresa insito nell’operazione (mediamente sempre piuttosto elevato), non sempre vengono stipati alti budget per la produzione.

 

 

Mi rendo conto che sia spesso triste, ma a volte è più importante avere qualcosa con cui riempire le librerie e le fumetterie sfruttando un brand, piuttosto che uscire con un progetto editoriale di alta qualità e lungimirante.

Mi rendo conto che sia spesso triste, ma a volte è più importante avere qualcosa con cui riempire le librerie e le fumetterie sfruttando un brand, piuttosto che uscire con un progetto editoriale di alta qualità e lungimirante.

Logiche di mercato, nulla di cui stupirsi. I Tie-In di questo tipo nascono con lo scopo principale di alimentare i fan di un brand, piuttosto che conquistare nuovi lettori.

A volte va bene, come per esempio nel caso di Alien: i fumetti di Mark Verheiden (editi sempre da Dark Horse e pubblicati qui in Italia da saldaPress) sono un ottimo esempio di tie-in riuscitissimo: Aliens 30° Anniversario (Aliens Book I e Book II) sarebbe dovuto diventare il soggetto per la creazione del terzo film della saga (poi cambiato e affidato a Fincher).

I fumetti di The Witcher, quantomeno nel progetto editoriale di Dark Horse Comics, si pongono invece un obiettivo più semplice ed immediato: dare al fan esattamente quello che vuole e che ha provato nel videogioco.

 

Le storie proposte in questa Omnibus sembrano tutte side quest che potremmo incontrare durante le ore di gioco su Witcher 3 The Wild Hunt.

Le storie proposte in questa Omnibus, per lo più scritte da Paul Tobin, sembrano tutte side quest che potremmo incontrare durante le ore di gioco su Witcher 3 The Wild Hunt.

La trama è quasi sempre lineare, efficace quanto basta per essere di intrattenimento e ricolma di fan service che facciano sentire a proprio agio gli aficionados.

Quindi Geralt metterà in campo tutte le sue caratteristiche più conosciute (compreso il suo essere un affascinante mascalzone con il gentil sesso), non perderà mai occasione di ricordare quanto sia detestato dagli uomini o di usare i segni Igni, Aard ecc in ogni combattimento.

Di per sé non c’è nulla di male, se si cerca un fumetto che possa farci provare le sensazioni della comfort zone che la saga videoludica rappresenta per noi. Ma non aspettatevi di certo un capolavoro di intreccio narrativo come le sceneggiature principali dei videogiochi.

Gli episodi autoconclusivi, pur presentando ottimi spunti molto vicini alle atmosfere di certe storie di Mike Mignola su Hellboy (che cura la copertina del volume fornendo un richiamo davvero irresistibile, ottimo marketing, non c’è che dire), come per esempio nella prima mini saga “La Casa di Vetro”, potranno far felici gli amanti del brand, senza tuttavia farci gridare al miracolo.

La parte grafica è discreta ma a tratti altalenante: Piotr Kowalski e Max Bertolini si fanno riconoscere per una certa cura nel dettaglio, ma Joe Queiro si distingue per una maggiore personalità, pur non meravigliando soprattutto nella realizzazione dei volti dei protagonisti (molto meglio sui mostri).

Purtroppo i colori, a volte molto piatti, non contribuiscono a sollevare la performance che si attesta su un livello di sufficienza ma non brilla come avrebbe potuto.

 

 

Pensate alla cover di Mignola: aver affidato a lui una di queste storie, sia alla sceneggiatura che per la parte grafica, avrebbe potuto generare un piccolo gioiellino fumettistico, ma come vi dicevo poche righe più su, evidentemente il budget a disposizione era sufficiente giusto per permettersi una sua copertina.

Che cosa rimane?

Rimane un buonissimo prodotto per i fan della saga e i nostalgici delle avventure di Geralt di Rivia, stampato e offerto da Panini Comics giusto in tempo con l’arrivo della serie tv con il buon Hanry “Superman coi baffi coperti in CGI” Cavill nei panni del lupo bianco.

Un fumetto di intrattenimento con dei buoni spunti alla scrittura, un’atmosfera coerente con quella respirata nel videogioco e spesso molto figlia della suddetta saga, tanto da dare la sensazione di giocare a delle side quest e di avere ancora la Playstation 4 accesa e il joypad in mano. E per l’andazzo che di norma hanno queste opere direi che è già un buon risultato.

Questa è in qualche modo la maledizione dei tie-in e dei fumetti creati per cavalcare un’onda di un successo commerciale di un brand a monte: se ci si impegna si possono produrre dei gioielli che a volte superano persino il brand stesso, se ci si accontenta…beh la conclusione l’avete capita.

 

 

 

71
The Witcher Omnibus
Recensione di Giovanni Zaccaria
ME GUSTA
  • I fan della saga saranno accontentati con un grande rispetto per i personaggi (specie Geralt) e le atmosfere
  • Trame lineari ma efficaci e con numerosi fan service
  • Buon tempismo nel pubblicare la omnibus in vista della serie con Henry Cavill
  • Sembra di avere il pad della Play 4 in mano e di essere in varie side quest di Witcher 3.
FAIL
  • Disegni discreti ma decisamente non memorabili. I colori sono purtroppo molto piatti e non sollevano la performance
  • Con autori di maggior spessore avremmo potuto godere di ottimi fumetti, anche per i non appassionati
  • Ci si limita ad accontentare i fan, senza ricercare un'eccellenza anche al di fuori del fanbase