Il 15 Novembre arriva al cinema la pellicola sequel di Animali Fantastici e Dove Trovarli, ovvero Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, parte di una nuova saga creata dalla famosa J.K. Rowling e diretta da David Yates ambientata quasi settant’anni prima rispetto alle vicende narrate nella saga originale di Harry Potter. Ma questo secondo capitolo, oltre a riportarci nella magica Hogwarts, ci avrà soddisfatto davvero?
Due anni fa, nei cinema di tutto il mondo, arrivava Animali Fantastici e Dove Trovarli, il primo capitolo di quella che sarebbe poi diventata la nuova saga spin-off dell’universo di Harry Potter.
Domani, 15 Novembre, nelle nostre sale arriverà Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, il secondo capitolo di questa nuova saga che ci porta indietro nel tempo e che lancia ufficialmente l’universo espanso cinematografico del Wizarding World.
Partiamo immediatamente da una dovuta premessa che forse aiuterà a comprendere meglio il senso di questa pellicola a chi andrà da domani al cinema.
Se Animali Fantastici E Dove Trovarli aveva il compito di introdurre nuovi personaggi, ambientazioni e una larga fetta del mondo dei maghi al di fuori delle mura “protette” di Hogwarts, Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald ci porta letteralmente nel vivo di una nuova storia che – molto probabilmente – ci aprirà alcune di quelle porte che ci hanno poi condotto, anni a dietro, alla storia del piccolo mago orfano Harry Potter.
Lo sbaglio più grande, sebbene piuttosto logico, è quello di approcciarsi al film come una propria seconda pellicola della nuova saga.
In realtà, Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald è il vero inizio di una storia che ci viene appena accennata negli ultimi minuti finali di Animali Fantastici E Dove Trovarli e che, sicuramente, continuerà nei prossimi capitoli (in tutto saranno cinque i film di questa nuova saga).
In parte questo potrebbe anche voler dire che i film potrebbero tranquillamente coesistere a prescindere dall’esistenza dell’altro; c’è, comunque da dire che alcuni dei personaggi principali, come per esempio Credence (Ezra Miller), Newt Scamander (Eddie Redmayne) e lo stesso Grindelwald (Johnny Depp), vengono comunque annunciati fin dal primo film e hanno un certo peso.
Fatta questa dovuta premessa e senza girarci troppo intorno, Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald è una pellicola di svolta, una di quelle che convincono a metà perché ponte di collegamento per un capitolo più decisivo.
È il riscatto sociale e artistico di Johnny Depp nei panni di Grindelwald, che non ha in questo film rivali sullo schermo e ne diventa subito il protagonista assoluto, non solo della storia, ma anche della scena. Personaggio emblematico che finalmente, dopo alcuni accenni all’interno dei libri della saga principale, conquista il suo posto portando gli spettatori a perdersi in una nuova affascinante mente. Grindelwald rappresenta l’orgoglio puro dell’essere diverso, del freaks, dell’emarginato.
Se contrapposto al fiero Silente (Jude Law), che invece nasconde in sé stesso segreti, pulsioni e dubbi, Grindelwald continua per la sua strada, diventando il portavoce di quelle persone che nel mondo – fantasia o realtà – si sentono costantemente messe nell’ombra, nell’angolo, emarginate.
Grindelwald è il coraggio contrapposto alla paura di Silente che lega queste due figure in una particolare e molto intima amicizia che non gli permette di combattere direttamente, ma che li porta sui due fronti opposti della barricata.
Così come Grindelwald spinge tutti i maghi a prendersi il proprio posto nel mondo, ad accettarsi e vivere liberamente per quello che sono, al tempo stesso Johnny Depp, con questa performance, accetta i suoi limiti come essere umano e mostra al pubblico che, oltre alla figura demonizzata dalla stampa, c’è un attore con un enorme bagaglio d’esperienza alle spalle e che ancora sa essere un interprete brillante.
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, sotto questo punto di vista, è un’enorme metafora sul mondo di oggi. Un elogio al coraggio di non nascondersi, all’accettazione di se stessi, all’orgoglio per ciò che siamo.
Al tempo stesso tutti gli altri personaggi, al di là delle interpretazioni più o meno meritevoli, vengono del tutto messi in ombra dal personaggio di Grindenwald.
Newt, che dovrebbe fungere da fil rouge, sembra essere un bieco riflesso sullo schermo. Così come Tina Goldstein (Katherin Waterston) o Jacob Kowalski (Dan Fogler), e anche Leta Lestrange (Zöe Kravitz) o Silente. Lo stesso Credence, nucleo di questa pellicola e anello di giunzione che va dal primo fino – prevedibilmente – al terzo film, fa fatica ad emergere davvero sullo schermo.
E anche l’azione vera e propria non riesce mai ad arrivare ad un vero e proprio climax. Un continuo crescendo che non raggiunge per nulla un obiettivo più concreto, se non il grande plot twist finale che, in un modo o nell’altro, tutti si aspettano.
Non c’è mai la scintilla, l’energia, la vera enfasi che aveva conquistato tutti con il primo capitolo di Animali Fantastici.
Proprio qui si concentrano alcuni dei limiti più grandi di questa pellicola, a tal punto da lasciar pensare che, a livello di storia vera e propria, non ci sia davvero abbastanza materiale per cinque film, ma che l’operazione di fondo è ammantata, per lo più, dal voler cavalcare un successo commerciale enorme come quello di Harry Potter.
Ci sono però moltissime citazioni sparse qua e la, ben costruite, che ci ricollegano al mondo strettamente legato alle vicende di Harry Potter.
personaggi più giovani, dinamiche che ci fanno intendere quello che potremmo aspettarci dal futuro. Semi di cui conosciamo già i frutti ma che, al tempo stesso, ci portano a teorizzare interessanti ipotesi sul continuo di questa nuova saga che, sicuramente, ha ancora molto da darci.
Il film riesce a riportare sullo schermo la magia tipica di questo universo attraverso il mood, le atmosfere e la grandiosità scenica.
Il ritorno ad Hogwarts è emozionante, eccitante. Sembra davvero di fare un salto nel passato della propria infanzia e adolescenza; ritornare dietro ai banchi di scuola, ognuno con la propria Casa, questa volta però non con Harry, Hermione e Ron.
E allora possiamo chiudere un’occhio su questa mancanza di concretezza, dando la “colpa” alla preparazione per un film più intenso e dall’efficacia narrativa maggiore.
Al tempo stesso, il vero limite di questa pellicola risiede proprio nella regia, nel montaggio e nella sceneggiatura. Sembra che il reparto tecnico di Animali Fantastici si sia quasi addormentato. Inquadrature sporche, riprese tremolanti, tagli feroci nel montaggio. Evidenziando così ancora di più le evidenti lacune all’interno della storia e portandoci ancora di più a pensare che, evidentemente, questa pellicola altro non è che un mero ponte.
Una regia mediocre, non degna del budget investito in un prodotto simile. Altamente inferiore rispetto al suo predecessore. Siamo usciti dalla sala felici per le atmosfere, per la interpretazione e per il mondo raccontato, ma pur sempre di un film stiamo parlando e la mancanza di precisione in una regia come questa o in un montaggio così brutale, per non dire da dilettanti, è letteralmente inaccettabile.
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald è una grande preparazione dal punto di vista narrativo per il terzo capitolo della saga che, si spera, sarà molto più avvincente.
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald arriva nelle sale italiane dal 15 Novembre 2018.