Operazione U.N.C.L.E., il film basato sulla famosa serie degli anni ’60 arriva su Infinity, ricordandoci per quale motivo le spy story sono così importanti per la storia del cinema.
Se non avete avuto il piacere di gustarvelo, è arrivato il momento di farlo.
Gli anni ’60 hanno visto trionfare al cinema e in TV un genere portato al grande successo dal James Bond di Ian Fleming.
La spy story, tanto cara agli appassionati di cinema d’azione, con quel pizzico di tinte rosa che non guasta mai, ha raggiunto il suo apice proprio nel dopoguerra, grazie sopratutto a quello strano coinvolgimento di potenze e deterrenza che ha preso il nome di Guerra Fredda.
Nel settembre del 1964, prodotto dalla MGM e trasmesso da NBC, arriva sui piccoli schermi statunitensi una serie che raggiungerà un grande seguito, arrivando a protrarsi per quattro stagioni e 105 episodi, oltre che a ritagliarsi un posto in più di un museo per la sua fedeltà alle procedure realistiche del tempo.
Organizzazione U.N.C.L.E., questo il titolo della serie nella sua versione adattata al nostro idioma, raccontava le peripezie di due tra i principali agenti segreti del mondo: Napoleon Solo (Robert Vaughn) e Illya Kuryakin (David McCallum).
Ciò che rendeva unico lo show, era la capacità di unire gli intenti delle due più grandi superpotenze mondiali, allora in continuo conflitto, sotto l’egida della battaglia nei confronti del male, di quel male che non conosce bandiera, rappresentato nella serie dall’organizzazione THRUSH.
La stessa produzione della serie risultò un grande intreccio degno di una spy story: tra cambi di nome, diatribe legislative per i diritti sui personaggi e un’attenzione particolare a non urtare la sottile linea di demarcazione degli equilibri politici, i due agenti passano di episodio in episodio a salvare innocenti, scontrarsi verbalmente e competere per le proprie capacità.
Lo stesso Ian Fleming, creatore della più iconica spia dei nostri tempi, partecipò attivamente allo sviluppo del concept della serie, consigliando i nomi di Solo e di April Dancer, che diventerà a sua volta la protagonista di uno spin off della serie, il quale però non troverà grande favore nel pubblico e verrà cancellato alla fine della prima stagione di messa in onda.
Nata in bianco e nero e poi votata al colore dal secondo anno, Organizzazione U.N.C.L.E. si è affermata come un grande classico dell’intrattenimento televisivo, mettendo d’accordo tutti nella gestione delle questioni politiche, e lanciando un messaggio di pace e comunità di intenti, fondamentale per il periodo storico di riferimento.
Per parecchi anni, nel recente passato, si è discusso di un adattamento cinematografico della famosa serie, passato di mano in mano sia per quanto riguarda la regia che il ruolo dei protagonisti.
Inizialmente affidato a Steven Soderbergh, reduce della fortunatissima serie di commedie “Ocean’s” con protagonisti George Clooney, Brad pitt e Matt Damon, venne poi sostituito dall’altrettanto talentuoso ed estroverso Guy Ritchie.
La scelta ricaduta sul regista britannico ha lasciato da subito intendere la voglia di svecchiare l’impostazione della serie e, nonostante la fedeltà al momento storico, l’intenzione di donare ritmo e freschezza al nuovo adattamento è stata immediatamente colta dal grande pubblico.
I due protagonisti: lo statuario ma mai troppo esaltante Henry Cavill e il talentuoso Armie Hammer (acclamato a gran voce anche per l’interpretazione nel nostrano Mine) prendono le redini della ciurma, trasformando la figura delle vecchie spie della serie, in un duo di super uomini di ferro, ma che nascondono comunque una certa umanità.
Ad accompagnarli la splendida Alicia Vikander e un quasi macchiettistico Hugh Grant.
Ambientato in larga parte a Roma e uscito nel 2015, il film non ha riscosso un grande successo di pubblico, ma è stato comunque in grado di far tornare alla ribalta il buon nome della serie, riuscendo addirittura a generare una gran quantità di rumor su di un possibile sequel.
Proprio in questi giorni, il film è stato reso disponibile sulla piattaforma on demand tutta italiana Infinity, rappresentando un’ottima occasione per recuperare una commedia a tinte spy che intrattiene e appassiona nelle sue due ore scarse di durata.
Non si tratta della più riuscita delle manifestazioni stilistiche di Ritchie, lontana anni luce dai suoi manifesti The Snatch e Rock ‘n’ Rolla, ma la capacità di cogliere ciò che di buono il genere ha creato in questi cinquant’anni e trasportarlo in un linguaggio più moderno e libero dalle problematiche politiche generate dalla Guerra Fredda, lo rende certamente genuino e godibile.
Noi, dal canto nostro, confidiamo nella possibilità di un sequel di Operazione U.N.C.L.E..