Miguel Angel Martín, il fumettista più censurato d’Europa: “Oggi i freak vanno di moda”

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Ospite della dodicesima edizione de Le Strade del Paesaggio di Cosenza Miguel Angel Martin  si è raccontato durante una conferenza nella quale ha parlato delle sue ispirazioni, e di tutto ciò che ha favorito lo sviluppo del suo stile disturbante.

Miguel Angel Martin è stato definito dal TIME “uno dei migliori fumettisti europei di sempre”. Il suo stile disturbante si contraddistingue rispetto a quello di qualunque altro autore di fumetti a livello globale. Storie come Brian The Brain, Rubber Flesh e Psycopathia Sexualis mettono al centro personaggi deformati, caratterizzati da problemi fisici e mentali, abitanti di un mondo cinico, violento, e nel quale i malesseri della società sono ben evidenziati sulla pelle e nei gesti dei protagonisti.

Martin è un autore ai limiti della censura, tanto che nel 1995 la Procura di Cremona sequestro il fumetto Psycopathia Sexualis perché considerato troppo violento e inneggiante al suicidio, alla pedofilia ed all’omicidio. In quell’occasione tutto si risolse con l’assoluzione dell’opera, e con il popolo dei fumettisti italiani schierato dalla parte dell’autore spagnolo.

Miguel Angel Martin è stato uno degli ospiti di punta della dodicesima edizione de Le Strade del Paesaggio di Cosenza (svoltosi dal 21 al 23 settembre presso il Castello Svevo), che gli ha dedicato una mostra visitabile fino al 7 ottobre presso il Museo del Fumetto.

 

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Martin si è raccontato durante il festival in una conferenza, moderata dal giornalista e critico Alessandro Di Nocera, all’interno della quale ha parlato delle sue ispirazioni, e del suo stile creativo disturbato e disturbante.

Sono nato in una città di 150mila abitanti, molto chiusa e conservatrice. Dopo aver letto Jacovitti ed i fumetti di supereroi, ho iniziato a trovare una via di fuga nella musica alternativa e nelle fanzine underground, ed è da lì che è nato il mio stile deviato.

 

Avendo coltivato da adolescente, nel corso degli anni Settanta, una passione smodata per la musica alternativa, il cinema, i fumetti e la letteratura, nella decade successiva Martin iniziò a proporsi come fumettista. Ma inizialmente l’autore trovò grosse difficoltà nel farsi pubblicare, proprio perché il suo stile era considerato troppo violento.

La gente in Spagna non capiva i miei fumetti. Gli effetti della dittatura si facevano ancora sentire. Mentre in Italia c’era più libertà ed una cultura alternativa più sviluppata. Qui mi apprezzavano.

 

In Italia Martin viene pubblicato dall’editore Topolin, ed i suoi fumetti vengono adottati dai centri sociali. Ma, nonostante ciò, Psycopathia Sexualis viene sequestrato.

Quel sequestro mi ha aiutato a farmi un po’ di pubblicità, è stato un aiuto più che un disturbo vero e proprio. Alcuni non capiscono che io mostro la violenza senza commentarla, ma non è una cosa fatta in maniera gratuita, voglio solo che il lettore metta in gioco sé stesso e si faccia delle domande.

 

Il personaggio al quale il pubblico che segue Martin è più legato è Brian The Brainun bambino nato senza scatola cranica, dotato di poteri psichici, e che vive storie che mischiano i Peanuts con i film di David Cronenberg. A tal proposito l’autore ha dichiarato:

A Brian non frega niente di essere accettato, vive in un mondo in cui gli altri non lo capiscono, ma a lui non interessa. Questo suo essere fanciullesco, ma così adulto e disturbante ha attirato molte persone, e grazie a lui sono riuscito a creare un personaggio capace di avere un po’ di merchandising.

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Ma lo stile disturbante di Miguel Angel Martin ha origini lontane, e contaminazioni varie, che passano dalla Disney all’italianissimo Jacovitti, toccano le fanzine musicali degli anni Settanta e Ottanta, fino ad arrivare al Cinema.

Ballard, Burroughs, Cronenberg, Mario Bava, i Soft Machine, e poi lo stile cartoonesco Disney e quello di Jacovitti. Tutte queste contaminazioni hanno prodotto quello stile particolare che mi caratterizza, e che mi rende diverso rispetto ad altri fumettisti

 

Anche perché Martin è un autore che non fa nulla per non rendersi “speciale”. Il suo rapporto con l’arte non è fatto di sfumature, ma predilige le sensazioni forti e l’essere capaci di prendere una strada, anche se difficile, in totale autonomia e libertà. Per questo ha detto:

Per me l’arte dev’essere libera, ed ogni persona dovrebbe fruirla in libertà. Purtroppo la società non la pensa alla stessa maniera, per questo motivo esiste la censura.

 

Ma oggi la figura del freak, tanto cara a Martin, e che un tempo era sinonimo di “nicchia” ed “alternatività”, fa moda e tendenza, e per certi versi ha snaturato il senso di esclusività della nicchia. La stessa cosa è accaduta con la figura del “nerd”.

 

Una volta i freak erano attirati dai miei fumetti, oggi coloro che vengono definiti freak o nerd forse non leggerebbero le mie storie perché sono un po’ più “normali”. Ma l’aspetto positivo di questa situazione è che ci sono personaggi, un tempo considerati freak, che oggi fanno tendenza, come l’atleta paralimpica Bebe Vio. Lei starebbe bene in un mio fumetto, sarebbe un’ottima amica di Brian The Brain.

Insomma, Miguel Angel Martin è un autore che non si risparmia mai con le parole, ed è sempre pronto a sorprende e sconvolgere. Proprio per questo motivo, in chiusura di conferenza, ha dichiarato che al prossimo Lucca Comics & Games 2018 presenterà un volume illustrato del sequel di Cannibal Holocaust (pellicola cult degli anni Ottanta) sceneggiato dallo stesso regista del primo film Ruggero Deodato, ed illustrata da lui stesso. Perché le opere estreme sono il pane quotidiano di Miguel Angel  Martin, autore deviato e deviante.

 

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L'opera di Miguel Angel Martìn
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