Alcuni ricercatori di OpenAI hanno ben pensato di provare ad inserire negli algoritmi che regolano il comportamento di una intelligenza artificiale un elemento particolare: la curiosità. L’IA in questo modo potrebbe imparare in autonomia.

Lo studio ha provato che se un algoritmo per IA è addestrato con una definizione di curiosità, ossia gli viene insegnato ad investigare senza avere però obiettivi specifici, l’IA è in grado di andare alla ricerca, per conto proprio, di informazioni e apprendimento.
Durante lo studio l’IA ha esplorato ad esempio più di 50 videogame, sviluppando anche una certa abilità durante le partite. Il tutto senza che nessuno abbia indirizzato questo comportamento.
La curiosità però ha portato con sé anche un lato meno positivo: la costante ricerca di novità ha portato l’intelligenza artificiale a perdere di proposito partite per vedere un differente risultato (la schermata di game over) oppure a saltare da un canale televisivo all’altro in continuazione, alla costante ricerca di nuovi contenuti da esplorare.