In quello che ad un primo sguardo sembra essere uno dei film più intimisti e profondi di Bergman e che, strada facendo, assume le tinte del Carrie di De Palma, Thelma è il racconto di formazione e ricerca della propria identità di una giovane ragazza ritratta dallo sguardo del regista Joachim Trier.

Una pellicola di genere, al tempo stesso un coming of age dalle tinte dell’horror, dove la suspense, il mistero giocano un ruolo centrale. Un film dove, a volte, i confini tra incubo e realtà si confondono, e in quello che sembra essere la caduta negli inferi di una giovane ragazza che ha perso del tutto il suo appiglio nella fede, diventa un percorso di redenzione, ricerca del sé e soprattutto della propria indipendenza.

Il regista norvegese Joachim Trier, propone con Thelma un film con più chiavi di lettura.

Una pellicola sicuramente a molti strati dove, la passione del cinema e la conoscenza del regista, giocano un ruolo molto importante per l’originale, disturbante ed inquietante messa in scena del film che, con enorme sorpresa, si porta verso una conclusione molto dolce.

Una conclusione che in sé conserva una certa nota di sinistro, ma che trasmette allo spettatore un inspiegabile senso di pace.

 

Thelma

 

Indubbiamente l’opera di genere di Trier si pone come una pellicola molto critica, da un respiro non particolarmente ampio e che richiede allo spettatore di seguirlo nelle profondità della mente, della psicologia, delle turbe della sua protagonista.

Sembra quasi di trovarsi di fronte a una giovanissima Isabelle Huppert ne La Pianista di Michael Haineke, dove il sacro e profano si fondono nella stessa donna; una donna divisa tra rigore e feroce bisogno di trasgressione; un masochismo conturbante, feroce che assale lo spettatore con una morsa allo stomaco.

Fa male, mette a disagio e al tempo stesso crea un intenso rapporto di empatia con la protagonista.

Esattamente come era incredibilmente abile a fare Ingmar Bergman, nel raccontarci l’intimità, l’ossessione, il disturbo dei suoi personaggi, soprattutto le sue donne: creature fantastiche, complesse, fragili e pericolose.

La lezione che segue Joachim Trier è esattamente questa, riuscendo però a farla sua e traducendola secondo le sue regole, secondo il mood, l’intenzione del suo racconto.

 

Thelma

 

Thelma (Eili Harboe) è una giovanissima ragazza, molto timida e introversa, cresciuta in una famiglia estremamente religiosa in un luogo quasi dimenticato dal mondo della Norvegia. Per studiare biologia, decide di trasferirsi ad Oslo, dove inizia a fare i conti con un mondo di cui ignorava l’esistenza fino a quel momento. La giovinezza, la ribellione, le pulsioni e la libertà sessuale. L’incontro con Anja metterà la ragazza di fronte alla sua natura omosessuale, verso un desiderio mai conosciuto prima e feroce.

Thelma si sente letteralmente in bilico, in un vortice pericoloso di emozioni che distruggono la sua mente, rendendola volubile, sofferente ma anche molto pericolosa.

In costante lotta con la meraviglia di queste nuove scoperte e il fanatismo religioso inculcatogli dai genitori. In seguito a degli strani attacchi epilettici, Thelma si renderà conto di avere in sé un potere paranormale ingestibile e letale per chi le sta intorno.

Un potere che risponde ai suoi impulsi e sentimenti, tramandato nella sua famiglia e che, come in un salto indietro nel tragico passato di Salem, viene additato come stregoneria e nascosto nel “costume” della generica pazzia.

 

Thelma
Dalle sfumature intimiste di Bergman si passa al thriller/horror di De Palma dove è possibile ritrovare nelle frustrazioni di Thelma e la scoperta del suo potere, lo sguardo di Carrie White.

Nello stesso rapporto con i genitori, in questo caso il padre, il regista scandinavo prende tanto della pellicola del film del 1976, a sua volta tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.

Thelma non dovrà fare solo i conti con la scoperta dei suoi nuovi impulsi, dell’essere finalmente una donna alla ricerca della propria strada e che ha del tutto perse tutte le convinzioni avute fino a quel momento, ma dovrà discendere negli inferi del proprio passato, trovandosi di fronte a terribili avvenimenti, bugie che mineranno ancora di più la fragile psiche ma che potenzierà la consapevolezza del suo potere.

 

Thelma

 

Joachim Trier dirige una pericola sensuale, erotica e profonda.

Joachim Trier dirige una pericola sensuale, erotica e profonda. Non solo un film di genere ricco di simbolismi ma anche il ritratto attuale sulla consapevolezza dell’essere donna oggi, non troppo lontano dal “ieri”.

Il pregiudizio e il giudizio, il sentirsi costantemente sotto esame, il dover rispondere a dei canoni sempre più standardizzati. Nello stesso confronto con la “malattia”, Thelma si trova di fronte a una forma blanda di epilessia da stress che viene quasi sminuita con una conseguenza derivante da problemi psicotici, sentendosi quasi definire una pazza; e nella ricerca di questo “male”, la ragazza si ritrova di fronte alla folle realtà di donne su donne, con i suoi stessi sintomi, accusate negli anni di stregoneria, pazzia e isteria.

Una novella Giovanna D’Arco che decide di non farsi spezzare, ma perseguire la sua strada senza lasciarsi incarcerare nello stereotipo, sedare dalla superstizione, e vivere la sua vita come una giovane donna indipendente.

 

Thelma
Ed è così che il Thelma di Joachim Trier sul finale diventa un inno alla bellezza femminile, alle sue mille sfumature, alla sua complessità decisamente troppa sfaccettata per essere banalmente relegata in stereotipi che dovrebbero essere stati sepolti negli anni.

 

 

Thelma vi aspetta al cinema dal 21 Giugno.