Ray Bradbury e il suo Fahrenheit 451 approdano a Cannes nella trasposizione per televisione realizzata da HBO, diretto da Ramin Bahrani con protagonisti Michael B. Jordan, Michael Shannon e Sofia Boutella. Una speciale proiezione in Fuori Concorso che ha infuocato, per restare in tema, il red carpet della croisette.
In un Festival poco hollywoodiano come quello di questo Cannes, ci pensa HBO a portare un po’ di fiamma con il cast del suo Fahrenheit 451, attesa trasposizione dell’omonimo romanzo di fantascienza del 1953 di Ray Bradbury. La pellicola è stata presentata nel Fuori Concorso del Festival – facendo fede alla ferma volontà di Thierry Fremaux di non accettare per nessuna ragione al mondo film non destinati alla sala all’interno del Concorso – con una speciale proiezione di mezzanotte a cui ha partecipato tutto il cast.
“L’usurpatore di Wakanda” Michael B. Jordan, che molto presto rivedremo sul grande schermo nel sequel di Creed, l’attore due volte candidato all’Oscar Michael Shannon, e la sensuale Sofia Boutella, vista lo scorso anno nei film La Mummia e Atomica Bionda, sono i protagonisti di uno dei romanzi più attuali del nostro tempo, che ancora oggi per le sue tematiche viene preso come esempio metaforico. Ce ne diede, infatti, un assaggio nel 2004 Michael Moore che vinse, infatti, la Palma D’Oro proprio a Cannes con il suo Fahrenheit 9/11 .
La temperatura a cui la libertà brucia!
Trama e personaggi, in questa trasposizione televisiva di HBO, sono per lo più fedeli al romanzo. A cambiare è la collocazione temporale, decisamente più vicina ai nostri giorni e che usa la tecnologia come mezzo paradossale, nonché elemento di contraddizione, di identificazione temporale.
Si, perché in un mondo in cui con internet la cultura, le informazioni di qualsiasi tipo, potrebbero essere al servizio di tutti, senza costo, c’è un ferocissimo veto nei confronti della lettura; qualsiasi libro, dalla Bibbia alla letteratura, passando per i grandi classici e perfino per i romanzi dedicati ai ragazzi – come Harry Potter – sono assolutamente banditi. E spetta a uno speciale squadrone di pompieri, che invece di spegnere il fuoco appicca roghi di libri, far sì che tutti rispettino la legge. La conseguenza del reato? L’immediato sequestro dei romanzi, che successivamente vengono bruciati, assieme agli stessi averi dell’indagato.
Esattamente come nel romanzo, all’interno del film c’è il veto assoluto verso quella cultura, quella fonte di storia, di informazioni e immaginazione, che permette realmente all’essere umano di essere libero. Ma nel mondo descritto da Fahrenheit la libertà è quella priva di riferimenti letterari. Perché? Inizia a chiederselo Guy Montag (Michael B. Jordan), pompiere convinto della sua opera, con un enorme gruppo di seguaci sui social che lo segue in ogni sua missione.
Ma in Montag inizia a germogliare il seme del dubbio, soprattutto dopo aver visto una donna che ha preferito bruciare assieme ai suoi libri. Ricordi del passato e una mente fin troppo oppressa, inizieranno a prendere il sopravvento, cercando una spiegazione logica a questa fobia per i libri. A cercare di portarlo sulla retta via ci sarà il Capitano Beatty (Michael Shannon), afflitto dai medesimi dubbi, ma che meglio sa scindere il privato dal pubblico.
La fine della storia, se avete letto il libro, sapete esattamente qual è; la pellicola di Ramin Bahrani, non troppo differisce dall’originale, se non per qualche diverso taglio e salto nella trama. Convincenti le interpretazioni dei due protagonisti, soprattutto per quanto riguarda Shannon che, ancora una volta, si ritrova nei panni di un “cattivo”, sebbene a questo giro con un cuore decisamente meno di pietra. Un personaggio un po’ in bilico, sulla strada della redenzione, ma che alla fine decide di percorrere quella della “sicurezza”, dell’immagine pulita e del cittadino modello.
Molto in sordina, invece, Sofia Boutella con un personaggio più di contorno, per non dire proprio di funzione per quello di Jordan.
Purtroppo, ancora una volta, non ci troviamo di fronte a una trasposizione che renda davvero giustizia al romanzo di Ray Bradbury.
Indubbiamente ci troviamo di fronte a un’opera decisamente di qualità superiore rispetto al classico film per la televisione, dove gran partenza della forza lavoro è stata concentrata sulla aspetto scenico, quello dei colori e della scenografia. Coinvolgente dal punto di vista dell’immagine, ma che emotivamente lascia ben poco. Non convince, non aggiunge nulla, non traduce nulla. Sebbene l’input iniziale ci sia e l’idea di utilizzare social in contrasto alla censura sulla cultura sia assolutamente funzionale e riprende non poco eventi reali, come lo scandalo WikiLeaks o Edward Snowden, il regista non riesce mai davvero a portare avanti fino alla fine l’intento.
La narrazione si muove su un tappeto piuttosto superficiale, lasciando ben poco post-visione, se non il desiderio di rileggere il libro (valido solo per chi l’ha letto, per tutti gli altri non viene instaurato neanche un minimo di curiosità). Una possibilità largamente mal sfruttata, che potrebbe anche funzionare se non associata al romanzo da cui è tratta, ma al tempo stesso resterebbe comunque un film piuttosto debole nella struttura.
Fahrenheit 451 sarà disponibile in Italia su Sky dal 29 Giugno