Dopo essere arrivato come serie animata su Netflix, il manga di Nakaba Suzuki sbarca anche su console con il videogioco The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia. Ecco la nostra recensione.
The Seven Deadly Sins è probabilmente uno dei migliori shōnen manga degli ultimi tempi, dove imporsi non è proprio semplice quando devi vedertela con colossi come One Piece di Eiichiro Oda o il redivivo Dragon Ball di Akira Toriyama che grazie alla nuova serie animata sta vivendo una seconda epoca d’oro. Il manga di Nakaba Suzuki però riesce a spiccare tra le varie produzioni del genere per uno stile davvero d’effetto, tanto da aver attratto Netflix che ne ha realizzato un adattamento animato.
Disponibile dall’8 febbraio 2018, The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è un tie-in per PlayStation 4 delle vicende di Meliodas e compagni, sviluppato e pubblicato da Bandai Namco Entertainment. Ne abbiamo giocato la prima ora in diretta (di seguito trovate il video) e dopo aver concluso il titolo possiamo confermare le impressioni di quella live: si tratta di un gioco rivolto a un target ben preciso e per i giocatori più scafati potrebbe in più di una fase risultare ripetitivo. Ma andiamo ad analizzarlo più nel dettaglio.
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Come dicevamo sopra, The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è un tie-in videoludico delle vicende narrate nella prima parte del manga, non rappresenta quindi un contenuto originale e/o inedito per chi già conosce la storia di questo shōnen che si snoda proprio sul gruppo di sette cavalieri noti come Seven Deadly Sins e considerati i più forti della regione della Britannia, ciascuno associato a uno dei sette peccati capitali, per via di una colpa da loro commessa in passato. Il gruppo fu però sciolto a causa dei sospetti che li vedevano al centro di una cospirazione finalizzata a rovesciare il regno di Lionesse con l’uccisione del Gran Cavaliere Sacro, Zaratras, e la loro sconfitta fu merito dei cosiddetti Cavalieri Sacri.
I sette si dispersero e su di loro venne messa una taglia, ma col passare del tempo iniziò a girare voce che in realtà questi sette guerrieri leggendari fossero ancora in vita. Dieci anni più tardi, i Cavalieri Sacri organizzano un colpo di Stato catturando il re e diventando così i nuovi tiranni del paese. Elizabeth, la figlia più giovane del re, non ha quindi altra scelta che fuggire dal castello e mettersi alla ricerca dei Seven Deadly Sins, con la speranza che siano davvero ancora vivi e che siano disposti ad aiutarla. E con l’incontro tra la principessa e il nostro protagonista, Meliodas, si aprono anche le vicende del gioco Knights of Britannia.
Affidandosi probabilmente al fatto che chi comprerà il titolo già conosca le vicende della serie animata o del manga, il titolo le affronta colpevolmente in modo un po’ sbrigativo e approssimato, ripercorrendo solo i momenti più importanti e delegando a dei dialoghi dal dubbio spessore la caratterizzazione dei personaggi che riesce decisamente male. Forse non ci si dovrebbe aspettare molto più da un brawler 3D con una struttura di gioco così semplice, ma visto che la modalità storia è il cuore del titolo una maggior enfasi sarebbe stata cosa gradita per renderlo appetibile anche a fasce di pubblico più mature.
Nella modalità avventura il gameplay si esplica in una serie di missioni principali e secondarie in cui, dapprima riunendo i membri del team e in un secondo momento proseguendo nelle vicende, dovrete affrontare una serie di combattimenti mai troppo articolati. Oltre a questa esiste anche una modalità Duello che si divide tra battaglie dirette, cooperative o online, scegliendo tra gli oltre venti personaggi giocabili. Anche queste sfide però risultano troppo semplici e alla lunga ripetitive e per i giocatori un po’ navigati tutto il pacchetto offerto si esaurirà in sei ore scarse di gioco. Non sto bocciando in toto il gioco, sia chiaro. Solo c’è da fare attenzione a se sia o meno il caso di acquistarlo a seconda di ciò che cercate.
Il gameplay nei combattimenti risulta sì presto ripetitivo, ma non è fatto male. Disponiamo al solito di attacco leggero, attacco pesante e a distanza oltre a tre attacchi magici e una super utilizzabile una volta riempita l’apposita barra. Possiamo poi ovviamente saltare e parare, oltre a schivare i colpi nemici con il passo illusorio. Grazie alle trappole magiche è anche possibile infliggere danni AOE, decisamente utili nelle arene con molti nemici.
Dal punto di vista tecnico il gioco risulta piuttosto godibile, al netto della bassa qualità di qualche texture e di un aliasing evidente. Il framerate è stabile e l’azione di gioco risulta sempre bene o male efficace, come accade nella stragrande maggioranza dei casi è stato scelto il cell shading come effetto sui personaggi per ricreare l’effetto dell’anime/manga con un ottimo risultato. Lo stile artistico è innegabilmente quello della controparte su carta e d’animazione, tanto nell’estetica di luoghi e dei personaggi quanto nei colori. Bene anche la colonna sonora e il parlato, sebbene come dicevamo sopra non ci siano poi tante sequenze dialogate.
Tirando le somme, dunque, The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia non è un brutto videogioco, riesce infatti a divertire senza troppo impegno e ripercorre i momenti salienti del manga facendo ciò che ci si dovrebbe aspettare da un tie-in. Il fatto che si rivolga però ad un pubblico di giovanissimi ne ha pregiudicato le potenzialità verso una fetta d’utenza più abituata a questo genere di giochi e che potrebbe non trovare alcuna attrattiva vista la semplicità e l’estrema ripetitività della formula in cui vengono declinati contenuti esauribili completamente in meno di dieci ore di gioco. Un’occasione per metà sprecata, visto anche l’enorme successo che The Seven Deadly Sins sta riscontrando come prodotto negli altri medium dell’entertainment e che potrebbe, di qui ai prossimi anni, diventare ciò che oggi per moltissimi di noi rappresentano One Piece e Dragon Ball.
- Divertente e immediato
- Fa ciò che deve fare un tie-in
- Approssimativo nel raccontare la storia
- Molto semplice e ripetitivo
- Qualche incertezza grafica