Extremity: la guerra torna ad essere protagonista di una storia fantasy cruda e disperata, una storia che stando al claim di Skybound potrebbe essere l’incontro tra il Mad Max di George Miller e Nausicaa della Valle Del Vento di Miyazaki.

Mica male come lancio pubblicitario, eh? Pur trovando parecchie aderenze con il capolavoro di Miyazaki, cercate di non fissarvi troppo su questo claim, d’accordo?

Perchè per fortuna al fumetto di Daniel Warren Johnson, edito da Image  Comics e qui in Italia da quei bravi ragazzi di Saldapress, non servono più di tante etichette, perché è davvero un ottimo prodotto, semplice nel plot principale ma estremamente ben sviluppato sotto ogni aspetto.

Ci troviamo in un “mondo che è andato avanti” in cui l’umanità vive in – più o meno – consistenti tribù tra le isole fluttuanti, testimonianza fisica dei giorni della guerra che ha sconvolto l’ambiente.

(e qui l’analogia con Nausicaa è in effetti piuttosto marcata)

Thea, figlia del capotribù Jerome, è un’artista di grande talento. Forte del destino che la grande anziana saggia della tribù hai visto nel suo futuro, si dedica a distribuire felicità tramite i suoi bellissimi disegni e in un mondo dove la sopravvivenza è messa a dura prova questa sensibilità risulta una benedizione per tutta la comunità di cui fa parte, ovvero i Roto.

 

 

Ma l’inferno è dietro l’angolo. La tribù rivale dei Paznina in un feroce assalto armato improvviso, prima uccide la madre di Thea davanti agli occhi di tutta la famiglia e poi, come monito per i Roto, taglia la mano destra della giovane Thea, proprio quella con cui amava disegnare, privandola così del più grande strumento di felicità a sua disposizione. Addirittura la famiglia di Thea sarà privata del proprio castello, il quale diventerà per i Paznina un trofeo da esibire.

 

Violenza chiama violenza e la guerra diventa inevitabile.

Anzi la guerriglia, perché i Roto si organizzeranno in piccole pattuglie, capitanate proprio da Jerome, ora guida militare, e instancabile motore della vendetta, che è il fulcro di questo fumetto.

 

 

Jerome consacra la sua vita alla distruzione dei Paznina, qualsiasi sia il mezzo da impiegare. Il figlio più piccolo, Rollo, ripudia la violenza e non riesce a farne parte, non riesce ad uccidere.

Thea è spezzata, divisa tra la sua vecchia vita e quindi il desiderio di tornare ad essere un’artista e la strada che il padre ha designato per lei, ovvero essere una guerriera, un soldato votato alla rappresaglia contro i Paznina, assassina senza scrupoli, vuota come il padre Jerome. La perdita della mano destra comporta la quasi totale incapacità di disegnare e quindi di esprimere il suo vero io interiore, quindi equivale alla perdita della voglia di vivere, della ragion d’essere.

 

 

I disegni che ora riesce a fare con la mano sinistra sono poco più che scarabocchi, quasi a voler mostrare quanto il suo mondo si sia deteriorato, imbruttito.

Anche il personaggio del droide Shiloh, macchina robotica scoperta da Rollo, testimonianza del tempo che fu, all’inizio sembra essere una presenza confortante, un aiuto per gli uomini, ma poi la sua programmazione di droide assassino da combattimento emerge in tutta la sua brutalità, esasperando un mondo che sembra destinato a soffocare nel sangue.

 

 

Questo primo numero di Extremity è davvero molto intenso e nonostante il plot di per se non rappresenti nulla di incredibilmente innovativo, riesce comunque a tenerci incollati alle pagine.

Abbiamo un pianeta post apocalisse alla Nausicaa, devastato da una antica guerra che ne ha rovinato l’ambiente e due popoli divisi che nonostante il pesante retaggio continuano a perpetrare la violenza. In questo l’influenza di Miyazaki si fa sentire, ma dobbiamo ammettere che molte sono le storie che condividono il background con Extremity.

Per quanto riguarda il parallelismo con Mad Max, diciamo che il design dei mezzi e dei costumi può ricordarlo (la maschera di Jerome ricorda in qualche modo quella di Immortan Joe), ma è soprattutto l’estrema violenza continua che fa da vero filo conduttore con le opere di George Miller.

Daniel Warren Johnson riesce ad aprire una grande serie di spunti molto interessanti e ad imbastire un primo numero ricco di avvenimenti, soddisfacente. Non svela troppo (anzi decisamente poco) ma da un’idea chiarissima e molto ordinata dell’ambientazione in cui ci troviamo, dei Roto, dei Paznina ed in particolare della famiglia di Thea.

Ho trovato delle similitudini con il bellissimo LOW di Rick Remender e Greg Tocchini,  anche se all’inverso: nella storia edita da Star Comics la speranza continua a pervadere la narrazione, qui invece sembra proprio un eco lontanissimo, inarrivabile.

Discorso a parte meritano i disegni dello stesso autore, bellissimi, plastici, molto dettagliati. A volte vicini a Charlie Adlard, a volte vicini a Greg Capullo, in ogni caso molto personali ed evocativi. Laddove non ci si trovi di fronte a design particolarmente originali (tutto il design delle storie post apocalittiche si assomiglia un po’, suvvia, o forse ne abbiamo davvero visto troppo negli anni), si compensa con grandi tavole di combattimento e ambientazioni fantasy notevoli.

E sangue. Tanto. Il colorista Mike Spicer si sarà consumato gli occhi col rosso cremisi.

 

 

Dal punto di vista grafico non posso che rimanere ammirato di fronte ad una bellezza davvero cristallina, nonostante la brutalità delle tavole. Sono rimasto molto colpito dalle espressioni dei volti dei personaggi: in particolare Jerome riesce a trasmettere un’amarezza e una sofferenza davvero palpabili, a dimostrazione di quanto un autore completo, se ispirato e con le idee chiare, possa toccare vette davvero eccellenti.

 

 

In questo momento Extremity è una delle migliori serie Skybound disponibili.

In questo momento Extremity è una delle migliori serie Skybound disponibili, di questo sono sufficientemente certo, e non vedo l’ora di sapere come Thea intenderà affrontare la sua vita e soprattutto il suo retaggio.

Ci aspetta una storia di crescita e maturazione? Una lunga caduta nel baratro della vendetta e della violenza?

Io in ogni caso metto già Extremity tra i top titoli dell’anno da tenere d’occhio.