L’acclamato RPG-Sandbox pubblicato da 505 Games arriva con qualche mese di ritardo anche su Nintendo Switch, scoprite cosa ne pensiamo con la nostra recensione.
Quando si parla di sandbox è veramente difficile non pensare a Minecraft e all’incredibile impatto avuto dal gioco sul mercato, visibile anche dagli stratosferici dati di vendita, con milioni e milioni di copie distribuite (su innumerevoli piattaforme). É proprio su quest’età dell’oro rinnovata per il genere che si impianta Portal Knights, sviluppato dai ragazzi di Keen Games e pubblicato da 505 Games, in Early Access su Steam già nel 2016 ma solo negli ultimi mesi rilasciato nella sua versione definitiva.
Il titolo, fin dalle prime battute, cerca di differenziarsi dalla massa di titoli fotocopia tramite una continua commistione tra elementi da RPG e di crafting-sandbox più tradizionali; il risultato è un esperimento interessante, tuttavia da promuovere con più di una riserva.
Cavaliere, minatore e costruttore
A partita avviata il gioco ci mette subito nei panni di uno dei Portal Knights, avatar personalizzabili che ci accompagneranno per tutto il corso dell’avventura. Esplorando circa 48 mondi tematici procedurali (divisi in tre zone, con al termine di ognuna un boss) dovremo risolvere la crisi della Frattura e salvare il mondo dall’oscurità che questa ha generato. Il comparto narrativo, se così vogliamo chiamarlo, si ferma essenzialmente qui, per un titolo che lascia totale libertà all’utente e punta tutto sull’esperienza di gioco, al contrario di titoli come, per esempio, il celebre Dragon Quest Builders.
Le meccaniche da gioco di ruolo e sandbox invece dominano e definiscono il gioco, una complementare all’altra. Avremo ,di conseguenza, sistemi di levelling (range di 30 livelli), classi, abilità e attributi al fianco di meccaniche di esplorazione e crafting (legate però anche queste al sistema di progressione), in grado di tenerci attaccati allo schermo, data la natura del titolo, per un numero potenzialmente infinito di ore.
Gioco di ruolo
Le classi disponibili sono quindi tre – guerriero, arciere e mago – ognuna adatta a particolari tipi di armi e sistemi di combattimento; come facilmente intuibile, il guerriero sarà propenso verso le fasi melee mentre le restanti due risultano dedite alla lunga e media distanza. Mano a mano che si avanza con i livelli – tramite esperienza ottenibile dai nemici o dal completamento delle dimenticabili quest secondarie – si può proseguire nel risicato albero dell’abilità e incrementare i cinque parametri disponibili (punti vita, agilità, destrezza, forza, magia). Si tratta però di sistemi estremamente semplificati e superficiali, non in grado di convincere a pieno qualsiasi amante degli RPG.
L’aspetto esplorativo e di crafting risulta invece piuttosto (forse troppo) derivativo dai Minecraft-like, ritroviamo infatti le solite (noiose) fasi di raccolta materiali – sparsi nei vari mondi e riassunti nel comodo menù di overworld – come anche le strutture apposite (banco di lavoro) dove realizzare gli oggetti più particolari (armature, armi più efficaci, pozioni…).
Come da regola, il giocatore sarà poi libero di costruire qualsvoglia costruzione, da castelli volanti a ambienti sotteranei, trovando o craftando i vari blocchi. Nonostante la poca originalità, questa di cui parliamo risulta comunque una componente di assoluto valore, specialmente quando si gioca con amici, sia in co-op locale (il gioco supporta anche il singolo joycon) che in lobby online.
Tra mondi e portali
Se nel giocato in sè Portal Knights soffre di vari problemi, lo stesso non si può dire del reparto artistico, talmente curato da risultare una piccola perla. Le isole, accessibili tramite i portali, hanno ognuno una propria flora e una propria fauna, differenziandosi (nella maggior parte dei casi) l’una dall’altra; si nota però, in alcune situazioni, un riciclo di asset, modelli e nemici, comprensibilmente dovuto, senza dubbio, all’alto numero di mondi presenti. La patina di colori e lo stile adottato nella modellazione dei poligoni danno invece un carattere lucido a ambienti e NPC, dall’aspetto quasi tenero e “plasticoso”.
Su Switch il gioco poi gira perfettamente – al netto di alcuni cali di frame rate nelle situazioni più concitate e più ricche di elementi- sia in handled che nel dock, senza praticamente nessuna differenza tra una modalità e l’altra. Il reparto grafico è inoltre sede di alcuni “chicche” estremamente piacevoli come degli splendidi shader dell’acqua o un ciclo giorno-notte che si sposa perfettamente con un buon sistema di illuminazione.
Delude invece il sonoro del titolo, assolutamente anonimo e basic, sia nell’audio di gioco che nella banale colonna sonora, mentre la localizzazione in italiano lascia spesso a desiderare, specie nei dialoghi (a mo’ di visual novel) degli NPC.
Portal Knights è un titolo perfetto da giocare in mobilità su Switch per gli amanti del sandbox, ma soffre di vari problemi che faranno storcere il naso al pubblico più casual.
- Sezioni di crafting ed esplorazione ben implementate
- Presenza di elementi RPG
- Un ben caratterizzato reparto artistico
- Grande varietà di ambienti e nemici
- Sezioni di crafting ed esplorazione non molto originali
- Elementi RPG molto semplificati
- Audio di gioco dimenticabile
- Combat System da rivedere
- Quasi totale assenza di un comparto narrativo