Negli spazi di Focus Home Interactive qui all’E3 2017 abbiamo assistito ad una dimostrazione hands-off di Call of Cthulhu con gli sviluppatori. In questo articolo vi raccontiamo come ci è sembrato.
Call of Cthulhu: The Official Video Game è un’avventura survival horror con elementi da gdr in sviluppo per PC, PlayStation 4 e Xbox One da parte di Cyanide e pubblicato da Focus Home Interactive, al cui stand presso lo showfloor dell’E3 di Los Angeles abbiamo potuto vedere il titolo in azione in un hands-off commentato da alcuni sviluppatori.
Partiamo col precisare, per chi se lo stesse chiedendo, che tipo di gioco sia Call of Cthulhu: lo sviluppatore ha precisato più volte quanto questo adattamento videoludico cerchi di essere fedele alle atmosfere della storia di H.P. Lovecraft e all’originale gioco di ruolo del 1981, declinando però tutto questo in un medium nuovo che permette davvero tantissime nuove possibilità per raccontare la storia di Call of Cthulhu.
Ci sono tre elementi portanti in questo gioco, che è bene teniate a mente prima di osservare la demo – ha precisato uno degli sviluppatori di Cyanide – e questi sono l’investigazione, gli elementi ruolistici, e la componente oscura.
In Call of Cthulhu vestiremo i panni dell’investigatore privato Edward Pierce, veterano della grande guerra invitato da Boston al maniero Hawkins, sull’Isola di Darkwater, per scoprire i misteri che si celano dietro questo luogo di inspiegate sparizioni. Nello specifico, in questa demo, Edward era chiamato a investigare sulla morte dell’artista Miriam Hallows.
Fin dai primi passi attorno al perimetro del Maniero la tensione è palpabile, con pochi colori che emergono dall’oscurità che permea l’intero setting. Quello che abbiamo visto nella demo è ovviamente solo una parte del Maniero, che sarà decisamente grande da esplorare e pieno di segreti. In effetti al di là dell’impatto tetro e tenebroso, per quanto abbiamo visto sembra che sia stato fatto un ottimo lavoro anche di level design della struttura.
A pochi minuti dal nostro arrivo abbiamo potuto raccogliere alcuni indizi che ci hanno permesso di sbloccare una risposta extra in un dialogo con Silas Winchester, il custode della proprietà, che ci ha così permesso di entrare (dopo averci puntato un’ascia alla gola) usando la chiave e fornendoci qualche nuova informazione su cosa stia accadendo lì.
Se non avessimo raccolto prima le informazioni necessarie a sbloccare la risposta nel dialogo, Silas non ci avrebbe mai dato la chiave e avremmo dovuto esplorare i dintorni per cercare un ingresso secondario.
I dialoghi sono dunque estremamente importanti sia per comprendere meglio la storia e per carpire sempre nuove informazioni, sia per articolare fisicamente il nostro percorso. Ci viene data la classica ruota di scelta multipla e ad ogni scelta, in media, corrisponde una diversa skill (quella usata nel dialogo col vecchio corrispondeva alla skill di intimidazione).
Le skill sono divise in tre principali rami (social/knowledge/profession) e starà a noi scegliere come potenziarle a seconda dell’approcio che avremo nel gioco.
Come si diceva sopra, due delle componenti fondamentali di Call of Cthulhu sono l’esplorazione delle varie zone che compongono il Maniero e l’investigazione: sarà possibile combinare gli indizi che si raccolgono di volta in volta in un apposita sezione del menù per raggiungere la soluzione di un enigma, e per far ciò al giocatore viene richiesta una spiccata capacità deduttiva, di analisi e di osservazione di ogni elemento che vediamo negli scenari.
Entrati nel Maniero abbiamo potuto notare una cura nel dettaglio e anche un’illuminazione eccellenti, grazie all’uso dell’Unreal Engine 4, e l’uso della prima persona amplifica ogni tipo di sensazione che questa ambientazione suscita.
Alcuni ambienti sono estremamente bui, per cui ci converrà muoverci con una torcia. La torcia però emette anche molta luce e ci può rendere facilmente visibili, in certe zone può essere più consigliabile usare l’accendino che, sebbene illumini meno spazio intorno a noi, non ci rende un bersaglio facile.
Ma un bersaglio per chi? O per cosa?
Come spesso accade nella narrazione lovecraftiana, anche in questo gioco ciò che all’inizio sembrava un semplice caso su cui indagare muterà presto in qualcosa di più complesso, a tratti inspiegabile.
Nell’universo di Call of Cthulhu accadono cose terribili ed inspiegabili in modo razionale.
L’apparizione di un Dimensional Shambler da un quadro a caso appeso ad una parete ha dato modo agli sviluppatori di illustrarci un’altra componente fondamentale del gioco: la meccanica dell’Insanity, ovvero la pazzia.
Questa meccanica, fedele a quella del gioco di ruolo cartaceo di Cthulhu, renderà folle il nostro protagonista mano a mano che osserverà lo Shambler, obbligandoci ad agire in modo repentino.
Si tratta di una dinamica davvero singolare che trova però ragion d’essere nel semplice fatto che il nostro protagonista è un investigatore che ragiona in modo razionale, collega i vari indizi in una catena di causalità grazie alla quale riesce a venire a capo di ogni mistero, ma quando la situazione precipita e ci si ritrova a relazionarsi col paranormale, la conoscenza diventa paura, e la paura può renderci folli.
La conoscenza è fondamentale in questo gioco, più informazioni avremo a nostra disposizione più saranno le possibilità di successo. La conoscenza può però finire per essere anche il nostro peggior nemico.
Call of Cthulhu: The Official Video Game è un survival horror con meccaniche davvero originali e perfettamente fedele al mondo di Lovecraft sia per lo spirito narrativo che per le atmosfere in cui riesce ad immergerci. Si tratta però sicuramente di un gioco non adatto a tutti e che, proprio per la complessa meccanica della Follia, potrebbe risultare frustrante per chi preferisce un gameplay più improntato all’azione (un po’ com’è stato Alien: Isolation).
Questa dimostrazione e la passione con cui gli sviluppatori ci hanno illustrato il gioco però mi ha personalmente incuriosito, e di certo questo titolo sarà un must per tutti gli amanti del marchio Call of Cthulhu.