Il nuovo capitolo della space opera più famosa del mondo dei videogiochi è finalmente arrivato su PC e console. L’abbiamo giocato approfonditamente e vi racconteremo pregi e difetti di Mass Effect: Andromeda con la nostra recensione.
Ricordo ancora nitidamente il mio primo incontro con Mass Effect: ero uno studente ai primi anni delle superiori, appassionato tanto di videogames e Magic quanto di Tolkien e Asimov. Era un momento incredibile per l’industria dei videogiochi, Microsoft aveva da poco lanciato sul mercato la sua Xbox 360 e poteva vantare tra i titoli in esclusiva due pezzi da novanta che hanno inciso moltissimo nella scorsa generazione e che per la prima volta mi hanno fatto capire che eravamo ufficialmente arrivati nella cosiddetta “next gen”.
Entrambi i titoli sono poi diventati multipiattaforma, si tratta del primo BioShock e, appunto, del primo Mass Effect. L’appeal del titolo che fondeva in modo incredibile le meccaniche da gioco di ruolo a quelle da spara tutto in terza persona, declinate in una narrazione epica di stampo sci-fi, catturò me e moltissimi altri giocatori a tal punto da diventare un fenomeno di enorme portata, e l’uscita di ben due sequel che concludono l’avventura di Shepard.
Dall’uscita di Mass Effect 3 sono trascorsi ben cinque anni, e Electronic Arts e BioWare hanno finalmente rilasciato l’attesissimo nuovo capitolo della saga, Mass Effect: Andromeda, uscito il 23 marzo 2017 per PC, PlayStation 4 e Xbox One.
Riuscirà questo nuovo capitolo a mantenere lo standard della trilogia originale e, se possibile, a imporsi come il miglior capitolo di Mass Effect?
Per scoprirlo non vi resta che proseguire nella lettura della nostra recensione. La versione da noi testata per la recensione è quella PlayStation 4 su una PlayStation 4 Pro in 4K HDR.
Fra molto tempo…in una galassia lontana
La trilogia originale di Mass Effect raccontava la storia del comandante Shepard e del suo equipaggio, che a bordo della Normandy deve vedersela con una minaccia ancestrale che rischia di debellare la Via Lattea per un ciclo ricorrente che si ripresenta ogni 50.000 anni. Eravamo una manciata di secoli nel futuro rispetto ad oggi, avevamo saldi riferimenti che rendevano verosimile l’esperienza fantascientifica dei titoli: la Terra e gli umani, e razze aliene provenienti dalla nostra galassia che hanno imparato ad interagire tra loro pacificamente.
Tralasciando le polemiche sul finale di Mass Effect 3 e partendo dal presupposto che ogni giocatore può configurare l’esperienza di Shepard e soci in base a come ha giocato i primi tre capitoli (o anche, cosa più importante, non averli mai giocati prima d’ora) questo nuovo Mass Effect: Andromeda usa un ottimo escamotage per dare il via alle proprie vicende.
Nell’anno 2185, dopo gli eventi del primo Mass Effect, ma prima di quelli di Mass Effect 2, l’iniziativa Andromeda invia un equipaggio di oltre 100.000 membri criogenicamente ibernati, verso la galassia di Andromeda. L’equipaggio è composto da tante diverse specie aliene suddivise in Arche, che dovranno viaggiare per oltre 600 anni nello spazio aperto prima di giungere a destinazione. Il nostro protagonista viene risvegliato nell’Arca Hyperion (composta per lo più da terrestri) e viene informato della situazione attuale, così che anche il giocatore viene messo al corrente di tutti i fatti. Potrete scegliere tra un personaggio maschile e uno femminile, personalizzabili nell’aspetto come da tradizione ma che ai fini della narrazione si identificano nei fratelli Scott e Sara Ryder, figli dell’originale Pathfinder dell’Arca che lascerà presto a noi il ruolo di trovare una nuova casa per l’umanità.
Non ci dilungheremo oltre nella narrazione degli eventi ond’evitare sgraditi spoiler, ma non possiamo non rilevare il differente approccio che BioWare ha evidentemente sposato per la componente narrativa di Andromeda rispetto alla trilogia originale. Mass Effect: Andromeda si appoggia fin da subito sulle relazioni tra personaggi che non ha stabilito nei giusti tempi, o che lascia sottese alla comprensione del giocatore.
Ci vorranno almeno quattro ore di gioco per iniziare a poter esplorare liberamente lo spazio e addentrarsi in quella che è l’esperienza che il fruitore medio si aspetta da un titolo simile, esperienza che però perde i toni epici della trilogia originale in virtù di un approccio un po’ più scanzonato e concreto a livello narrativo. Un fattore da cui si evince la volontà del team di sviluppo di rivolgersi prima di tutto a un pubblico nuovo, senza però mancare di qualche strizzata d’occhio ai vecchi fan della saga che comunque si ritroveranno ad interagire oltre che con gli umani anche con Asari, Salarian, Turian e Krogan. Viene introdotta anche una nuova razza aliena che si schiererà dalla nostra parte, ovvero gli Angara.
La trama di Mass Effect: Andromeda risulta tuttavia godibile anche se meno incisiva delle gesta di Shepard e soci. Ci affezioneremo un po’ alla volta anche al nuovo equipaggio e alla nuova galassia, unico punto davvero debole un nemico poco carismatico e lungi dall’essere minaccioso e problematico come i Razziatori dei vecchi Mass Effect.
Alla scoperta della galassia di Andromeda
Dal punto di vista del gameplay Mass Effect: Andromeda si configura come il più riuscito tra tutti i capitoli della saga, prendendo ciò che di buono c’era in tutti e tre i precedenti titoli e migliorando molti degli aspetti più criticati. Restano due grossi problemi: l’interfaccia di gioco che risulta davvero confusionaria e con scelte incomprensibili, così come la gestione dell’equipaggiamento e in particolare delle armi. Un sistema così lento e ingombrante può scoraggiare l’uso di alcuni elementi di gioco.
L’esplorazione spaziale a bordo della nave Tempest invece funziona bene e convince, così come il sistema delle abilità che elimina finalmente la suddivisione in specializzazioni e ci permette di potenziare ogni singolo aspetto che preferiamo per il nostro modo di giocare.
Il vero fiore all’occhiello di Andromeda è però il sistema di combattimento, estremamente veloce e votato all’action con una struttura da third person shooter, sfrutta intelligentemente il jetpack e un sistema di coperture automatico per garantire scontri divertenti e immediati che tengono alto il ritmo di gioco. La difficoltà è inoltre estremamente ben bilanciata e già dal livello medio il titolo offre un ottimo grado di sfida, grazie ad una raffinata IA dei nemici e dei nostri compagni di squadra.
L’esplorazione nelle prime fasi di gioco risulta appagante, grazie anche ad una buona varietà di flora e fauna nei vari pianeti che offre un valido colpo d’occhio. Alla lunga ci si può però annoiare a muoversi camminando o sul veicolo qua e là per mappe molto grandi che risultano disseminate di obiettivi secondari, talvolta privi di fascino e mordente, che sono in ogni caso sempre presenti anche a causa della pessima interfaccia di cui si diceva.
Lato gameplay comunque il titolo soddisfa un po’ tutti i palati e risulta immediato e divertente in poco tempo, con una curva d’apprendimento delle meccaniche davvero ottima. Ritroviamo alcuni degli elementi più ruolistici che caratterizzavano l’originale primo capitolo della saga, così come tutta l’azione vista da Mass Effect 2 in poi.
Non fare quella faccia, dai…
Tecnicamente parlando Mass Effect: Andromeda è un gioco lodevole per il livello a cui muove tutti gli elementi che ci troviamo a schermo, offrendo un dettaglio alto tanto degli scenari quanto dei modelli dei personaggi. Artisticamente risulta davvero affascinante per tutti gli amanti delle atmosfere sci-fi, in linea con i precedenti capitoli e riesce nell’impresa di migliorarsi, grazie anche alla differenza generazionale che intercorre tra i vari giochi.
Resta un evidente problema, come rilevato già da più voci fin dai giorni prima che il titolo uscisse sul mercato, di animazioni dei personaggi soprattutto per quanto concerne i volti, ma nulla di talmente grave da pregiudicare il livello tecnico nella sua interezza. Forse a far tanto scalpore è il confronto in relazione ai diversi tempi e tecnologie con il fotorealismo anche in termini di mimiche facciali che caratterizzava la trilogia originale.
La versione da noi testata, come detto sopra, è quella PlayStation 4 su una PlayStation 4 Pro collegata ad un pannello 4K HDR. Il titolo in questione gode dei benefici di PS4 Pro: in termini di risoluzione la versione base renderizza il gioco a 1080p mentre su Pro arriviamo a 1800p attraverso checkerboard rendering, non si toccano quindi mai i 4k nativi (2160p) ma la differenza tra la versione base e quella Pro è notevole. Inoltre l’HDR rende tutto più luminoso e profondo e anche il framerete (bloccato a 30fps su console) risulta più stabile su PlayStation 4 Pro rispetto a come appare sulla console standard.
Concludendo possiamo affermare che Mass Effect: Andromeda è certamente un ottimo gioco che riesce a tenere alto il livello della serie nonostante l’eredità della trilogia originale con la quale, purtroppo, deve fare i conti. Al netto di una narrazione meno epica, offre una trama comunque affascinante e godibile, molte missioni secondarie che permetteranno ai giocatori più esigenti di passare centinaia di ore ad esplorare la galassia di Andromeda e anche un comparto multi giocatore discreto, ma totalmente secondario in un gioco come questo, motivo per cui non ci siamo soffermati granché ad analizzarlo.
Dal punto di vista del gameplay convince anche se ci si sarebbe aspettati qualcosa in più, soprattutto per interfacce ed inventario. Stesso discorso lato tecnico dove le animazioni facciali inficiano leggermente sul giudizio di un’esperienza ottima tanto a livello grafico ed artistico quanto a livello sonoro, con una colonna sonora ben riuscita.
Se avete apprezzato la trilogia originale o siete semplicemente degli amanti del genere sci-fi, Mass Effect: Andromeda è un gioco che non può mancare nella vostra collezione per questa generazione